RELAZIONEsul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017
27.2.2019-(2018/2177(ٷ))
Commissione per il controllo dei bilanci
Relatore: Marco Valli
1. PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017
()
Il Parlamento europeo,
–visti i bilanci finanziari e i conti di gestione dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017 ( – C8-0328/2018),
–viste le informazioni finanziarie sui Fondi europei di sviluppo (),
–vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle attività finanziate dall'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017, corredata delle risposte della Commissione[1],
–vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni[2] presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2017, a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–viste le raccomandazioni del Consiglio, del 20 febbraio 2019, sullo scarico da dare alla Commissione per l'esecuzione delle operazioni dei Fondi europei di sviluppo per l'esercizio 2017 (05368/2019 – C8-0064/2019, 05369/2019 – C8-0065/2019, 05370/2019 – C8-0066/2019, 05371/2019 – C8-0067/2019),
–vista la relazione della Commissione sul seguito dato al discarico per l'esercizio 2016 (),
–visti la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 15 dicembre 2017 dal titolo "Relazione di revisione intermedia degli strumenti di finanziamento esterno" () e i relativi documenti di lavoro dei servizi dal titolo "Evaluation of the Development Cooperation Instrument" (Valutazione dello strumento per la cooperazione allo sviluppo) (SWD(2017)0600) ed "Evaluation of the 11th European Development Fund" (Valutazione dell'undicesimo Fondo europeo di sviluppo) (SWD(2017)0601),
– vista la valutazione esterna dell'undicesimo Fondo europeo di sviluppo (relazione finale del giugno 2017), commissionata dalla Commissione a un'équipe di contraenti esterni,
–visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000[3] e modificato a Ouagadougou (Burkina Faso) il 22 giugno 2010[4],
–vista la decisione 2013/755/UE del Consiglio, del 25 novembre 2013, relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare all'Unione europea ("Decisione sull'associazione d'oltremare")[5],
–visto l'articolo 33 dell'accordo interno del 20 dicembre 1995 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione ACP-CE[6],
–visto l'articolo 32 dell'accordo interno del 18 settembre 2000 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del protocollo finanziario dell'accordo di partenariato tra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000, nonché alla concessione di un'assistenza finanziaria ai paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato CE[7],
–visto l'articolo 11 dell'accordo interno del 17 luglio 2006 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, riguardante il finanziamento degli aiuti comunitari forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2008-2013 in applicazione dell'accordo di partenariato ACP-CE e lo stanziamento degli aiuti finanziari ai paesi e territori d'oltremare ai quali si applica la parte quarta del trattato CE[8],
–visto l'articolo 11 dell'accordo interno del 24 giugno 2013 e del 26 giugno 2013 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell'Unione europea riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE[9],
–visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–visto l'articolo 74 del regolamento finanziario, del 16 giugno 1998, applicabile alla cooperazione per il finanziamento dello sviluppo a norma della quarta convenzione ACP-CE[10],
–visto l'articolo 119 del regolamento finanziario, del 27 marzo 2003, per il nono Fondo europeo di sviluppo[11],
–visto l'articolo 50 del regolamento (CE) n. 215/2008 del Consiglio, del 18 febbraio 2008, recante il regolamento finanziario per il decimo Fondo europeo di sviluppo[12],
–visto l'articolo 48 del regolamento (UE) 2015/323 del Consiglio, del 2 marzo 2015, recante il regolamento finanziario per l'undicesimo Fondo europeo di sviluppo[13],
–visti l'articolo 93, l'articolo 94, terzo trattino, e l'allegato IV del suo regolamento,
–visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0107/2019),
1.concede il discarico alla Commissione per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017;
2.esprime le sue osservazioni nella risoluzione in appresso;
3.incarica il Suo Presidente di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al Consiglio, alla Commissione, alla Corte dei conti e alla Banca europea per gli investimenti, e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).
2. PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla chiusura dei conti dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo relativi all'esercizio 2017
()
Il Parlamento europeo,
–visti i bilanci finanziari e i conti di gestione dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017 ( – C8-0328/2018),
–viste le informazioni finanziarie sui Fondi europei di sviluppo (),
–vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle attività finanziate dall'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017, corredata delle risposte della Commissione[14],
–vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni[15] presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2017, a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–viste le raccomandazioni del Consiglio, del 20 febbraio 2019, sullo scarico da dare alla Commissione per l'esecuzione delle operazioni dei Fondi europei di sviluppo per l'esercizio 2017 (05368/2019 – C8-0064/2019, 05369/2019 – C8-0065/2019, 05370/2019 – C8-0066/2019, 05371/2019 – C8-0067/2019),
–vista la relazione della Commissione sul seguito dato al discarico per l'esercizio 2016 (),
–visti la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 15 dicembre 2017 dal titolo "Relazione di revisione intermedia degli strumenti di finanziamento esterno" () e i relativi documenti di lavoro dei servizi dal titolo "Evaluation of the Development Cooperation Instrument" (Valutazione dello strumento per la cooperazione allo sviluppo) (SWD(2017)0600) ed "Evaluation of the 11th European Development Fund" (Valutazione dell'undicesimo Fondo europeo di sviluppo) (SWD(2017)0601),
– vista la valutazione esterna dell'undicesimo Fondo europeo di sviluppo (relazione finale del giugno 2017), commissionata dalla Commissione a un'équipe di contraenti esterni,
–visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000[16] e modificato a Ouagadougou (Burkina Faso) il 22 giugno 2010[17],
–vista la decisione 2013/755/UE del Consiglio, del 25 novembre 2013, relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare all'Unione europea ("Decisione sull'associazione d'oltremare")[18],
–visto l'articolo 33 dell'accordo interno del 20 dicembre 1995 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione ACP-CE[19],
–visto l'articolo 32 dell'accordo interno del 18 settembre 2000 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del protocollo finanziario dell'accordo di partenariato tra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000, nonché alla concessione di un'assistenza finanziaria ai paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato CE[20],
–visto l'articolo 11 dell'accordo interno del 17 luglio 2006 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, riguardante il finanziamento degli aiuti comunitari forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2008-2013 in applicazione dell'accordo di partenariato ACP-CE e lo stanziamento degli aiuti finanziari ai paesi e territori d'oltremare ai quali si applica la parte quarta del trattato CE[21],
–visto l'articolo 11 dell'accordo interno del 24 giugno 2013 e del 26 giugno 2013 tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell'Unione europea riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE[22],
–visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–visto l'articolo 74 del regolamento finanziario, del 16 giugno 1998, applicabile alla cooperazione per il finanziamento dello sviluppo a norma della quarta convenzione ACP-CE[23],
–visto l'articolo 119 del regolamento finanziario, del 27 marzo 2003, per il nono Fondo europeo di sviluppo[24],
–visto l'articolo 50 del regolamento (CE) n. 215/2008 del Consiglio, del 18 febbraio 2008, recante il regolamento finanziario per il decimo Fondo europeo di sviluppo[25],
–visto l'articolo 48 del regolamento (UE) 2015/323 del Consiglio, del 2 marzo 2015, recante il regolamento finanziario per l'undicesimo Fondo europeo di sviluppo[26].
–visti l'articolo 93, l'articolo 94, terzo trattino, e l'allegato IV del suo regolamento,
–visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0107/2019),
1.approva la chiusura dei conti dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017;
2.incarica il Suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio, alla Commissione, alla Corte dei conti e alla Banca europea per gli investimenti, e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).
3. PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017
()
Il Parlamento europeo,
–vista la sua decisione sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017,
–visti l'articolo 93, l'articolo 94, terzo trattino, e l'allegato IV del suo regolamento,
–visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0107/2019),
A.considerando che la Commissione provvede interamente alla gestione dei Fondi europei di sviluppo (FES) e detiene la responsabilità ultima per quanto riguarda la legittimità e la regolarità delle operazioni del FES e la supervisione del processo di predisposizione dell'informativa finanziaria del FES;
B.considerando che l'aiuto allo sviluppo del FES è attuato in modo efficace in 79 paesi, anche se le condizioni politiche e socio-economiche sono spesso complesse, instabili e associate a rischi;
C.considerando che è essenziale garantire che l'aiuto allo sviluppo sia utilizzato conformemente alla finalità originaria, enunciata all'articolo 208 TFUE, tenendo debitamente conto dei principi di efficacia degli aiuti e dello sviluppo;
D.considerando che in uno stesso paese o gruppo di paesi vengono attuate varie politiche dell'Unione, con logiche e obiettivi diversi che rischiano di contraddirsi tra loro;
E.considerando che una maggiore coerenza con l'obiettivo primario della riduzione e, a lungo termine, dell'eliminazione della povertà, una maggiore enfasi sui risultati e la visibilità delle azioni devono essere un asse di attività ricorrente del FES;
F.considerando che le modalità di erogazione dell'aiuto del FES dovrebbero tener conto delle diverse fasi di sviluppo dei paesi partner, in particolare nel caso dei paesi partner passati da una situazione di basso reddito a una situazione di reddito medio;
G.considerando che il requisito preliminare per lo sviluppo sostenibile è un processo trasparente, inclusivo ed efficiente di elaborazione partecipativa delle politiche che rispetta i principi dei diritti umani;
H.considerando che valide pre-condizionalità e controlli regolari sono elementi essenziali per garantire l'efficacia e la sana gestione finanziaria del FES;
I.considerando che, contrariamente a quanto avviene per altri strumenti di sviluppo, il Parlamento non interviene nella determinazione e nell'assegnazione delle risorse del FES;
Dichiarazione di affidabilità
Principali risultanze dell'esecuzione finanziaria nel 2017
1.osserva che a fine 2017 gli impegni del FES hanno raggiunto i 6 218 milioni di EUR, importo pari al 95% dell'obiettivo annuale rivisto nell'ottobre 2017 (ossia 6 510 milioni di EUR), mentre al 31 dicembre 2017 i pagamenti FES ammontavano a 4 256 milioni di EUR, corrispondenti a un tasso di esecuzione del 98,89% dell'obiettivo annuale rivisto nell'ottobre 2017 (6 510 milioni di EUR); rileva che, oltre agli impegni e ai pagamenti FES di cui sopra, nel 2017 gli impegni complessivamente assunti dalla Banca europea per gli investimenti hanno raggiunto i 667 milioni di EUR, mentre i pagamenti sono ammontati a 456 milioni di EUR;
2.osserva che la quota del Regno Unito rappresenta il 14,82% del decimo FES e il 14,68% dell'undicesimo FES; sottolinea l'importanza di mantenere stretti legami tra l'Unione europea e il Regno Unito, in relazione al FES e all'aiuto allo sviluppo, dopo il recesso del Regno Unito dall'Unione, e prende atto della proposta della Commissione di aumentare del 26%, per il prossimo periodo di programmazione, la dotazione della rubrica VI (comprendente l'ex rubrica IV e il FES);
3.valuta positivamente gli sforzi esplicati regolarmente dalla Direzione generale Cooperazione internazionale e Sviluppo della Commissione (DGDEVCO) per ridurre del 25% i vecchi prefinanziamenti, i vecchi impegni non spesi e i vecchi contratti scaduti; constata che tale obiettivo è stato superato in quanto i vecchi prefinanziamenti FES sono stati ridotti del 32,58% (37,6% per l'intera area di competenza) e i vecchi impegni FES ancora da liquidare sono stati ridotti del 37,63%; rileva inoltre che non si è riusciti a ridurre come voluto i contratti FES scaduti, poiché la loro percentuale si è attestata al 18,75%, mentre l'obiettivo era il 15%; prende atto, conformemente a quanto esposto dalla Corte dei conti (in appresso la "Corte"), dell'elevata complessità del processo di chiusura, nel FES, dei vecchi contratti scaduti, nonché della messa a punto di una nuova procedura ad hoc per affrontare questo problema ricorrente;
4.invita la DG DEVCO a valutare l'opportunità di affinare o anche adattare l'attuale serie di indicatori chiave di performance per meglio monitorare, tra le altre cose, l'anzianità degli anticipi versati ai fondi fiduciari dell'Unione (il fondo fiduciario Bêkou eil Fondo fiduciario di emergenza dell'UE per l'Africa);
Affidabilità dei conti
5.accoglie con favore il giudizio della Corte dei conti, secondo la quale i conti annuali definitivi dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo FES relativi all'esercizio 2017 presentano fedelmente, sotto tutti gli aspetti rilevanti, la posizione finanziaria degli stessi al 31 dicembre 2017, e i risultati delle loro operazioni, i flussi di cassa e le variazioni dell'attivo netto per l'esercizio chiuso in tale data sono conformi alle disposizioni del regolamento finanziario del FES e ai principi contabili per il settore pubblico riconosciuti a livello internazionale;
Legittimità e regolarità delle operazioni su cui sono basati i conti
6.si compiace del fatto che, a giudizio della Corte dei conti, le entrate alla base dei conti per l'esercizio 2017 sono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittime e regolari;
7.esprime preoccupazione per il giudizio negativo espresso dalla Corte sulla legittimità e regolarità dei pagamenti su cui sono basati i conti, che sono inficiati da un livello rilevante di errore;
8.si rammarica del fatto che, in tutte le relazioni annuali di attività elaborate dal 2012 ad oggi, la DGDEVCO abbia dovuto formulare una riserva sulla regolarità delle operazioni sottostanti, il che evidenzia gravi carenze nella gestione interna;
9.esprime preoccupazione per il fatto che, in base alle stime formulate dalla Corte nella sua relazione annuale, il tasso di errore per i pagamenti sottostanti i conti dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo FES sarebbe pari al 4,5%, contro il 3,3% del 2016, il 3,8% del 2014 e del 2015, il 3,4% del 2013 e il 3% del 2012;
10.esprime preoccupazione in relazione ai risultati dei controlli campione della Corte sulle operazioni di pagamento, da cui è emerso che il 29% di tali operazioni conteneva errori (37 dei 128 pagamenti esaminati); si rammarica del fatto che nel 2017 la tipologia degli errori sia rimasta simile a quella di vari esercizi precedenti, vale a dire spese non sostenute (42%), assenza di documenti giustificativi essenziali (29%) e grave inosservanza delle procedure di appalto pubblico (12%); deplora che il 33% delle 30 operazioni di pagamento contenenti errori quantificabili erano pagamenti finali autorizzati dopo l'espletamento delle verifiche exante;
11.deplora che, come negli esercizi precedenti, altri errori abbiano riguardato i programmi a preventivo, le sovvenzioni e gli accordi di contributo gestiti sia con organizzazioni internazionali che con le agenzie di cooperazione degli Stati membri; ribadisce la sua preoccupazione per il fatto che l'approccio nozionale applicato nei progetti multi-donatore attuati da organizzazioni internazionali e le attività di sostegno al bilancio limitano la portata dell'audit della Corte; si compiace, tuttavia, dei miglioramenti apportati dalla Commissione nel 2018, tra cui l'adozione dei Terms of Reference for Expenditure Verifications (capitolati d'oneri standard per la verifica delle spese) e della Roadmap for Reinforcements of Controls under Programme Estimates (tabella di marcia per rafforzare i controlli nell'ambito dei programmi a preventivo); invita la Commissione a riflettere ulteriormente sul presupposto da cui essa muove, e cioè che le norme UE in materia di ammissibilità sarebbero rispettate fintanto che l'importo aggregato totale comprende spese ammissibili corrispondenti al contribuito dell'UE; invita nuovamente la Commissione ad ovviare efficacemente alle carenze riscontrate nella gestione dei contratti, nelle procedure di selezione, nella gestione dei documenti e nel sistema degli appalti;
12.esorta la Commissione a fornire motivazioni dettagliate in risposta a tali conclusioni e a presentare una strategia chiara al Parlamento che definisca le misure necessarie per porre rimedio a questa situazione estremamente seria;
13.è preoccupato per il ripetersi, nel 2017, di casi di recupero di prefinanziamenti non spesi che erano stati erroneamente registrati come entrate d'esercizio, benché nel 2017 le rettifiche siano aumentate e abbiano raggiunto i 5,1 milioni di EUR (contro i 3,1 milioni di EUR del 2016);
Efficienza (e attendibilità) della catena dell'affidabilità
Componente di supervisione
14.ritiene che occorra perseguire in modo coordinato il rafforzamento dei vari elementi costitutivi del regime di affidabilità; ribadisce la necessità di mantenere una strategia di supervisione coerente, atta a garantire un equilibrio tra rispetto delle disposizioni relative alla conformità, obiettivi e criteri di valore aggiunto attendibili in materia di performance e la capacità di assorbimento dei paesi partner, che dovrebbe riflettersi debitamente nella gestione delle diverse operazioni di aiuto e modalità di erogazione;
15.riconosce le carenze ricorrenti del sistema di controlli ex ante della Commissione e rammenta alla Commissione di applicare misure per evitare che alcuni controlli ex ante risultino fallimentari; rileva che la Corte ha sottolineato che, in alcuni casi di errori, la Commissione disponeva di informazioni sufficienti, provenienti dai suoi sistemi d'informazione, per prevenire, individuare e correggere gli errori prima di procedere alle spese, e che di conseguenza il livello di errore stimato avrebbe potuto essere inferiore dell'1,8%; ritiene che il nuovo concetto di verifica della spesa nel nuovo capitolato d'oneri adottato dalla Commissione costituisca uno strumento utile per ovviare alle carenze nell'applicazione del sistema di controllo;
16.prende atto dell'approccio meno prudente applicato nel 2017 dalla DG DEVCO nella sua sesta analisi del tasso di errore residuo, in particolare per il calcolo e l'estrapolazione di errori, approccio dovuto al fatto che, nella revisione annuale 2017, è stato incluso un numero molto esiguo di controlli in loco e un esame di limitata estensione delle procedure di appalto, il che ha portato alla formulazione di una riserva limitata all'ambito delle sovvenzioni in gestione diretta (con 82,96 milioni di EUR a rischio); riconosce gli sforzi costanti compiuti sinora per ridurre il livello stimato di errore e portarlo al di sotto della soglia di rilevanza del 2 %; sottolinea, tuttavia, che il conseguimento di tale obiettivo non dovrebbe portare a una visione poco chiara della regolarità e legittimità delle operazioni, che impedirebbe anche la comparabilità dei risultati su vari anni; invita tutte le parti interessate a evitare metodologie concorrenti per la valutazione dei livelli stimati di errore, al fine di presentare un quadro affidabile della situazione e di aumentare la fiducia e l'equità, sia nel lavoro di controllo svolto, sia nei sistemi generali di controllo;
Gestione dei rischi
17.ricorda che il monitoraggio periodico dei fattori ad alto rischio (esterni, finanziari e operativi) e la loro adeguata quantificazione costituiscono prerequisiti fondamentali per una buona gestione finanziaria e una spesa di qualità, nonché per accrescere la credibilità, la sostenibilità e la reputazione degli interventi dell'Unione; incoraggia la DG DEVCO a continuare ad affinare le sue procedure in base ai rischi e ai volumi finanziari e ad adeguare le condizionalità in funzione dei diversi livelli di sviluppo, dei profili di rischio dei paesi e dei quadri di governance;
18.sottolinea la necessità di aggiornare periodicamente la mappatura o la matrice del rischio della DG DEVCO in funzione dell'emergere di nuove forme di strumenti e meccanismi di assistenza nel kit di strumenti dell'Unione, quali il finanziamento misto, i fondi fiduciari dedicati e i partenariati finanziari con altre istituzioni internazionali o banche multilaterali di sviluppo;
Valutazione e informazione
19.invita la DG DEVCO a migliorare significativamente i suoi meccanismi di monitoraggio, valutazione e informativa sulla performance onde garantire che gli indicatori chiave stabiliti nel quadro dei diversi sistemi di misurazione della performance siano oggetto di un monitoraggio sistematico e che ai responsabili politici siano fornite in maniera tempestiva informazioni utili e attendibili; chiede una valutazione a lungo termine che comprenda la raccolta di dati e attività di ricerca e analisi, al fine di migliorare gli indicatori chiave; è dell'avviso che l'indebolimento del monitoraggio della performance e della valutazione dei risultati sia pregiudizievole per l'obbligo di rendiconto pubblico;
20.ritiene che si dovrebbe ricorrere più rapidamente e in modo proattivo allo strumento ROM (monitoraggio orientato ai risultati) quando si verificano o persistono situazioni critiche; sottolinea che è opportuno adottare senza indugio misure correttive e che la natura delle carenze a livello di concezione dovrebbe essere oggetto di una valutazione strutturale; sottolinea che è indispensabile fornire al Parlamento e all'autorità preposta al controllo del bilancio un'immagine chiara dell'effettiva misura in cui gli obiettivi principali dell'Unione in materia di sviluppo sono stati raggiunti;
21.ritiene che le relazioni sulla gestione dell'assistenza esterna (EAMR) redatte dalle delegazioni dell'Unione siano un utile strumento di rendicontazione istituzionale che contribuisce ad accrescere l'affidabilità e a misurare la performance di ciascuna delegazione dell'Unione; prende atto della riduzione della percentuale di progetti con problemi di attuazione, passati dal 31,1% nel 2016 (980 progetti su 3151 in corso) al 23,8% nel 2017 (1059 progetti su 4444 in corso); è tuttavia preoccupato per il fatto che, nel 27% dei progetti in corso che presentano problemi di attuazione, le ragioni principali sono la capacità o la performance dei partner attuatori, percepite come modeste, lo scarso interesse e impegno delle parti interessate o il cofinanziamento insufficiente da parte dei partner, tutti fattori che dovrebbero essere individuati in una fase precoce del dialogo politico e del coordinamento tra i donatori;
Attuazione dell'aiuto allo sviluppo del FES
Valutazione dell'undicesimo FES
22.prende atto di quanto affermato nella valutazione dell'undicesimo FES, e cioè che (i) esiste il reale pericolo che il FES sia spinto a rispondere a priorità che si discostano dal suo obiettivo primario, ossia la riduzione della povertà, e che sono difficili da conciliare con i valori fondamentali del FES e rischiano di compromettere quanto fatto di buono; che (ii) nonostante le consultazioni, i pareri dei governi [e delle organizzazioni della società civile] (con talune importanti eccezioni come nella regione del Pacifico) sono stati raramente presi in considerazione per le scelte programmatiche; e che (iii) la programmazione dell'undicesimo FES ha pertanto utilizzato un approccio dall'alto verso il basso per applicare il principio della concentrazione, a scapito del principio centrale di partenariato dell'accordo di Cotonou; deplora il fatto che finora la Commissione abbia del tutto ignorato tali conclusioni; ritiene tuttavia che la costruzione della pace e la lotta contro le cause profonde della migrazione siano aspetti fondamentali dello sviluppo sostenibile;
23.rileva inoltre che, secondo la valutazione dell'undicesimo FES, nell'aprile 2017 quasi 500 milioni di EUR della riserva FES erano stati spesi per sostenere la DG Protezione civile e operazioni di aiuto umanitario europee della Commissione, quasi 500 milioni di EUR erano stati stanziati sotto forma di sostegno di emergenza a singoli paesi e 1,5 miliardi di EUR erano stati versati al Fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea per l'Africa; osserva che il FES contribuisce anche al nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile;
Revisione intermedia degli strumenti di finanziamento esterno
24.si compiace del fatto che dalla valutazione emerga che gli obiettivi del FES erano in gran parte pertinenti rispetto alle priorità politiche al momento della sua elaborazione ed erano in generale rispondenti allo scopo, nonché in linea con i valori alla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e con i traguardi da essi perseguiti;
25.valuta positivamente il fatto che, nell'ultimo decennio, alcuni dei paesi interessati dai programmi geografici del FES hanno registrato progressi in termini di riduzione della povertà e di sviluppo umano ed economico; osserva che la situazione di altri paesi rimane critica; constata con soddisfazione che le priorità del FES sono allineate ai valori e agli obiettivi degli OSS;
26.sottolinea che gli interessi interni a breve termine dell'Unione non dovrebbero essere l'unico motore del suo programma di sviluppo e che i principi dell'efficacia degli aiuti dovrebbero essere pienamente applicati a tutte le forme di cooperazione allo sviluppo;
27.invita la DG DEVCO a prendere in considerazione i punti seguenti per la gestione del FES, al fine di garantirne l'efficacia, l'efficienza e il valore aggiunto:
–illustrare meglio la complementarità dei finanziamenti FES, la coerenza del ventaglio di strumenti dell'Unione e le sinergie con altri strumenti di aiuto esterno;
–garantire il massimo livello di regolarità e rendiconto quanto ai risultati delle azioni finanziate dal FES;
–spiegare meglio l'impalcatura logica alla base degli interventi della Commissione, in particolare per conferire maggiore visibilità agli effetti previsti a lungo termine o alla sostenibilità delle operazioni finanziate dal FES;
–includere nella prossima relazione annuale di attività una valutazione strutturata dell'impatto delle attività dell'undicesimo FES, con un'attenzione particolare per i diritti umani e per i risultati ambientali conseguiti;
–valutare se sia tuttora necessario un approccio più sistematico alla comunicazione delle attività finanziate dall'Unione europea, per accrescere la visibilità dell'Unione e rafforzare la trasparenza e la responsabilità lungo la catena di finanziamento;
–migliorare lo spirito di partenariato attraverso l'istituzione di una titolarità democratica del programma e della sua attuazione, garantendo nel contempo il rispetto dei valori e dei principi fondamentali del FES;
28.ritiene essenziale, nel caso dei progetti infrastrutturali finanziati tramite il FES, la realizzazione di una valutazione ex-ante indipendente che tenga conto dell'impatto sociale e ambientale dei progetti, nonché del loro valore aggiunto; è dell'avviso che le decisioni di finanziamento dovrebbero essere accompagnate su un'adeguata analisi costi-benefici e che dovrebbero essere finanziati progetti la cui realizzazione sia sostenibile dal punto di vista ambientale, finanziario e sociale;
29.sottolinea le conclusioni estremamente negative della Corte dei conti europea sui partenariati pubblico-privato ("PPP")[27] e la raccomandazione della Corte "di non promuovere un ricorso più intenso e diffuso ai PPP" all'interno dell'Unione; invita la Commissione a tenere pienamente conto di tale raccomandazione per quanto riguarda i PPP nei paesi in via di sviluppo, dove il contesto per un'attuazione efficace dei PPP è ancora più difficile che all'interno dell'Unione;
30.esprime profonda preoccupazione per il fatto che nel 2016, nel 2017 e nel 2018 la fame nel mondo è aumentata e che attualmente più di 820 milioni di persone soffrono di malnutrizione cronica, mentre la quota di aiuto pubblico allo sviluppo fornito dall'Unione e dai suoi Stati membri per la sicurezza alimentare e nutrizionale è nel frattempo diminuita, passando dall'8% circa nel 2014 al 6% nel 2016, e gli impegni di bilancio in materia di sicurezza alimentare a titolo degli strumenti gestiti dalla Commissione hanno subito un calo significativo nel 2017;
31.ribadisce le sue forti riserve in merito al fatto che, pur in mancanza di solidi elementi attestanti riforme o miglioramenti relativamente alla situazione dei diritti umani in Eritrea, nel 2017 la Commissione e il comitato del FES hanno rispettivamente presentato e adottato un programma indicativo nazionale per l'Eritrea e un programma d'azione annuale; rammenta l'impegno assunto dalla Commissione e dall'alto rappresentante di informare regolarmente il Parlamento al riguardo;
32.chiede l'adozione di un approccio allo sviluppo basato su incentivi mediante l'introduzione del principio "più progressi, più aiuti", sul modello della politica europea di vicinato; ritiene che maggiore e più rapido è il progresso di un paese sulla via delle riforme interne per la costruzione e il consolidamento di istituzioni democratiche, il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto, maggiori dovrebbero essere gli aiuti che esso riceve dall'Unione;
33.sottolinea l'importanza di aumentare l'assegnazione di fondi volti a sostenere la buona governance, la democrazia e lo Stato di diritto nei paesi in via di sviluppo al fine di promuovere istituzioni responsabili e trasparenti, sostenere lo sviluppo di capacità e favorire un processo decisionale partecipativo e l'accesso pubblico alle informazioni;
34.prende atto del cambiamento nelle modalità di aiuto, con il passaggio dalle sovvenzioni dirette ai fondi fiduciari e al finanziamento misto, segnatamente attraverso il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, e invita il Consiglio, la Commissione e la BEI ad adottare un accordo interistituzionale con il Parlamento sulla trasparenza, la responsabilità e il controllo parlamentare sulla base dei principi politici enunciati nel nuovo consenso europeo in materia di sviluppo;
35.rinnova con forza l'appello rivolto al Consiglio e agli Stati membri affinché procedano all'integrazione del FES nel bilancio dell'Unione, allo scopo di rafforzare il controllo democratico; accoglie con favore l'impegno della Commissione a rispettare la richiesta ricorrente del Parlamento di integrare il FES nel bilancio dell'Unione; chiede che la Commissione informi il Parlamento in merito allo stato di avanzamento delle discussioni relative alla sostituzione dell'accordo di Cotonou dopo il 2020;
36accoglie con favore il processo di negoziazione di un accordo post-Cotonou al fine di mantenere il quadro ACP-UE;
Il FES e la gestione del nuovo nesso
37.riconosce che il FES è sottoposto a forti pressioni e deve far fronte a un numero crescente di esigenze politiche, quali la sicurezza, la migrazione e la gestione delle frontiere, che è difficile allineare ai valori fondamentali del FES e ai principi della politica di sviluppo e di cooperazione dell'Unione, ossia l'eliminazione della povertà di cui all'articolo 208 TFUE; osserva che la gestione del nuovo nesso mette a rischio l'equilibrio globale della politica di sviluppo;
38.rileva che la gestione del nuovo nesso mette in gioco l'equilibrio globale della politica di sviluppo; è del parere che le risposte di emergenza al susseguirsi di situazioni di crisi dovrebbero seguire un approccio olistico; ricorda che il rispetto del principio della coerenza delle politiche è di fondamentale importanza per la stabilità dei paesi che beneficiano dell'aiuto allo sviluppo europeo;
Gestione degli strumenti finanziari esterni al bilancio (contributi del FES ai fondi fiduciari dell'Unione)
39.prende atto del fatto che gli impegni totali assunti nell'ambito dei fondi fiduciari dell'Unione ammontano finora a 4,09 miliardi di EUR e che la quota principale proviene dal FES, con 3 miliardi di EUR, mentre 442,7milioni di EUR provengono dagli Stati membri e da altri donatori; prende atto degli impegni dell'ordine di quasi 240 milioni di EUR per il fondo fiduciario Bêkou nel 2017, con 113 milioni di EUR a titolo del FES e 65,9 milioni di EUR provenienti dagli Stati membri e da altri donatori;
40.ricorda le principali conclusioni della relazione speciale della Corte sul fondo fiduciario Bêkou, tra cui il fatto che l'istituzione del fondo è stata appropriata per il contesto della Repubblica centrafricana e ha prodotto effetti positivi; sottolinea che tale valutazione ha trovato ampia conferma in quanto constatato dalla missione, nel febbraio 2018, di una delegazione ad hoc della commissione per lo sviluppo in Repubblica centrafricana, dal momento che la commissione ha concluso che il fondo è in grado di rispondere in maniera adeguata ad esigenze che spaziano dalla riabilitazione alla garanzia dei mezzi di sussistenza, fino allo sviluppo a lungo termine; ricorda che il fondo è stato istituito come fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea per una durata di 60 mesi, fino a luglio del 2019, e che una sua proroga, che pur sembra utile, richiede l'accordo del Parlamento;
41sottolinea il rischio di un allontanamento dai classici obiettivi di sviluppo, come l'eliminazione della povertà, ma riconosce nel contempo alcune delle potenzialità di tali strumenti, come un'accelerazione nell'attuazione degli obiettivi di sviluppo o una risposta rapida alle crisi internazionali;
42.prende atto dei risultati conseguiti dal Fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea per l'Africa (EUTF); ricorda tuttavia che i finanziamenti dell'EUTF che provengono dalle linee di bilancio destinate allo sviluppo non devono essere utilizzati per misure di sicurezza che minano i diritti dei migranti; rammenta che l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile devono essere gli obiettivi principali dell'azione dell'UE in materia di cooperazione allo sviluppo; evidenzia che i progetti dell'EUTF devono porre i diritti umani al centro della programmazione e contribuire alla realizzazione dei diritti umani nei paesi interessati; raccomanda vivamente di promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne nei programmi dell'EUTF, come pure la protezione delle persone vulnerabili, in particolare i minori e le persone con disabilità;
43.prende atto delle numerose preoccupazioni espresse dalla Corte dei conti europea[28] e dagli autori della valutazione intermedia dell'undicesimo FES in merito all'attuazione dell'EUTF:
–per quanto riguarda l'attuazione dei progetti l'EUTF ha avuto un'influenza solo limitata sull'accelerazione del processo, rispetto agli aiuti allo sviluppo tradizionali;
–esistono preoccupazioni in merito all'efficacia e alla sostenibilità probabili dei progetti dell'EUTF e alla capacità dell'Unione di monitorare da vicino la loro attuazione;
–le finestre Africa settentrionale e Corno d'Africa non dispongono di criteri documentati per la selezione delle proposte di progetti;
–si registrano gravi lacune in termini di misurazione della performance;
–non esiste un quadro specifico per la valutazione dei rischi;
ritiene, alla luce di tali conclusioni, che il valore aggiunto dell'EUTF sia estremamente discutibile;
44.reputa che nella governance operativa e nell'elaborazione delle politiche dovrebbero essere garantiti in misura sufficiente la titolarità locale e il coinvolgimento dei partner, per evitare un modus operandi troppo centralizzato con un ruolo preminente dei donatori, e che nel contempo vada sistematicamente rispettato il principio della gestione basata sui risultati;
45.sottolinea tuttavia la necessità di prestare la dovuta attenzione alla questione sistemica del coordinamento dei donatori, del monitoraggio e della valutazione secondo un approccio più strutturato, al fine di ottenere garanzie sull'efficacia dei fondi fiduciari;
Sostegno al bilancio dei paesi partner
46.constata che nel 2017 il sostegno al bilancio finanziato dal FES è ammontato a 860,2 milioni di EUR, 703,1 milioni dei quali erano nuovi impegni (relativi a 54 paesi e corrispondenti a 102 contratti di sostegno al bilancio); osserva che per i PTOM nel 2017 sono stati erogati a titolo del FES 57,7 milioni di EUR (per 11 paesi e 15 contratti di sostegno al bilancio); rileva che nel 2017 la DG DEVCO ha sospeso il sostegno al bilancio in due paesi ACP a causa, rispettivamente, della mancanza di progressi nella gestione delle finanze pubbliche e della mancanza di una politica macroeconomica orientata alla stabilità e di trasparenza nella gestione delle finanze pubbliche;
47.invita la Commissione a garantire la coerenza, per quanto riguarda i termini e le condizioni per l'utilizzo del sostegno al bilancio da fornire ai paesi terzi, tra il disposto dell'articolo 236 del regolamento finanziario generale (RFG) e quello dell'articolo 36 del regolamento finanziario proposto applicabile all'undicesimo FES; osserva che il regolamento finanziario proposto per l'undicesimo FES comprende disposizioni che non sono incluse nel regolamento finanziario generale, in particolare la disposizione in base alla quale il sostegno al bilancio mira a rafforzare il partenariato contrattuale tra l'Unione e gli Stati ACP o i PTOM al fine di promuovere, tra l'altro, una crescita economica sostenibile e inclusiva e di eliminare la povertà, aspetto, quest'ultimo, che potrebbe essere fonte di difficoltà nell'applicazione delle norme FES;
48.invita la Commissione ad approfondire e chiarire ulteriormente l'esatta portata e il significato del margine di flessibilità o di interpretazione di cui essa dispone nel valutare se siano state soddisfatte le condizioni generali di ammissibilità per l'erogazione di pagamenti a un paese partner, in relazione ai cosiddetti principi di differenziazione e di approccio dinamico all'ammissibilità; è preoccupato per l'utilizzo finale dei fondi trasferiti e per la mancanza di tracciabilità quando i fondi dell'Unione confluiscono nelle risorse di bilancio del paese partner;
49.ritiene che il sostegno al bilancio dovrebbe contribuire alla soluzione di problemi specifici a livello settoriale, ed essere integrato, se necessario, dalla pertinente assistenza tecnica;
50.resta preoccupato per l'utilizzo finale dei fondi trasferiti e per la loro possibile mancanza di tracciabilità nel caso di una gestione debole, instabile e deteriorata delle finanze pubbliche; richiama l'attenzione sulla necessità di sostenere la lotta contro la frode e la corruzione in tutti i settori pubblici contemplati dalla strategia di cooperazione dell'Unione; sottolinea che il rischio che le risorse siano deviate resta elevato e che sono i settori in cui vengono gestiti i fondi pubblici quelli in cui sono possibili corruzione e frodi;
51.esorta la Commissione a definire e a valutare più chiaramente, caso per caso, i risultati da raggiungere in materia di sviluppo, e soprattutto a potenziare i meccanismi di controllo per quanto riguarda la condotta degli Stati beneficiari in relazione alla corruzione, al rispetto dei diritti umani, allo Stato di diritto e alla democrazia; esprime profonda preoccupazione per il potenziale utilizzo del sostegno al bilancio nei paesi privi di un controllo democratico, a causa dell'assenza di una democrazia parlamentare funzionante o di libertà per la società civile e per i media, o a causa dell'inadeguatezza degli organismi di vigilanza;
52.accoglie con favore l'approccio reattivo e coerente seguito dalla Commissione nel sospendere il sostegno al bilancio in due paesi, nel 2017 e nel 2018, dal momento che i criteri di ammissibilità non erano più soddisfatti; ritiene che la Commissione debba mantenere un dialogo costruttivo con tali paesi e offrire la possibilità di riprendere il sostegno al bilancio qualora essi attuino le riforme necessarie, previste nel programma di sostegno al bilancio;
53.sottolinea che occorre rafforzare opportuni strumenti di monitoraggio per valutare il modo in cui il sostegno al bilancio ha contribuito al miglioramento della mobilitazione delle entrate interne e alle riforme collegate; invita la Commissione a fornire informazioni regolari, nelle sue relazioni sul sostegno al bilancio, circa il ricorso ai contratti di sostegno al bilancio ai fini della mobilitazione delle entrate interne; ribadisce, tuttavia, che occorre monitorare rigorosamente i rischi connessi all'elusione fiscale, all'evasione fiscale e ai flussi finanziari illeciti;
Cooperazione con organizzazioni internazionali
54.osserva che i pagamenti FES a favore di progetti finanziati da più donatori e attuati da organizzazioni internazionali sono ammontati, nel 2017, a 812 milioni di EUR;
55.rileva che nel 2017 la Commissione ha concluso contratti con agenzie delle Nazioni Unite per un valore di oltre 411 milioni diEUR di contributi a titolo del FES, di cui i principali beneficiari sono il programma di sviluppo delle Nazioni Unite (166,33 milioni diEUR), la FAO (152,86 milioni diEUR) e l'Unicef (98,44 milioni di EUR), ed ha altresì concluso contratti con la Banca mondiale per un valore di 92 milioni diEUR;
56.constata che la DG DEVCO non monitora sistematicamente la performance operativa delle istituzioni finanziarie internazionali (IFI) e gli aspetti principali delle operazioni di finanziamento misto; invita la DG DEVCO a far sì che la qualità, l'adeguatezza e la tempestività delle relazioni presentate dalle IFI registrino miglioramenti; incoraggia le istituzioni internazionali, in particolare nel caso delle iniziative cofinanziate e di quelle finanziate da più donatori, a ravvicinare i loro quadri di gestione dei risultati a quelli dell'Unione;
57.ribadisce la necessità di garantire piena trasparenza e pieno accesso, in conformità della normativa vigente dell'Unione, ai dati relativi ai progetti attuati dalle organizzazioni internazionali e dalle organizzazioni della società civile, nonché di prevedere norme chiare in materia di controllo e monitoraggio;
58.si compiace delle raccomandazioni della Corte dei conti europea volte a migliorare la trasparenza dei fondi dell'Unione attuati dalle organizzazioni non governative (ONG) pubblicate nella relazione speciale n.35/2018, in cui si raccomanda tra l'altro alla Commissione di migliorare l'affidabilità delle informazioni sulle ONG nel suo sistema contabile nonché di migliorare le informazioni raccolte sui fondi attuati dalle ONG; invita pertanto la Commissione a dar seguito a tali proposte prima della fine dell'attuale mandato;
Fondo per la pace in Africa
59.si rammarica del fatto che nella revisione intermedia degli strumenti di finanziamento esterno non sia rientrato il Fondo per la pace in Africa (APF), che dal 2011 non è stato peraltro valutato in modo adeguato;
60.invita la DG DEVCO, in linea con la riserva da essa espressa in merito alla gestione del Fondo per la pace in Africa, mantenuta nella sua relazione annuale di attività per il 2017, a verificare rigorosamente che le misure correttive introdotte per attenuare i rischi finanziari e il rischio di pagamenti irregolari e illegali siano effettivamente attuate; rinnova il proprio invito alla Commissione affinché continui a impegnarsi, nell'ambito dell'esercizio di valutazione per pilastro, per rafforzare il sistema di controllo della gestione e del monitoraggio operativo dell'APF, allo scopo di proteggere il FES da spese illegittime e irregolari;
61.richiama l'attenzione sulle seguenti conclusioni negative della Corte relativamente al sostegno fornito dall'Unione per la sicurezza in Africa, spesso finanziato attraverso il FES:
–il potenziamento della capacità delle forze di sicurezza interna in Niger e in Mali è stato lento e sussistono gravi preoccupazioni quanto alla titolarità e alla sostenibilità[29];
–il sostegno dell'Unione all'architettura africana di pace e di sicurezza (APSA) ha avuto un impatto modesto[30];
evidenzia inoltre che vi è il serio rischio che il sostegno fornito dall'Unione attraverso lo strumento per la pace in Africa ai soldati burundesi partecipanti alla missione AMISOM possa finanziare indirettamente il regime burundese, soggetto a sanzioni dell'Unione; ricorda che per anni la DGDEVCO ha espresso riserve riguardo alla sua spesa per il sostegno allo strumento per la pace in Africa;
Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile
62.prende atto del recente varo di questo nuovo strumento di investimento, nell'ambito del piano per gli investimenti esterni, allo scopo di fornire ulteriore capacità di leva attraendo investimenti del settore privato in partenariati di sviluppo; ritiene che occorra prestare la dovuta attenzione alla sua addizionalità, ma anche ai criteri applicati nella sua gestione, onde evitare qualsiasi sviamento dei finanziamenti per lo sviluppo a favore di investitori o interessi privati o a fini di lucro;
Il Fondo investimenti ACP della BEI
63.riconosce le priorità della BEI nei paesi ACP, segnatamente sostegno agli obiettivi di sviluppo sostenibile, azione per il clima, diplomazia economica europea e resilienza; osserva che nel 2017 sono stati avviati 39 progetti nel quadro del Fondo investimenti ACP per un importo complessivo di 1,5 miliardi di EUR, di cui 549 milioni di EUR destinati allo sviluppo del settore privato locale e 952 milioni di EUR per le infrastrutture sociali ed economiche;
64.rammenta l'importanza di svolgere accurate valutazioni ex-ante ed ex-post per accertarsi che i progetti siano sostenibili e che garantiranno un reale valore aggiunto sul piano economico, sociale e ambientale; ribadisce che non dovrebbe essere accordato alcun tipo di sostegno a progetti riguardanti tecnologie altamente inquinanti;
65.chiede che, in sede di identificazione e selezione, i potenziali attori e intermediari locali siano sottoposti a un accurato esame; invita la BEI ad assicurare che le comunità locali e i cittadini interessati dalle sue operazioni siano opportunamente consultati e abbiano accesso a un meccanismo di reclamo che sia indipendente ed efficiente;
66.chiede che il programma "Erasmus per giovani imprenditori" sia esteso oltre l'Europa, in particolare ai paesi in via di sviluppo, e che siano nel contempo predisposti i mezzi finanziari necessari;
67.sottolinea la grande importanza di sostenere le microimprese e le piccole e medie imprese e chiede, in particolare, che siano messe in atto soluzioni locali per un migliore accesso ai finanziamenti, rafforzando ulteriormente il sistema di microcredito e di garanzia;
68.riconosce che nessun paese si è mai sviluppato senza allacciare nuove relazioni commerciali con i paesi vicini e con il resto del mondo; incoraggia altresì il finanziamento di aiuti al commercio per consentire ai paesi in via di sviluppo di partecipare in misura molto maggiore, in futuro, alle catene del valore globali; sottolinea, in tale contesto, l'importanza crescente della connettività digitale al fine di conseguire una distribuzione più equilibrata dei benefici della globalizzazione, a favore dei paesi in via di sviluppo;
69.sottolinea l'importanza dell'erogazione di acqua pulita e della costruzione di impianti supplementari di smaltimento delle acque reflue;
70.richiama l'attenzione sulla portata e sulle implicazioni della povertà energetica nei paesi in via di sviluppo e sul forte coinvolgimento dell'Unione negli sforzi intesi a ridurre la povertà; sottolinea che per ridurre la povertà energetica occorrono sforzi importanti e concertati da parte dei governi e delle parti interessate nei paesi colpiti.
30.1.2019
PARERE della commissione per lo sviluppo
destinato alla commissione per il controllo dei bilanci
sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2017
()
Relatore per parere: Nirj Deva
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo invita la commissione per il controllo dei bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1.si congratula con l'UE per aver avviato con successo il piano europeo per gli investimenti e il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, come dimostra l'approvazione di 28 strumenti di garanzia per un totale di 1,54 miliardi di EUR al novembre 2018, che dovrebbero sbloccare 17,5 miliardi di EUR di investimenti complessivi; sottolinea che non esiste ancora alcuna valutazione dei risultati dell'attuazione e che qualsiasi conclusione in merito all'ampliamento dell'ambito di applicazione e degli strumenti disponibili sarebbe prematura; evidenzia che, secondo la valutazione intermedia dell'undicesimo Fondo europeo di sviluppo (FES), i finanziamenti misti mobilitano risorse aggiuntive solo nel 50% dei casi; deplora tuttavia il fatto che la Commissione abbia proposto un maggior numero di strumenti per i finanziamenti misti nel quadro del futuro periodo di finanziamento 2021-2027;
2.accoglie con favore l'iscrizione in bilancio del FES prevista dalla proposta della Commissione relativa al futuro strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI);
3.segnala le conclusioni estremamente negative della Corte dei conti europea relativamente ai partenariati pubblico-privato[31] (PPP) e la raccomandazione della Corte di "non promuovere un ricorso più intenso e diffuso ai PPP" in seno all'Unione; invita la Commissione a tenere pienamente conto di tale raccomandazione per quanto riguarda i PPP nei paesi in via di sviluppo, dove il contesto per un'attuazione efficace dei PPP è ancora più difficile che all'interno dell'Unione;
4.esprime preoccupazione per quanto emerso dalla valutazione intermedia dell'undicesimo FES, nella quale si afferma: che esiste il reale pericolo che il FES sia utilizzato per rispondere a programmi che si discostano dal suo obiettivo principale di riduzione della povertà, difficili da conciliare con i valori fondamentali del FES, e che rischiano di compromettere gli ambiti in cui ottiene buoni risultati; che, nonostante le consultazioni, i pareri dei governi e delle organizzazioni della società civile (con talune importanti eccezioni come nella regione del Pacifico) sono stati raramente presi in considerazione per le scelte programmatiche; e che la programmazione dell'undicesimo FES ha pertanto utilizzato un approccio dall'alto verso il basso per applicare il principio della concentrazione a scapito del principio chiave di partenariato dell'accordo di Cotonou; deplora il fatto che finora la Commissione abbia del tutto ignorato tali conclusioni;
5.ricorda le principali conclusioni della relazione speciale della Corte dei conti sul fondo fiduciario Bêkou, incluso il fatto che l'istituzione del fondo è stata appropriata, dato il contesto della Repubblica centrafricana, e ha prodotto effetti positivi; sottolinea che tale valutazione ha avuto ampia conferma nei risultati della delegazione ad hoc della commissione per lo sviluppo in Repubblica centrafricana del febbraio 2018, dal momento che la commissione ha concluso che il fondo è in grado di rispondere in maniera adeguata ad esigenze che spaziano dalla riabilitazione, alla garanzia dei mezzi di sussistenza, fino allo sviluppo a lungo termine; ricorda che il fondo è stato istituito come fondo fiduciario di emergenza dell'UE per una durata di 60 mesi, fino a luglio del 2019, e che una sua proroga, pur risultando vantaggiosa, richiede l'accordo del Parlamento europeo;
6.prende atto dei risultati conseguiti dal Fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea per l'Africa (EUTF); ricorda tuttavia che i finanziamenti dell'EUTF che provengono dalle linee di bilancio destinate allo sviluppo non devono essere utilizzati per misure di sicurezza che minano i diritti dei migranti; rammenta che l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile devono essere gli obiettivi principali dell'azione dell'UE in materia di cooperazione allo sviluppo; evidenzia che i progetti dell'EUTF devono integrare i diritti umani al centro della programmazione e contribuire alla realizzazione dei diritti umani nei paesi interessati; raccomanda vivamente di promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne nei programmi dell'EUTF, come pure la protezione delle persone vulnerabili, in particolare i minori e le persone con disabilità;
7.pone in evidenza le numerose preoccupazioni espresse dalla Corte dei conti europea[32] e dagli autori della valutazione intermedia dell'undicesimo FES in merito all'attuazione dell'EUTF:
•per quanto riguarda l'attuazione dei progetti, l'EUTF ha inciso solo in misura limitata sull'accelerazione del processo rispetto agli aiuti allo sviluppo tradizionali;
•esistono preoccupazioni in merito all'efficacia e alla sostenibilità probabili dei progetti dell'EUTF e alla capacità dell'Unione di monitorare da vicino la loro attuazione;
•le finestre Africa settentrionale e Corno d'Africa non dispongono di criteri documentati per la selezione delle proposte di progetti;
•si registrano gravi lacune in termini di misurazione della performance;
•non esiste un quadro specifico per la valutazione dei rischi;
ritiene, alla luce di tali conclusioni, che il valore aggiunto dell'EUTF sia estremamente discutibile;
8.si rammarica che le uscite registrate nel 2017 a titolo dell'ottavo, nono, decimo e undicesimo FES siano inficiate da un livello di errore rilevante e che, contrariamente a quanto registrato per la spesa a titolo del bilancio generale dell'UE, il tasso di errore sia in aumento; sottolinea che gli errori interessano prevalentemente le operazioni inerenti a progetti realizzati da organizzazioni internazionali e da agenzie di cooperazione degli Stati membri e che il 36% delle operazioni di questo tipo analizzate presentava errori quantificabili, il che rappresenta un dato molto elevato; esorta la Commissione a fornire motivazioni dettagliate in risposta a tali conclusioni e a presentare una strategia chiara al Parlamento europeo che definisca le misure necessarie per porre rimedio a questa gravissima situazione;
9.si rammarica del fatto che, in tutte le relazioni annuali di attività elaborate dal 2012 ad oggi, la DGDEVCO abbia dovuto formulare una riserva sulla regolarità delle operazioni sottostanti, il che evidenzia gravi carenze nella gestione interna;
10.pone in rilievo le conclusioni negative della Corte dei conti per quanto concerne il sostegno fornito dall'UE per la sicurezza in Africa, spesso finanziato attraverso il FES:
•il potenziamento della capacità delle forze di sicurezza interna in Niger in Mali è stato lento e sussistono gravi preoccupazioni in termini di titolarità e sostenibilità[33];
•il sostegno dell'UE per l'Architettura africana di pace e di sicurezza (APSA) ha avuto un impatto modesto[34];
evidenzia inoltre che vi è il serio rischio che il sostegno fornito dall'UE attraverso lo strumento per la pace in Africa ai soldati burundesi partecipanti alla missione AMISOM possa finanziare indirettamente il regime burundese, soggetto a sanzioni dell'UE; ricorda che per anni la DGDEVCO ha espresso riserve riguardo alla sua spesa per il sostegno allo strumento per la pace in Africa;
11.ritiene, in tale contesto, che la crescente attenzione prestata dall'UE al nesso sicurezza-sviluppo sollevi importanti questioni in termini di sana gestione finanziaria e invita la Commissione e il SEAE ad adottare un approccio molto più prudente in relazione al sostegno fornito dall'UE per la sicurezza in Africa;
12.esprime profonda preoccupazione per il fatto che la fame nel mondo ha registrato un aumento nel 2016, 2017 e 2018 e che attualmente 820 milioni di persone soffrono di malnutrizione cronica, mentre nel contempo la quota di aiuto pubblico allo sviluppo fornito dall'UE e dai suoi Stati membri per la sicurezza alimentare e nutrizionale è diminuita, passando da circa l'8% nel 2014 al 6% nel 2016, e gli impegni di bilancio in materia di sicurezza alimentare nel quadro degli strumenti gestiti dalla Commissione hanno subito un calo significativo nel 2017;
13.osserva che nel 2017 la Commissione ha concluso contratti con agenzie delle Nazioni Unite per un valore di oltre 411 milioni diEUR in contributi a titolo del FES, di cui i principali beneficiari sono il programma di sviluppo delle Nazioni Unite (166,33 milioni diEUR), la FAO (152,86 milioni diEUR) e l'Unicef (98,44 milioni di EUR), come pure contratti con la Banca mondiale per un valore di 92 milioni diEUR;
14.insiste, in considerazione dell'importante ruolo svolto dal Regno Unito in materia di sviluppo, affinché l'Unione europea e il Regno Unito mantengano stretti legami in seguito all'uscita di quest'ultimo dall'UE, in modo da ridurre al minimo le perdite che ne conseguiranno;
15.ribadisce di avanzare forti riserve in merito al fatto che, pur non presentando solidi elementi di riforma o di miglioramento della situazione dei diritti umani in Eritrea, nel 2017 la Commissione e il comitato del FES hanno rispettivamente presentato e adottato un programma indicativo nazionale per l'Eritrea e un programma d'azione annuale; rammenta l'impegno assunto dalla Commissione e dall'alto rappresentante di informare regolarmente il Parlamento al riguardo;
16.esorta la Commissione a definire e a valutare più chiaramente, caso per caso, i risultati da raggiungere nell'ambito dello sviluppo e, soprattutto, a potenziare i meccanismi di controllo relativi alla condotta degli Stati beneficiari nel campo della corruzione, del rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e della democrazia; esprime profonda preoccupazione per il potenziale utilizzo del sostegno al bilancio nei paesi privi di un controllo democratico, a causa dell'assenza di una democrazia parlamentare funzionante e di libertà per la società civile e per i media o della mancanza di capacità degli organismi di vigilanza;
17.prende atto del cambiamento nelle modalità di aiuto dalle sovvenzioni dirette ai fondi fiduciari e al finanziamento misto, incluso il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, e invita il Consiglio, la Commissione e la Banca europea per gli investimenti ad adottare un accordo interistituzionale con il Parlamento europeo sulla trasparenza, la responsabilità e il controllo parlamentare fondato sui principi politici definiti nel nuovo consenso europeo in materia di sviluppo;
18.accoglie con favore il processo negoziale relativo all'accordo post-Cotonou al fine di mantenere il quadro ACP-UE;
19.sottolinea la grande importanza di sostenere le microimprese e le piccole e medie imprese e chiede, in particolare, che siano messe in atto soluzioni locali per un migliore accesso ai finanziamenti, rafforzando ulteriormente il sistema di microcredito e di garanzia;
20.chiede che il programma "Erasmus per giovani imprenditori" sia esteso oltre l'Europa, in particolare nei paesi in via di sviluppo, fornendo nel contempo i mezzi finanziari necessari;
21.si compiace delle raccomandazioni della Corte dei conti europea volte a migliorare la trasparenza dei fondi dell'UE attuati dalle ONG pubblicate nella relazione speciale n.35/2018, in cui, tra l'altro, raccomanda alla Commissione di migliorare l'affidabilità delle informazioni sulle ONG nel suo sistema contabile e che la Commissione migliori le informazioni raccolte sui fondi attuati dalle ONG; invita pertanto la Commissione ad attuare tali proposte prima della fine dell'attuale mandato;
22.chiede l'adozione di un approccio allo sviluppo basato su incentivi introducendo il principio "più progressi, più aiuti", sul modello della politica europea di vicinato; ritiene che maggiore e più rapido è il progresso di un paese nelle riforme interne per la costruzione e il consolidamento di istituzioni democratiche, il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto, maggiori dovrebbero essere gli aiuti che esso riceve dall'Unione;
23.riconosce che nessun paese si è mai sviluppato senza impegnarsi in ulteriori relazioni commerciali con i paesi vicini e con il resto del mondo; incoraggia altresì il finanziamento di aiuti al commercio per consentire ai paesi in via di sviluppo di partecipare in misura molto maggiore alle catene del valore globali in futuro; sottolinea, in tale contesto, l'importanza crescente della connettività digitale al fine di conseguire una distribuzione più equilibrata dei benefici della globalizzazione a favore dei paesi in via di sviluppo;
24.sottolinea l'importanza di aumentare l'assegnazione di fondi volti a sostenere la buona governance, la democrazia e lo Stato di diritto nei paesi in via di sviluppo al fine di promuovere istituzioni responsabili e trasparenti, sostenere lo sviluppo di capacità e favorire un processo decisionale partecipativo e l'accesso pubblico alle informazioni;
25.sottolinea l'importanza della messa a disposizione di acqua pulita e della costruzione di impianti supplementari di smaltimento delle acque reflue;
26.richiama l'attenzione sulla portata e le implicazioni della povertà energetica nei paesi in via di sviluppo e sul forte coinvolgimento dell'Unione negli sforzi intesi a ridurre la povertà; sottolinea che occorrono sforzi importanti e concertati da parte dei governi e delle parti interessate nei paesi colpiti per ridurre la povertà energetica.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
22.1.2019 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
18 0 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Mireille D'Ornano, Doru-Claudian Frunzulică, Enrique Guerrero Salom, Maria Heubuch, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Linda McAvan, Norbert Neuser, Vincent Peillon, Lola Sánchez Caldentey, Elly Schlein, Bogusław Sonik, Eleni Theocharous, Anna Záborská, Joachim Zeller, Željana Zovko |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Marina Albiol Guzmán, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Frank Engel, Stefan Gehrold, Maria Noichl, Judith Sargentini |
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
18 |
+ |
|
ECR |
Eleni Theocharous |
|
PPE |
Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Frank Engel, Stefan Gehrold, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Bogusław Sonik, Anna Záborská, Joachim Zeller, Željana Zovko |
|
S&D |
Doru-Claudian Frunzulică, Enrique Guerrero Salom, Linda McAvan, Norbert Neuser, Maria Noichl, Vincent Peillon, Elly Schlein |
|
VERTS/ALE |
Maria Heubuch, Judith Sargentini |
|
0 |
- |
|
3 |
0 |
|
EFDD |
Mireille D'Ornano |
|
GUE/NGL |
Marina Albiol Guzmán, Lola Sánchez Caldentey |
|
Significato dei simboli utilizzati:
+:favorevoli
-:contrari
0:astenuti
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
20.2.2019 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
18 4 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Nedzhmi Ali, Inés Ayala Sender, Zigmantas Balčytis, Dennis de Jong, Tamás Deutsch, Martina Dlabajová, Luke Ming Flanagan, Ingeborg Gräßle, Jean-François Jalkh, Arndt Kohn, Georgi Pirinski, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Petri Sarvamaa, Bart Staes, Derek Vaughan, Tomáš Zdechovský, Joachim Zeller |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Julia Pitera |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Rosa D’Amato, John Flack, Czesław Hoc, Edouard Martin |
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
18 |
+ |
|
ALDE |
Nedzhmi Ali, Martina Dlabajová |
|
EFDD |
Rosa D'Amato |
|
GUE/NGL |
Luke Ming Flanagan, Dennis de Jong |
|
PPE |
Tamás Deutsch, Ingeborg Gräßle, Julia Pitera, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Petri Sarvamaa, Joachim Zeller |
|
S&D |
Inés Ayala Sender, Zigmantas Balčytis, Arndt Kohn, Edouard Martin, Georgi Pirinski, Derek Vaughan |
|
VERTS/ALE |
Bart Staes |
|
4 |
- |
|
ECR |
John Flack, Czesław Hoc |
|
ENF |
Jean-François Jalkh |
|
PPE |
Tomáš Zdechovský |
|
0 |
0 |
|
Significato dei simboli utilizzati:
+:favorevoli
-:contrari
0:astenuti
- [1] GU C 357 del 4.10.2018, pag. 315.
- [2] GU C 357 del 4.10.2018, pag. 323
- [3] GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.
- [4] GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3.
- [5] GU L 344 del 19.12.2013, pag. 1.
- [6] GU L 156 del 29.5.1998, pag. 108.
- [7] GU L 317 del 15.12.2000, pag. 355.
- [8] GU L 247 del 9.9.2006, pag. 32.
- [9] GU L 210 del 6.8.2013, pag. 1.
- [10] GU L 191 del 7.7.1998, pag. 53.
- [11] GU L 83 dell'1.4.2003, pag. 1.
- [12] GU L 78 del 19.3.2008, pag. 1.
- [13] GU L 58 del 3.3.2015, pag. 17.
- [14] GU C 357 del 4.10.2018, pag. 315.
- [15] GU C 357 del 4.10.2018, pag. 323
- [16] GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.
- [17] GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3.
- [18] GU L 344 del 19.12.2013, pag. 1.
- [19] GU L 156 del 29.5.1998, pag. 108.
- [20] GU L 317 del 15.12.2000, pag. 355.
- [21] GU L 247 del 9.9.2006, pag. 32.
- [22] GU L 210 del 6.8.2013, pag. 1.
- [23] GU L 191 del 7.7.1998, pag. 53.
- [24] GU L 83 dell'1.4.2003, pag. 1.
- [25] GU L 78 del 19.3.2008, pag. 1.
- [26] GU L 58 del 3.3.2015, pag. 17.
- [27]Relazione speciale n.9/2018: "Partenariati pubblico-privato nell'UE: carenze diffuse e benefici limitati".
- [28] Relazione speciale n.32/2018: "Il fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea per l'Africa: flessibile, ma non sufficientemente mirato".
- [29]Relazione speciale n.15/2018: "Il potenziamento della capacità delle forze di sicurezza interna in Niger e in Mali: i progressi sono solo lenti e limitati".
- [30] Relazione speciale n.20/2018: "L'architettura africana di pace e di sicurezza: occorre orientare diversamente il sostegno dell'UE".
- [31] Relazione speciale n.9/2018: "Partenariati pubblico-privato nell'UE: carenze diffuse e benefici limitati".
- [32] Relazione speciale n.32/2018.
- [33] Relazione speciale n.15/2018: "Il potenziamento della capacità delle forze di sicurezza interna in Niger e in Mali: i progressi sono solo lenti e limitati".
- [34] Relazione speciale n.20/2018: "L'architettura africana di pace e di sicurezza: occorre orientare diversamente il sostegno dell'UE".