RELAZIONEsulla relazione2022 della Commissione sulla Turchia
25.7.2023-(2022//2205())
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Nacho Sánchez Amor
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla relazione2022 della Commissione sulla Turchia
(2022//2205(INI))
Il Parlamento europeo,
–viste le conclusioni del Consiglio europeo del 23 giugno 2022, del 24 giugno 2021 e del 1ºottobre 2020 e tutte le pertinenti conclusioni in materia del Consiglio e del Consiglio europeo,
–vista la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del 25 marzo 2021 sulla Turchia,
–viste le dichiarazioni UE-Turchia del 18 marzo 2016 e del 29 novembre 2015,
–visti il quadro negoziale per la Turchia del 3ottobre2005 e il mandato ivi compreso, secondo cui l'eventuale adesione della Turchia all'UE, al pari di tutti i paesi candidati, dipende dal pieno rispetto dei criteri di Copenaghen, nonché dalla normalizzazione delle sue relazioni con tutti gli Stati membri dell'UE, ivi compresa la Repubblica di Cipro,
–vista la dichiarazione rilasciata dalla Comunità europea e dai suoi Stati membri il 21settembre2005, a seguito della dichiarazione resa dalla Turchia all'atto della firma del protocollo aggiuntivo all'accordo di Ankara il 29luglio2005, che stabilisce, tra l'altro, che il riconoscimento di tutti gli Stati membri è una componente necessaria dei negoziati, come lo è la piena attuazione del protocollo aggiuntivo all'accordo di Ankara nei confronti della totalità degli Stati membri, con l'eliminazione di tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, ivi comprese le restrizioni ai mezzi di trasporto, senza pregiudizi né discriminazioni,
–viste la comunicazione della Commissione, del 12 ottobre 2022, sulla politica di allargamento dell'UE () e la relazione 2022 concernente la Turchia che l'accompagna (SWD(2022)0333),
–vista la comunicazione della Commissione, del 24 maggio 2022, dal titolo "Sesta relazione annuale sullo strumento per i rifugiati in Turchia" (),
–visto il quadro di misure restrittive istituito dall'UE l'11novembre2019 in risposta alle attività di trivellazione non autorizzate della Turchia nel Mediterraneo orientale, rinnovato di recente dalla decisione (PESC) 2022/2186 del Consiglio dell'8novembre2022, che modifica la decisione (PESC) 2019/1894 concernente misure restrittive in considerazione delle attività di trivellazione non autorizzate della Turchia nel Mediterraneo orientale[1],
–visti i risultati delle elezioni presidenziali e parlamentari tenutesi in Turchia il 14 maggio 2023 e il secondo turno delle elezioni presidenziali del 28 maggio 2023,
–viste le dichiarazioni sui risultati e sulle conclusioni preliminari del 14 maggio 2023 e del 28 maggio 2023 della missione internazionale di osservazione elettorale nella Repubblica di Turchia pubblicate dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE),
–viste la risoluzione 2459 (2022) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del 12 ottobre 2022, sul rispetto degli obblighi e degli impegni da parte della Turchia e la relativa relazione del suo comitato di monitoraggio del 14 settembre 2022,
–visto l'articolo 46 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU), in cui si afferma che le parti contraenti si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive della Corte europea dei diritti dell'uomo sulle controversie nelle quali sono parti e visto, pertanto, l'obbligo della Turchia di attuare tutte le sentenze della Corte,
–viste le pertinenti risoluzioni del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, tra cui le risoluzioni interlocutorie del 2febbraio2022 e del 2dicembre2021 sull'esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Kavala contro Turchia, le risoluzioni interlocutorie del 9marzo2023 e del 2dicembre2021 sull'esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Selahattin Demirtaș contro Turchia (n.2) e la richiesta avanzata l'8giugno2023 dal Consiglio d'Europa per l'immediato rilascio di Osman Kavala, Figen Yüksekdağ e Selahattin Demirtaș,
–vista l'iniziativa per il trasporto sicuro dei cereali e dei prodotti alimentari dai porti ucraini (iniziativa sui cereali del Mar Nero) del 22 luglio 2022,
–vista l'indagine economica sulla Turchia, del 27 febbraio 2023, dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici,
–visto il fatto che la Turchia si colloca al 165ºposto su 180 paesi nell'indice sulla libertà di stampa nel mondo, pubblicato nel 2023 da Reporter senza frontiere,
–viste la dichiarazione dell'UNESCO del 10 luglio 2020 sulla basilica di Santa Sofia, Istanbul, e la decisione del Comitato del patrimonio mondiale dell'UNESCO del 31 luglio 2021,
–viste le sue precedenti risoluzioni sulla Turchia, in particolare quella del 7giugno2022 sulla relazione 2021 della Commissione sulla Turchia[2] e quella del 19maggio2021 sulle relazioni 2019-2020 della Commissione sulla Turchia[3] e quella del 26novembre2020 sull'intensificarsi delle tensioni a Varosia in seguito alle azioni illegali della Turchia e la necessità di riprendere con urgenza i colloqui[4],
–vista la sua risoluzione del 5 maggio 2022 sul caso di Osman Kavala in Turchia[5],
–vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2021 sulla relazione di attuazione sui fondi fiduciari dell'UE e lo strumento per i rifugiati in Turchia[6],
–viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quella del 15aprile2015 sul centenario del genocidio armeno[7],
–visto l'articolo 54 del suo regolamento,
–vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0247/2023),
A.considerando che in Turchia si sono tenute elezioni presidenziali e parlamentari nel maggio 2023;
B.considerando che l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) e l'Assemblea parlamentare dell'OSCE sono state invitate a osservare le elezioni del 14maggio 2023 in Turchia; che il Parlamento europeo non è stato invitato in ragione di accuse di trattamento iniquo;
C.considerando che la missione di osservazione congiunta dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell'OSCE, l'OSCE e l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) hanno rilevato che il quadro giuridico per le elezioni presidenziali e parlamentari non garantisce pienamente una base per lo svolgimento di elezioni democratiche e che le continue restrizioni alle libertà fondamentali di riunione, associazione ed espressione hanno ostacolato la partecipazione di alcuni politici e partiti dell'opposizione, nonché della società civile e dei media indipendenti;
D.considerando che il 6 febbraio 2023 terremoti devastanti hanno colpito la Turchia sudorientale, causando numerosi decessi e ingenti danni alle infrastrutture e facendo sì che 1,7 milioni di persone si trovassero in disperato bisogno di assistenza umanitaria in Turchia e nella Siria settentrionale; che 21Stati membri dell'UE hanno prontamente inviato squadre di ricerca e di soccorso in Turchia; che l'UE e i suoi partner internazionali si sono impegnati a stanziare 6,05 miliardi di EUR durante la conferenza internazionale dei donatori per fornire aiuti alla Turchia in seguito al terremoto;
E.considerando che la Turchia rimane un paese candidato all'adesione all'UE, un alleato della NATO e un partner fondamentale in materia di sicurezza, relazioni economiche e commerciali e migrazione; che la Turchia dovrebbe rispettare i valori democratici, lo Stato di diritto e i diritti umani, come pure il diritto dell'UE;
F.considerando che l'Unione europea e i suoi Stati membri sono partner della Turchia e del suo popolo, con cui l'Europa condivide profondi legami commerciali, culturali e storici; che la Turchia è il sesto maggiore partner commerciale dell'UE e che l'Unione europea è il maggiore partner commerciale della Turchia;
G.considerando che da anni la Turchia si sta allontanando in modo progressivo ma costante dai valori e dal quadro normativo dell'UE, il che rappresenta una tendenza alquanto allarmante che va aggravandosi, come dimostrato da una serie di leggi e misure che limitano lo Stato di diritto, le libertà fondamentali, i diritti umani e le libertà civili, nonché dalle sue azioni contrarie al diritto internazionale e alle relazioni di buon vicinato;
H.considerando che la spirale discendente in termini di diritti umani e di Stato di diritto non si è arrestata, come evidenziato dal fatto che la Turchia occupa il 165º°posto nell'elenco dei 180paesi dell'edizione 2023 dell'indice sulla libertà di stampa nel mondo, con una discesa di 16posizioni rispetto al 2022; che la Turchia si è classificata al 48º°posto su 49paesi per quanto riguarda i diritti umani delle persone LGBT secondo la Rainbow Europe Map 2022 pubblicata dalla sezione europea dell'Associazione internazionale di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (ILGA)-Europa;
I.considerando che, attualmente, il positivo programma presentato dall'UE nel 2021 è praticamente a un punto morto; che i negoziati di adesione all'UE sono di fatto bloccati dal 2018 a causa del deterioramento dello Stato di diritto e della democrazia in Turchia; che la Turchia deve dimostrare in modo credibile il suo impegno a favore di relazioni più strette e di un maggiore allineamento con l'Unione europea;
J.considerando che la Turchia è membro del Consiglio d'Europa ed è pertanto vincolata dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo;
K.considerando che, secondo la relazione della piattaforma per fermare i femminicidi "We Will Stop Femicide" (KCPD), nel 2022 in Turchia 334donne sono state uccise da uomini e 245donne sono state trovate morte in circostanze sospette; che, nella sua relazione del 2021, la piattaforma ha rilevato che 280donne sono state uccise e 217donne sono state trovate morte in circostanze sospette;
L.considerando che la guerra di aggressione russa sta causando cambiamenti geopolitici senza precedenti in Europa; che la posizione chiave della Turchia consente al paese di svolgere un ruolo strategico e determinante; che la Turchia è stata l'unico mediatore accettato sia dall'Ucraina che dalla Russia ed è stata determinante nel raggiungimento di un accordo in merito all'importante iniziativa sui cereali del Mar Nero; che la Turchia ha tuttavia deciso di non allinearsi alle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia; che, principalmente a causa di tale mancato allineamento, l'allineamento della politica estera della Turchia alle dichiarazioni della politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell'UE è peggiorato, passando dal 14% ad appena il 7% tra il 2021 e il 2022, che rappresenta di gran lunga la percentuale più bassa tra tutti i paesi dell'allargamento; che il commercio tra la Turchia e la Russia è quasi raddoppiato a partire dall'imposizione delle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia;
M.considerando che ora più che mai nelle relazioni UE-Turchia è necessario uno sforzo concertato a sostegno dello status quo precedente legalmente riconosciuto ovunque la Federazione russa abbia condotto guerre di aggressione o abbia violato il diritto internazionale o confini riconosciuti a livello internazionale;
N.considerando che la Turchia continua a essere un partner chiave per la stabilità nella più ampia regione mediterranea orientale e che le tensioni tra l'UE e la Turchia, in relazione alla situazione nel Mediterraneo orientale, si sono attenuate ma non sono cessate;
O.considerando che alla Turchia è stato ripetutamente chiesto di astenersi da qualsiasi azione che violi la sovranità e i diritti sovrani di tutti gli Stati membri dell'UE e che sia in violazione del diritto internazionale e dell'Unione;
P.considerando che, dopo un lungo ritardo, nel marzo2023 la Grande assemblea nazionale turca ha ratificato l'adesione della Finlandia alla NATO, consentendo al paese di aderire alla NATO; che il governo turco ha deliberatamente esercitato pressioni sulla Svezia e ne ha ritardato l'adesione alla NATO in un momento di storica aggressività russa;
Q.considerando che il 2022 ha visto un notevole approfondimento dell'integrazione finanziaria ed economica tra la Turchia e la Russia, visibile in molti settori e mercati tra cui quello bancario, immobiliare, turistico ed energetico;
R.considerando che, sebbene la crescita economica in Turchia sia rimasta costante, l'inflazione rimane ai massimi livelli da 20anni e gli squilibri esterni nell'economia si stanno aggravando;
S.considerando che la Turchia ospita il maggior numero di rifugiati al mondo, con quasi quattromilioni di rifugiati registrati, principalmente siriani, iracheni e afgani; che vi sono notizie attendibili di espulsioni di rifugiati residenti in Turchia e di respingimenti sommari di rifugiati ai confini della Turchia a seguito di un esame scarso o nullo delle loro domande di protezione internazionale;
Valutazione generale e ultimi sviluppi
1.prende atto dei risultati delle recenti elezioni presidenziali e parlamentari in Turchia e li considera un segno di continuità politica nel paese; accoglie con favore l'elevata affluenza alle urne e osserva che le elezioni sono state in gran parte pacifiche, nonostante episodi isolati di violenza, principalmente contro sostenitori dell'opposizione;
2.deplora tuttavia che, come risulta dalla missione di osservazione elettorale dell'OSCE/ODIHR, la mancanza di condizioni di parità abbia conferito un vantaggio ingiustificato al presidente in carica, come dimostrato, tra le altre questioni, dalla copertura mediatica oltremodo faziosa e iniqua; deplora altresì che il processo sia stato compromesso dalla dura retorica, dal linguaggio incendiario e discriminatorio, rivolto anche contro le minoranze, dalle continue intimidazioni e molestie nei confronti dei sostenitori di alcuni dei partiti di opposizione e dalle dichiarazioni false dei partiti al governo che associavano l'opposizione al terrorismo; sottolinea che per lungo tempo prima delle elezioni il governo turco ha esercitato il suo potere sulle istituzioni statali e sugli organismi di regolamentazione per controllare le narrazioni e i dibattiti nei media tradizionali e sui social media, per incarcerare giornalisti e politici e per rimuovere dai loro incarichi i funzionari eletti nella maggioranza curda al fine di penalizzare l'opposizione;
3.ribadisce la sua profonda tristezza per i terremoti letali e devastanti che hanno colpito la Turchia sud-orientale e la Siria il 6 febbraio 2023 e le sue sentite condoglianze alle famiglie delle vittime; accoglie con favore gli sforzi profusi a livello internazionale per il soccorso e la ripresa, in particolare da parte dell'UE e dei suoi Stati membri, e la rapida attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE per assistere le zone colpite, che dimostrano la forte solidarietà europea nei confronti del popolo turco; è persuaso che l'UE dovrebbe continuare a sostenere la popolazione della Turchia occupandosi delle sue esigenze umanitarie e partecipando ai suoi sforzi di ricostruzione; accoglie con favore, in particolare, i considerevoli impegni assunti in occasione della conferenza dei donatori convocata dalla Commissione e dalla Presidenza svedese del Consiglio e invita l'UE e gli Stati membri, nonché tutti gli altri donatori internazionali, a rispettare i loro impegni e a garantire che la progettazione, l'attuazione e la supervisione della ricostruzione e della risposta alle catastrofi siano trasparenti, sostenibili e sicure; sottolinea che la solidarietà europea potrebbe portare a un miglioramento tangibile delle relazioni tra l'UE e la Turchia; esprime preoccupazione per il fatto che il terremoto abbia rivelato problemi quali l'impreparazione del governo, le infrastrutture fatiscenti e la corruzione diffusa; deplora che durante le ore critiche successive al terremoto l'accesso a internet e ai social media sia stato notevolmente ridotto, il che ha influito sulle operazioni di soccorso, e che i giornalisti siano stati presi di mira, il che ha impedito il libero flusso delle informazioni;
4.è del parere che la guerra di aggressione russa nei confronti dell'Ucraina abbia inciso sulle relazioni tra l'UE e la Turchia, aggiungendo loro un'ulteriore dimensione, dal momento che la Turchia tenta di mantenere contemporaneamente legami sia con l'Occidente che con la Russia; si compiace del voto della Turchia in seno all'Assemblea generale dell'ONU a favore della condanna della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e del suo impegno a sostegno della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina; deplora, al contempo, il mancato sostegno della Turchia alle sanzioni emesse al di fuori del quadro delle Nazioni Unite; sottolinea che il tasso di allineamento della Turchia nell'ambito della PESC è sceso al minimo storico del 7% rispetto all'11% nel 2021; invita la Turchia a compiere passi significativi per allinearsi quanto prima alla PESC dell'UE, anche per quanto riguarda le sanzioni e la lotta all'elusione delle stesse;
5.accoglie con favore gli sforzi della Turchia per facilitare i colloqui tra l'Ucraina e la Russia e ribadisce il suo apprezzamento per il ruolo chiave rivestito dalla Turchia con le Nazioni Unite nell'intermediazione e nella difesa dell'iniziativa sui cereali del Mar Nero, che è stata fondamentale nel contribuire a contrastare una carenza mondiale di approvvigionamento alimentare, in particolare per quanto riguarda i cereali; osserva che, per quanto concerne le minacce ibride, nel contesto dei conflitti e delle crisi internazionali, la circolazione di false informazioni e propaganda sui social media e nei media tradizionali è stata osservata anche nel mondo dell'informazione turco; condanna il fatto che la Turchia non ha limitato le operazioni dei media russi nel contesto della guerra di aggressione russa nei confronti dell'Ucraina;
6.osserva che il commercio tra la Turchia e la Russia è quasi raddoppiato dall'inizio della guerra in Ucraina e che sussiste un rischio elevato che beni e tecnologie oggetto di sanzioni, come i semiconduttori, possano passare attraverso il territorio turco; sottolinea il particolare rischio rappresentato dall'elusione delle sanzioni, che consente trasferimenti alla Russia di tecnologie a duplice uso, che potrebbero in definitiva essere utilizzate dall'esercito russo in Ucraina; prende atto delle misure parziali adottate negli ultimi mesi dalle autorità turche per impedire la riesportazione e il transito diretto verso la Russia di merci soggette a sanzioni dell'UE; esorta tuttavia la Turchia a impegnarsi di più per fare in modo di non essere più un punto nodale per le entità e le persone che desiderano eludere le sanzioni, al fine di assicurare pienamente, con mezzi giuridici e normativi, che le sanzioni non siano mai eluse sul suo territorio, e per adottare tutte le misure necessarie a tale riguardo, anche punendo le entità e le persone; deplora che l'elusione delle sanzioni dell'UE da parte della Turchia comprometta gli sforzi collettivi e invita la Commissione a esaminare l'aumento degli scambi tra la Russia e la Turchia e a valutare i flussi commerciali pertinenti che potrebbero indicare un'elusione delle sanzioni; esprime inoltre preoccupazione per il fatto che un numero crescente di cittadini russi, compresi gli oligarchi, si stia stabilendo nelle principali città turche e nelle regioni costiere, contribuendo a repentini aumenti dei prezzi sui mercati degli affitti e degli immobili, da dove costoro proseguono le loro attività economiche e commerciali immettendo grandi quantità di capitale russo nel sistema turco; sottolinea la propria aspettativa che la Turchia non diventi un porto sicuro per i capitali e gli investimenti russi; manifesta preoccupazione per la stretta cooperazione della Turchia con la Russia nello sviluppo di grandi centrali nucleari, tra cui la centrale nucleare di Akkuyu, che è in costruzione e sarà gestita dalla società statale russa per l'energia atomica Rosatom, che ne è anche proprietaria;
7.deplora fortemente, nel contesto dell'invasione russa dell'Ucraina e del cambiamento dell'architettura di sicurezza nel continente europeo, il ritardo nella ratifica dell'adesione della Svezia alla NATO in seguito al precedente ritardo nell'adesione della Finlandia alla NATO, che ha soltanto favorito la Russia e mina le relazioni tra la Turchia e i suoi alleati della NATO; denuncia inoltre, in tale contesto, i tentativi di minare le libertà democratiche negli Stati membri dell'UE mediante la strumentalizzazione del consenso concesso all'adesione della Svezia alla NATO; prende atto del fatto che, a seguito di ulteriori consultazioni, il 10 luglio 2023 il presidente della Turchia ha infine convenuto di trasmettere quanto prima il protocollo di adesione della Svezia alla Grande assemblea nazionale della Turchia e di collaborare strettamente con l'Assemblea per garantire la ratifica; esorta la Turchia a ratificare senza ulteriori indugi l'adesione della Svezia alla NATO; invita le autorità turche a mantenere la promessa di collaborare in modo più costruttivo all'interno della NATO, anche nel Mediterraneo orientale; sottolinea che il processo di adesione alla NATO di un paese non può in alcun modo essere collegato al processo di adesione all'UE di un altro paese, in quanto il processo di adesione all'Unione europea dell'altro paese continua a essere basato sui meriti propri del paese in questione;
8.ritiene che, in termini di diritti umani e Stato di diritto, il quadro desolante delineato nella sua risoluzione del 7 giugno 2022 sulla relazione 2021 della Commissione sulla Turchia rimanga valido, e ribadisce il contenuto di tale risoluzione; appoggia pienamente la risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa del 12ottobre2022 e la relativa relazione del suo comitato di monitoraggio sul rispetto degli obblighi e degli impegni da parte della Turchia, nonché le risoluzioni adottate dal comitato dei ministri del Consiglio d'Europa in attesa dell'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, che illustrano nel dettaglio l'ampia gamma di gravi carenze in materia di diritti umani, costantemente segnalate da organizzazioni per i diritti umani note a livello locale e internazionale;
9.è preoccupato per il fatto che la tendenza negativa è ben lontana dall'arrestarsi o dal subire un'inversione di tendenza e che nell'ultimo anno la regressione della democrazia in Turchia è proseguita, con la modifica di diverse leggi che inaspriscono la censura online e limitano l'accesso alle informazioni con il pretesto di prevenire la cattiva informazione; è costernato anche dall'incessante repressione di qualsiasi voce critica, in particolare prima e durante le recenti elezioni; denuncia il fatto che il governo turco, con una serie di leggi tra cui quella sui social media del 2020, quella sull'antiriciclaggio del 2021 e quella sulla disinformazione del 2022, ha costruito una complessa rete legislativa che funge da strumento per controllare e mettere a tacere sistematicamente giornalisti, operatori dei media, organizzazioni della società civile, attivisti politici, docenti universitari e artisti; afferma con rammarico che la Turchia è ormai diventata un modello a livello mondiale per quanto riguarda le pratiche autoritarie; manifesta inquietudine per la quantità crescente di notizie false nell'ambiente turco dei social media, ma esprime forte preoccupazione per la legge draconiana sulla disinformazione adottata nell'ottobre2022, che rafforza il controllo del governo sulle piattaforme dei social media e sui siti di notizie online, introducendo pene detentive per la pubblicazione di "disinformazione e notizie false"; sostiene che il carattere vago con cui il disegno di legge definisce i concetti di "disinformazione" e "intento" mette milioni di utenti di internet della Turchia, comprese le piccole e medie imprese, a rischio di azioni giudiziarie per aver pubblicato informazioni con cui il governo è in disaccordo; ritiene che il governo turco incoraggi pertanto l'autocensura attraverso l'intimidazione; esprime preoccupazione per la diffusione della propaganda di Stato, in particolare per quella veicolata dall'Agenzia di stampa pubblica Anadolu;
10.condanna la mancanza di indipendenza della magistratura e la strumentalizzazione politica del sistema giudiziario e sottolinea che tale settore preoccupa estremamente l'UE, poiché l'indipendenza del sistema giudiziario rappresenta la pietra miliare di un sistema democratico funzionante al servizio e a favore della popolazione; continua a essere preoccupato per le gravi restrizioni alle libertà fondamentali, in particolare la libertà di espressione e di associazione, di cui il caso Gezi rimane emblematico, e per i continui attacchi ai diritti fondamentali dei membri dell'opposizione, dei difensori dei diritti umani, degli avvocati, dei sindacalisti, dei membri delle minoranze, dei giornalisti, degli appartenenti al mondo accademico e degli attivisti della società civile, anche attraverso vessazioni giudiziarie e amministrative, l'uso arbitrario delle leggi antiterrorismo, la stigmatizzazione e chiusura delle associazioni; si augura che tutti i settori della società civile organizzata della Turchia avranno la possibilità di portare avanti il proprio lavoro e le proprie attività liberamente, dal momento che ciò potrebbe rafforzare la democrazia turca; esprime preoccupazione per le segnalazioni che denunciano violenze eccessive inflitte ai prigionieri; sottolinea con fermezza la necessità di assicurare un trattamento umano a tutti i prigionieri, in conformità ai diritti umani fondamentali;
11.invita la Turchia a dare piena attuazione a tutte le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, in linea con l'articolo46 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che costituisce un obbligo incondizionato derivante dall'adesione della Turchia al Consiglio d'Europa; esprime sgomento per il fatto che le autorità turche, in particolare la magistratura, continuano a non rispettare e a non applicare le sentenze fondamentali della Corte europea dei diritti dell'uomo, come quelle relative ai casi di Selahattin Demirtaş e Osman Kavala, per i quali la Turchia è sottoposta a storiche procedure di infrazione presso il Consiglio d'Europa;
12.condanna le azioni penali, la censura e le vessazioni persistenti nei confronti di giornalisti e media indipendenti in Turchia; esprime inoltre preoccupazione per il fatto che giornalisti e oppositori politici provenienti dalla Turchia sono presi di mira nell'Unione; invita le autorità turche a consentire alle organizzazioni della società civile, agli avvocati e ad altri rappresentanti legali nonché alla stampa di operare per assolvere alle loro funzioni, nell'ambito del loro mandato, e di esercitare la loro professione liberamente, poiché ciò favorisce l'esistenza di una democrazia e di società complessivamente più sane;
13.deplora gli attacchi ai partiti politici e ai membri dell'opposizione che sono sottoposti a crescenti pressioni; teme che, dopo le ultime elezioni, la repressione e la persecuzione dell'opposizione politica si intensificheranno a causa del peggioramento della situazione economica del paese; è particolarmente preoccupato per la continua repressione di politici, giornalisti, avvocati e artisti curdi, tra cui per le detenzioni di massa avvenute prima delle elezioni, nonché per lo scioglimento in corso del Partito democratico dei popoli; esprime apprensione osservando il ricorso che viene fatto alla magistratura per influenzare le decisioni politiche dei partiti di opposizione, come il caso che riguarda il sindaco dell'area metropolitana di Istanbul;
14.manifesta profonda inquietudine per il deterioramento dei diritti delle donne, la violenza di genere e l'aumento dei femminicidi, che riflettono le gravi carenze per quanto riguarda l'efficacia della protezione delle donne in Turchia; esprime apprensione, in particolare, per i "delitti d'onore"; deplora la mancanza di dati ufficiali affidabili sui femminicidi, sebbene esistano relazioni elaborate in modo coerente da parte delle organizzazioni per i diritti delle donne; invita le autorità turche a sostenere le vittime sopravvissute alla violenza contro le donne e a fare in modo che i responsabili rispondano delle loro azioni; manifesta preoccupazione per gli scontri tra manifestanti e polizia verificatisi l'8marzo 2023, data in cui centinaia di donne e attivisti LGBT+ hanno partecipato alla ventesima marcia annuale delle donne a Istanbul; ribadisce la sua ferma condanna del ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, avvenuto mediante decreto presidenziale, che costituisce un'importante battuta d'arresto per quanto riguarda gli sforzi volti a promuovere i diritti delle donne nel paese e ribadisce il suo invito al governo della Turchia a revocare questa decisione inaccettabile e a rispettare i trattati, le convenzioni e gli obblighi internazionali di cui è parte e ad agire in loro conformità; invita la Turchia ad adottare rapidamente un piano d'azione nazionale efficace per contrastare i matrimoni infantili e i matrimoni forzati;
15.esprime preoccupazione per il dilagare dell'incitamento all'odio e della discriminazione nei confronti della comunità LGBTI+; deplora i continui attacchi e vessazioni nei confronti delle persone LGBTI+ e in particolare il ricorso alla retorica anti-LGBTI da parte di politici e funzionari pubblici di alto livello, compreso il Presidente della Repubblica; deplora il fatto che dal 2014 le autorità abbiano vietato i Pride nelle maggiori città, tra cui Istanbul; ricorda che gli obblighi della Turchia previsti dalla CEDU comportano la responsabilità di combattere la discriminazione e la violenza nei confronti delle persone LGBTI+ ed esorta le autorità turche a rispettare i propri impegni e ad aggiungere l'orientamento sessuale, l'identità di genere e le caratteristiche sessuali quali motivi protetti nelle disposizioni antidiscriminazione;
16.continua a nutrire profonda preoccupazione per la cosiddetta questione curda e ribadisce l'urgenza di riprendere un processo politico credibile che coinvolga tutte le parti interessate e le forze democratiche al fine di giungere a una soluzione pacifica; invita il nuovo governo turco a procedere in tal senso promuovendo il dialogo e la riconciliazione; è allarmato per la grave e crescente repressione nei confronti della comunità curda, in particolare nel sud-est del paese, compresa l'ulteriore limitazione dei diritti culturali e le restrizioni giuridiche all'uso della lingua curda come lingua di insegnamento in ambito educativo;
17.prende atto dell'ingresso nel parlamento turco, nelle ultime elezioni, di partiti islamisti di estrema destra all'interno della coalizione di governo; è preoccupato per il crescente peso dell'agenda islamista nel processo legislativo e in molte sfere della pubblica amministrazione, anche attraverso l'estensione dell'influenza del direttorio per gli affari religiosi (Diyanet) nel sistema di istruzione;
18.osserva che non sono stati registrati progressi significativi per quanto riguarda la protezione dei diritti delle minoranze etniche e religiose; invita la Turchia a dare piena attuazione a tutte le pertinenti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e alle raccomandazioni del Consiglio d'Europa sulla protezione dei diritti di proprietà delle minoranze e a introdurre una legislazione che consenta a tutte le comunità religiose e le minoranze etniche di acquisire personalità giuridica, attuando le pertinenti raccomandazioni della Commissione di Venezia; invita le autorità turche a indagare e perseguire efficacemente le persone responsabili di qualsiasi forma di incitamento all'odio nei confronti delle minoranze o di vandalismo contro i siti religiosi;
19.esprime profonda preoccupazione per la continua iperconcentrazione del potere nelle mani della presidenza turca, senza alcun efficace sistema di bilanciamento dei poteri, il che ha gravemente eroso le istituzioni democratiche del paese; sottolinea che la mancanza di autonomia in più livelli amministrativi, dovuta all'estrema dipendenza dal presidente per tutti i tipi di decisioni nell'ambito di un regime guidato da un solo uomo, può portare a un sistema disfunzionale, come dimostrato dalla lentezza di reazione alle devastanti conseguenze dei terremoti di febbraio;
20.giunge alla conclusione che il governo turco non ha alcun interesse a colmare il persistente e crescente divario tra la Turchia e l'UE in materia di valori e norme, in quanto il paese ha dimostrato negli ultimi anni una chiara mancanza di volontà politica di attuare le riforme necessarie, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto, i diritti fondamentali e la protezione e l'inclusione di tutte le minoranze etniche, religiose e sessuali; giunge inoltre alla conclusione che il governo turco non ha mostrato alcun interesse a rispettare e sostenere i criteri di Copenaghen e ad allinearsi alle politiche e agli obiettivi dell'UE;
21.esprime preoccupazione per il cattivo funzionamento dell'economia di mercato della Turchia, in particolare per quanto riguarda la conduzione delle politiche monetarie e fiscali e il contesto istituzionale e normativo, nonché per l'interferenza diretta del presidente turco nella politica monetaria; ritiene che il governo dovrà ora affrontare le vulnerabilità economiche e gli alti livelli di inflazione; invita il governo a ripristinare la credibilità delle istituzioni più importanti come la Banca centrale turca e l'Istituto di statistica turco; ritiene che relazioni più solide e oneste con l'UE contribuirebbero ad alleviare alcune difficoltà e favorirebbero un miglioramento del tenore di vita della popolazione turca;
22.invita la Turchia a compiere progressi nell'allineamento alle direttive e al corpus legislativo dell'UE in materia di ambiente e azione per il clima; elogia il lavoro dei difensori dei diritti ambientali turchi; accoglie con favore la decisione del governo turco di ratificare l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e il suo impegno a favore della neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2053; deplora che a tale impegno non stiano facendo seguito azioni specifiche; deplora inoltre che, sebbene la Turchia abbia stabilito obiettivi ambiziosi in settori che comprendono il controllo dell'inquinamento, la gestione dei rifiuti e la lotta ai cambiamenti climatici, l'applicazione resta debole e la gestione delle crisi economiche in corso ha avuto la precedenza sugli sforzi per il raggiungimento di un'economia sostenibile; invita la Turchia ad aumentare il suo contributo alla tutela del clima e della biodiversità e a dare priorità all'adozione di una propria normativa sul clima; ribadisce il suo invito al governo turco a sospendere i piani riguardanti la centrale nucleare di Akkuyu che, essendo ubicata in una regione altamente sismica, rappresenta una seria minaccia non solo per la Turchia, ma anche per la regione del Mediterraneo; invita la Turchia, a tale proposito, ad aderire alle convenzioni di Espoo e di Aarhus della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite e ribadisce il suo invito al governo turco a coinvolgere i governi dei paesi vicini in relazione a qualsiasi ulteriore sviluppo del progetto di Akkuyu;
23.accoglie con favore, dopo un periodo di conflittualità, i recenti passi avanti compiuti dalla Turchia verso la normalizzazione delle relazioni con diversi paesi, come l'Armenia, l'Egitto, Israele e gli Stati del Golfo; invita la Turchia a dare seguito a tali sviluppi positivi con azioni concrete nei confronti di tutti i vicini; accoglie con favore la partecipazione della Turchia ai vertici della comunità politica europea; resta tuttavia preoccupato per il fatto che la politica estera della Turchia continua a scontrarsi sotto molti aspetti con gli interessi dell'UE e, lungi dall'avvicinarsi di più a quest'ultima, se n'è ulteriormente discostata nell'ultimo anno, raggiungendo un minimo storico di allineamento con appena il 7% delle decisioni di politica estera e di sicurezza comune, secondo l'ultima relazione della Commissione sulla Turchia;
24.condanna le operazioni militari della Turchia in Siria e la sua occupazione illegale delle aree nella Siria settentrionale e denuncia il fatto che la Turchia e le fazioni siriane locali violano i diritti dei civili e limitano le loro libertà impunemente nei territori occupati dai turchi; si rammarica del fatto che l'occupazione sia stata accompagnata dalla fuga di gran parte della popolazione, il cui ritorno ad oggi è reso impossibile a causa degli occupanti turchi e delle loro milizie islamiste locali alleate; ribadisce che una nuova incursione via terra in Siria avrebbe gravi implicazioni per la sicurezza internazionale;
25.esprime preoccupazione per gli attacchi aerei della Turchia nella Siria settentrionale e in Iraq, in particolare contro la regione di Sinjar, patria del popolo yezida che ha subito il genocidio per mano dell'ISIS nel 2014, e per la continua presenza militare sul territorio iracheno; ribadisce che le popolazioni civili non dovrebbero mai essere vittime dell'autodifesa militare; chiede alle autorità turche di dar prova di moderazione nel pieno rispetto delle norme internazionali;
26.deplora che le posizioni e la politica della Turchia nei confronti della Libia siano rimaste sostanzialmente invariate; rileva con preoccupazione che a ottobre 2022 la Turchia ha firmato un nuovo protocollo d'intesa sugli idrocarburi con il governo di unità nazionale libico, che potrebbe avere gravi conseguenze per la stabilità della regione nella misura in cui comporterebbe un'attuazione diretta o indiretta dei due protocolli d'intesa illegali del 2019 sulla cooperazione militare e la delimitazione marittima; invita la Turchia a collaborare all'operazione IRINI nell'applicazione dell'embargo sulle armi nei confronti della Libia e nella lotta alla tratta di esseri umani;
27.sottolinea la crescente importanza dei Balcani occidentali nella politica estera della Turchia e i legami speciali di quest'ultima con paesi come la Bosnia-Erzegovina e la Serbia, che è il principale interlocutore della Turchia per gli affari balcanici;
28.esprime preoccupazione per l'ingerenza della Turchia negli Stati membri dell'UE, che prende di mira i cittadini europei di origine turca; invita la Commissione ad attuare le raccomandazioni della commissione speciale sulle ingerenze straniere (ING2) nel pacchetto per la difesa della democrazia, al fine di contrastare le ingerenze da parte di autorità straniere; invita le divisioni StratCom del Servizio europeo per l'azione esterna a documentare i sospetti di disinformazione turca nei confronti dell'UE e a riferire le proprie conclusioni al Parlamento europeo;
29.rammenta che, in quanto membro della NATO, la Turchia svolge un ruolo geostrategico nel garantire la sicurezza regionale ed europea ed è tenuta ad agire in conformità agli obblighi della NATO;
30.sostiene la normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Turchia nell'interesse della riconciliazione, della stabilità e della sicurezza della regione, nonché dello sviluppo socioeconomico, e accoglie con favore i progressi raggiunti finora; valuta positivamente la presenza del primo ministro dell'Armenia all'insediamento del neoeletto presidente della Turchia; chiede l'attuazione rapida degli accordi conclusi dai rappresentanti speciali dei governi turco e armeno, come l'apertura dello spazio aereo e della frontiera tra i due paesi; invita entrambe le parti a impegnarsi nel processo in buona fede e senza precondizioni; auspica che ciò possa portare a una dinamica di normalizzazione delle relazioni nella regione del Caucaso meridionale; incoraggia nuovamente la Turchia a riconoscere il genocidio armeno al fine di aprire la strada a un'autentica riconciliazione tra i popoli turco e armeno, nonché a rispettare pienamente i propri obblighi di protezione del patrimonio culturale armeno;
31.elogia gli sforzi compiuti dalla Turchia per continuare a ospitare la più grande popolazione di rifugiati al mondo, che conta quasi 4milioni di persone; accoglie con favore, a tale proposito, la continua erogazione di finanziamenti dell'UE destinati ai rifugiati e alle comunità di accoglienza in Turchia ed esprime il proprio forte impegno a sostenerla in futuro; invita la Commissione a presentare una proposta atta al proseguimento dei finanziamenti a favore dei rifugiati siriani e delle comunità di accoglienza in Turchia dopo il 2024; invita la Commissione ad adottare la massima trasparenza e precisione nell'assegnazione dei fondi nell'ambito del successore dello strumento per i rifugiati in Turchia, e chiede di assicurare che tali fondi siano assegnati per la maggior parte direttamente ai rifugiati e alle comunità ospitanti e che siano gestiti da organizzazioni che garantiscano la responsabilità e la trasparenza; sostiene una valutazione obiettiva della cooperazione tra l'UE e la Turchia su questioni riguardanti i rifugiati e la migrazione e sottolinea l'importanza che entrambe le parti rispettino i rispettivi impegni assunti nel quadro della dichiarazione congiunta UE-Turchia del 2016 e dell'accordo di riammissione UE-Turchia nei confronti di tutti gli Stati membri, comprese la ripresa della riammissione dei migranti rimpatriati dalle isole greche e l'attivazione del programma volontario di ammissione umanitaria; ribadisce che le autorità turche dovrebbero effettuare i rimpatri solo su base volontaria e solo se li effettuano in condizioni di sicurezza; si oppone fermamente a qualsiasi strumentalizzazione dei migranti da parte del governo turco; sottolinea la necessità di assicurare la tutela dei diritti e delle libertà di tutti i rifugiati e i migranti; osserva che, a seguito della deplorevole strumentalizzazione dei rifugiati da parte della Turchia, negli ultimi anni a Cipro si è registrato un continuo aumento delle domande di asilo; ricorda l'obbligo della Turchia di adottare tutte le misure necessarie per prevenire la creazione di nuove rotte marittime o terrestri per la migrazione illegale dalla Turchia verso l'UE; è estremamente preoccupato per le segnalazioni attendibili di deportazioni arbitrarie e respingimenti sommari di persone fermate nel tentativo di attraversare la frontiera; condanna gli attacchi xenofobi nei confronti dei rifugiati in Turchia e la retorica ostile ai rifugiati e agli immigrati fomentata dai politici turchi; deplora la mancanza di accesso, da parte delle organizzazioni internazionali e nazionali, agli oltre 30 centri di permanenza per i rimpatri in Turchia ai fini del monitoraggio e della prestazione di assistenza; invita la Commissione a garantire che i progetti finanziati dall'UE siano accessibili e adeguatamente monitorati;
32.accoglie con favore l'allentamento delle tensioni recentemente osservato nel Mediterraneo orientale e lo slancio positivo che sembra essersi sviluppato negli ultimi tempi, in particolare a seguito dei terremoti di febbraio, e auspica una nuova era per la politica estera turca che possa produrre risultati positivi nelle relazioni bilaterali tra il paese e tutti gli Stati membri dell'UE; resta pienamente consapevole del fatto che qualsiasi dinamica positiva può essere facilmente invertita in qualsiasi momento, mentre le questioni sottostanti rimangono irrisolte; esprime preoccupazione per le dichiarazioni di alcuni funzionari turchi che contestano la sovranità delle isole greche; invita la Turchia a rispettare la sovranità di tutti gli Stati membri dell'UE sulle loro acque territoriali e sul loro spazio aereo, nonché i loro diritti sovrani, compreso tra l'altro il diritto di esplorare e sfruttare le risorse naturali, conformemente al diritto dell'UE e internazionale; esprime piena solidarietà alla Grecia e alla Repubblica di Cipro; ribadisce il proprio invito alla Turchia a dar prova di un autentico impegno collettivo per quanto riguarda la risoluzione delle questioni connesse alla delimitazione delle zone economiche esclusive e della piattaforma continentale sia nel Mar Egeo che nel Mediterraneo orientale, in buona fede e in linea con il diritto internazionale e il principio delle relazioni di buon vicinato, nonché ad astenersi da qualsiasi azione o minaccia illegale unilaterale; esprime profonda apprensione per il fatto che la Turchia continui a sostenere una minaccia formale di guerra nei confronti della Grecia (casus belli), nel caso in cui quest'ultima eserciti il suo diritto legittimo di estendere le proprie acque territoriali fino a 12 miglia nautiche nel Mar Egeo, conformemente all'articolo3 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare; esorta tutte le parti interessate a impegnarsi in buona fede nella risoluzione pacifica delle controversie;
33.si rammarica del fatto che il problema di Cipro persista; ribadisce fermamente che l'unica soluzione sostenibile al problema di Cipro è una risoluzione equa, globale e praticabile, anche nei suoi aspetti esterni, nel quadro delle Nazioni Unite, sulla base di una federazione bicomunitaria e bizonale con un'unica personalità giuridica internazionale, un'unica sovranità, un'unica cittadinanza e uguaglianza politica, come stabilito nelle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e conformemente al diritto internazionale e nel rispetto dei principi su cui si fonda l'Unione; deplora che il governo turco abbia abbandonato la base concordata di una soluzione e il quadro delle Nazioni Unite al fine di difendere da solo una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati a Cipro; invita la Turchia ad abbandonare tale inaccettabile proposta di soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati; condanna con forza qualsiasi azione volta a facilitare o assistere in qualsiasi modo il riconoscimento internazionale dell'entità secessionista illegale a Cipro e sottolinea che tali azioni danneggiano gravemente gli sforzi tesi a creare un ambiente favorevole alla ripresa dei negoziati di risoluzione sotto l'egida delle Nazioni Unite; sostiene tutte le proposte costruttive volte a superare la situazione di stallo nel processo di risoluzione e chiede all'UE di impegnarsi più attivamente a tale riguardo; condanna il fatto che la Turchia continui a violare le risoluzioni 550(1984) e 789(1992) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che invitano la Turchia a trasferire la zona di Varosia ai suoi legittimi abitanti nell'ambito dell'amministrazione temporanea delle Nazioni Unite, sostenendo l'apertura della città al pubblico; ritiene che tale violazione comprometta la fiducia reciproca e, di conseguenza, la prospettiva di una ripresa di colloqui diretti su una soluzione globale al problema di Cipro; esorta nuovamente la Turchia a fare marcia indietro riguardo alle sue azioni illegali e unilaterali a Varosia; invita inoltre la Turchia a ritirare le sue truppe da Cipro e ad astenersi da qualsiasi azione unilaterale che rafforzi la divisione permanente dell'isola e dall'intraprendere azioni che possano alterare l'equilibrio demografico; chiede con urgenza che i negoziati sulla riunificazione di Cipro siano ripresi quanto prima, sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite, da dove si erano interrotti nel 2017 a Crans-Montana; ribadisce il suo appello alla Turchia affinché adempia all'obbligo di attuare integralmente e in modo non discriminatorio il protocollo aggiuntivo dell'accordo di Ankara nei confronti di tutti gli Stati membri, compresa la Repubblica di Cipro; rimane preoccupato per le restrizioni all'istruzione cui devono far fronte i greco-ciprioti nelle enclavi; deplora che la Turchia non abbia ancora compiuto progressi verso la normalizzazione delle sue relazioni con la Repubblica di Cipro; sottolinea che la cooperazione con tutti gli Stati membri dell'UE, compresa la Repubblica di Cipro, rimane essenziale in settori quali la giustizia e gli affari interni, nonché il diritto in materia di aviazione e le comunicazioni del traffico aereo; deplora il continuo rifiuto della Turchia di conformarsi al diritto dell'aviazione e il suo rifiuto di consentire alle navi battenti bandiera di uno Stato membro di accedere agli stretti del Bosforo e dei Dardanelli; è del parere che in tale contesto la Turchia potrebbe dimostrare il proprio impegno a favore di misure di rafforzamento della fiducia;
34.invita nuovamente la Turchia a fornire alla comunità turco-cipriota lo spazio necessario per agire in conformità del proprio ruolo di comunità legittima dell'isola, un diritto garantito dalla Costituzione della Repubblica di Cipro; rinnova il suo invito alla Commissione a profondere l'impegno necessario per collaborare con la comunità turco-cipriota, ribadendo che il suo posto è nell'Unione europea; invita tutte le parti coinvolte a dar prova di un approccio più coraggioso per avvicinare le comunità; sottolinea la necessità di attuare il corpus legislativo dell'UE in tutta l'isola a seguito della soluzione globale del problema di Cipro; evidenzia nel frattempo che la Repubblica di Cipro ha la responsabilità di intensificare gli sforzi per facilitare l'impegno dei turco-ciprioti con l'UE; elogia l'importante lavoro svolto dal comitato bicomunitario per le persone scomparse e ribadisce il suo invito alla Turchia a intensificare gli sforzi per fornire informazioni fondamentali dai suoi archivi militari, nonché l'accesso ai testimoni nelle zone chiuse; invita la Turchia a cooperare con le pertinenti organizzazioni internazionali, in modo particolare con il Consiglio d'Europa, per prevenire e combattere il traffico illecito e la distruzione deliberata del patrimonio culturale; condanna i ripetuti tentativi della Turchia di intimidire e imbavagliare i giornalisti turco-ciprioti e i cittadini progressisti della comunità turco-cipriota, violando così il loro diritto alla libertà di opinione e di espressione;
Prospettive future per le relazioni UE-Turchia
35.ribadisce la sua ferma convinzione che la Turchia sia un paese di rilevanza strategica in termini politici, economici, energetici e di politica estera, un partner fondamentale per la stabilità della regione in generale e un alleato importante, anche nel quadro della NATO; ribadisce che l'UE è impegnata a perseguire le migliori relazioni possibili con la Turchia sulla base del dialogo, del rispetto e della fiducia reciproca, in linea con il diritto internazionale e le relazioni di buon vicinato; chiede che le relazioni UE-Turchia si basino su una visione a lungo termine e si fondino sulla cooperazione e non sullo scontro;
36.ritiene, alla luce di quanto precede, che in assenza di un drastico cambiamento di rotta da parte del governo turco il processo di adesione della Turchia all'UE non possa essere ripreso nelle circostanze attuali; esorta il governo turco, le istituzioni e gli Stati membri dell'Unione europea a superare l'attuale situazione di stallo e a procedere verso un partenariato più stretto, dinamico e strategico; raccomanda di affrontare la questione con il massimo livello di responsabilità e dedizione e di avviare un processo di riflessione per individuare un quadro parallelo e realistico per le relazioni UE-Turchia che contempli gli interessi di tutte le parti coinvolte; invita pertanto la Commissione a valutare le possibili configurazioni di un quadro reciprocamente vantaggioso attraverso un processo globale e inclusivo, come un accordo di associazione aggiornato;
37.insiste sul fatto che la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, nonché il rispetto reciproco della sovranità, dell'integrità territoriale e dei diritti delle minoranze, dovrebbero rimanere al centro delle relazioni di buon vicinato tra l'UE e la Turchia e che qualsiasi quadro per tali relazioni dovrebbe essere saldamente sostenuto dai principi del diritto internazionale e del multilateralismo;
38.riconosce ed elogia le aspirazioni democratiche e filoeuropee della maggior parte della società turca (in particolare tra i giovani turchi), che l'UE non intende abbandonare; esprime il suo massimo impegno a rafforzare e incrementare il sostegno alla società civile indipendente della Turchia, compresa l'assistenza finanziaria diretta, in qualsiasi circostanza e in qualsiasi contesto di relazioni che il futuro possa riservare, anche monitorando regolarmente la situazione relativa al diritto alla libertà di riunione e di associazione in Turchia, nonché la protezione dei difensori dei diritti umani e la riduzione dello spazio civico; ribadisce la propria richiesta di rafforzare e approfondire la conoscenza e la comprensione reciproche tra la società turca e le società degli Stati membri dell'UE, promuovendo la crescita culturale, gli scambi socioculturali e contrastando ogni manifestazione di pregiudizio sociale, religioso, etnico o culturale; incoraggia la Turchia e l'UE a promuovere valori condivisi sostenendo i giovani, stimolando la loro partecipazione e sfruttando le loro precedenti esperienze di cooperazione nel settore della ricerca e dell'istruzione; accoglie con favore, a tale riguardo, gli accordi che stabiliscono la partecipazione della Turchia a Orizzonte Europa, a Erasmus+ e al corpo europeo di solidarietà per il periodo 2021-2027 e chiede un maggiore sostegno dell'UE a tali programmi;
39.ribadisce il proprio sostegno a favore di un'unione doganale potenziata con un ambito di applicazione più ampio e reciprocamente vantaggioso, che potrebbe comprendere un'ampia gamma di settori di interesse comune, tra cui la digitalizzazione e l'allineamento al Green Deal; insiste sul fatto che tale modernizzazione dovrebbe basarsi su una forte condizionalità relativa ai diritti umani e alle libertà fondamentali, al rispetto del diritto internazionale e alle relazioni di buon vicinato, e che potrà realizzarsi solo quando la Turchia avrà dato piena attuazione al protocollo aggiuntivo per estendere l'accordo di Ankara a tutti gli Stati membri senza riserve e in modo non discriminatorio; sottolinea che entrambe le parti devono essere pienamente consapevoli di tale condizionalità democratica fin dall'avvio dei negoziati, in quanto il Parlamento non presterà il proprio consenso all'accordo finale in assenza di progressi in tale settore; deplora che l'attuale unione doganale non realizzerà appieno il suo potenziale fino a quando la Turchia non darà piena ed efficace attuazione al protocollo aggiuntivo nei confronti di tutti gli Stati membri in modo non discriminatorio; resta disposto a progredire verso la liberalizzazione dei visti non appena le autorità turche avranno soddisfatto i sei parametri in sospeso e questi saranno effettivamente rispettati in modo non discriminatorio nei confronti di tutti gli Stati membri; deplora profondamente i continui tentativi da parte delle autorità turche di accusare l'UE di non aver compiuto progressi su questo fascicolo, pur non adottando le misure necessarie per conformarsi ai sei parametri di riferimento noti; incoraggia gli Stati membri a introdurre misure per istituire una procedura accelerata per i visti per gli studenti Erasmus turchi;
°
°°
40.incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, al Consiglio e alla Commissione; chiede che la presente risoluzione sia tradotta in turco e trasmessa al Presidente, al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.
MOTIVAZIONE
La relazione sostiene che, in assenza di un drastico cambiamento di rotta da parte del governo turco, il processo di adesione della Turchia all'UE non può essere ripreso nelle circostanze attuali. Esorta il governo turco, le istituzioni dell'Unione europea e i suoi Stati membri a superare l'attuale situazione di stallo e a procedere verso un partenariato più stretto. I deputati al Parlamento europeo raccomandano di avviare un processo di riflessione al fine di individuare un quadro parallelo e realistico per le relazioni UE-Turchia. La relazione conferma inoltre che la Turchia rimane un alleato della NATO e un partner fondamentale per la sicurezza, le relazioni commerciali ed economiche e la migrazione, sottolineando che la Turchia dovrebbe rispettare i valori democratici, lo Stato di diritto e i diritti umani, come pure l'acquis comunitario. Esorta inoltre la Turchia a ratificare senza ulteriori indugi l'adesione della Svezia alla NATO e sottolinea che il processo di adesione alla NATO di un paese non può in alcun modo essere collegato al processo di adesione all'UE di un altro paese.
La relazione apprezza il voto della Turchia in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore della condanna della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e il suo impegno a sostegno della sovranità e dell'integrità territoriale del paese, deplorando il mancato sostegno della Turchia alle sanzioni emesse al di fuori del quadro delle Nazioni Unite.
Infine, la relazione elogia gli sforzi compiuti dalla Turchia per continuare a ospitare la più grande popolazione di rifugiati al mondo, che conta quasi 4 milioni di persone, e accoglie con favore, a tale proposito, la continua erogazione di finanziamenti dell'UE destinati ai rifugiati e alle comunità di accoglienza in Turchia ed esprime il proprio forte impegno a sostenerla in futuro. Esprimendo un sentito cordoglio alle famiglie delle vittime dei devastanti terremoti del 6 febbraio 2023, la relazione afferma che l'UE dovrebbe continuare a sostenere la popolazione turca nelle sue esigenze umanitarie e nei suoi sforzi di ricostruzione.
Dopo gli sforzi compiuti negli anni passati per illustrare nel dettaglio gli sviluppi relativi a molti aspetti del processo di adesione all'UE della Turchia e delle relazioni UE-Turchia, in particolare nel settore delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto, la relazione di quest'anno intende offrire una valutazione politica più concisa della via da seguire per le nostre relazioni. È inoltre opportuno notare che il calendario della presente relazione è stato modificato al fine di evitare che coincida con i processi elettorali in Turchia.
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
18.7.2023 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
47 0 10 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alexander Alexandrov Yordanov, François Alfonsi, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Anna Bonfrisco, Reinhard Bütikofer, Susanna Ceccardi, Włodzimierz Cimoszewicz, Katalin Cseh, Michael Gahler, Kinga Gál, Giorgos Georgiou, Klemen Grošelj, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, Ilhan Kyuchyuk, Jean-Lin Lacapelle, David Lega, Miriam Lexmann, Leopoldo López Gil, Antonio López-Istúriz White, Lukas Mandl, Thierry Mariani, Pedro Marques, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Alessandra Moretti, Matjaž Nemec, Gheorghe-Vlad Nistor, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder, Dragoş Tudorache, Viola von Cramon-Taubadel, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Tomáš Zdechovský, Željana Zovko |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Attila Ara-Kovács, Malik Azmani, Jakop G. Dalunde, Georgios Kyrtsos, Sergey Lagodinsky, Nikos Papandreou, Javier Zarzalejos |
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Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Theresa Bielowski, Franc Bogovič, Gilles Boyer, Othmar Karas, Samira Rafaela |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
47 |
+ |
PPE |
Alexander Alexandrov Yordanov, Franc Bogovič, Michael Gahler, Othmar Karas, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Leopoldo López Gil, Antonio López-Istúriz White, David McAllister, Lukas Mandl, Vangelis Meimarakis, Gheorghe-Vlad Nistor, Isabel Wiseler-Lima, Javier Zarzalejos, Tomáš Zdechovský, Željana Zovko |
Renew |
Petras Auštrevičius, Malik Azmani, Gilles Boyer, Katalin Cseh, Klemen Grošelj, Georgios Kyrtsos, Ilhan Kyuchyuk, Samira Rafaela, Dragoş Tudorache, Salima Yenbou |
S&D |
Attila Ara-Kovács, Maria Arena, Theresa Bielowski, Włodzimierz Cimoszewicz, Dietmar Köster, Pedro Marques, Sven Mikser, Alessandra Moretti, Matjaž Nemec, Nikos Papandreou, Tonino Picula, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder |
Verts/ALE |
François Alfonsi, Reinhard Bütikofer, Jakop G. Dalunde, Sergey Lagodinsky, Viola von Cramon-Taubadel |
0 |
- |
|
|
10 |
0 |
ECR |
Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers |
ID |
Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi, Jean-Lin Lacapelle, Thierry Mariani |
NI |
Kinga Gál, Kostas Papadakis |
PPE |
Traian Băsescu |
The Left |
Giorgos Georgiou |
Significato dei simboli utilizzati:
+:favorevoli
-:contrari
0:astenuti