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Proposta di risoluzione - B9-0521/2021Proposta di risoluzione
B9-0521/2021

PROPOSTA DI RISOLUZIONEsulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2021 in programma a Glasgow, Regno Unito (COP26)

13.10.2021-()

presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B9‑0000/2021 e B9‑0000/2021
presentata a norma dell'articolo136, paragrafo5, del regolamento

Pascal Canfin, Lídia Pereira, Javi López, Nils Torvalds, Pär Holmgren, Catherine Griset, Petros Kokkalis
a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare


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B9-0521/2021
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B9-0521/2021
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9‑0521/2021

Risoluzione del Parlamento europeo sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2021 in programma a Glasgow, Regno Unito (COP26)

()

Il Parlamento europeo,

visti la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e il relativo protocollo di Kyoto,

visto l'accordo adottato in occasione della 21a conferenza delle parti dell'UNFCCC (COP21) svoltasi il 12 dicembre 2015 a Parigi (accordo di Parigi),

viste la venticinquesima conferenza delle parti dell'UNFCCC (COP25), la quindicesima sessione della riunione delle parti del protocollo di Kyoto (CMP15), nonché la seconda sessione della conferenza delle parti che funge da riunione delle parti dell'accordo di Parigi (CMA2) tenutesi a Madrid (Spagna) dal 2al 13dicembre 2019,

vista la decisione dell'Ufficio di presidenza della COP dell'UNFCCC del 28 maggio 2020 unitamente al Regno Unito e ai suoi partner italiani di rinviare la conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP26 a causa della COVID-19 e di riconvocare la COP26 a Glasgow, Regno Unito, dal 1° al 12 novembre 2021,

visti l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS),

visto il vertice sull'adattamento ai cambiamenti climatici tenutosi il 25 e il 26 gennaio 2021,

visto il regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30giugno2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica ("Normativa europea sul clima")[1],

vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi nel 2019 a Madrid (Spagna) (COP 25)[2],

vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull'emergenza climatica e ambientale[3],

vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo[4],

vista la sua risoluzione del 16 settembre 2020 sul ruolo dell'UE nella protezione e nel ripristino delle foreste del pianeta[5],

vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2020 sulla strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici[6],

vista la sua risoluzione del 28 aprile 2021 sulla protezione dei consumatori[7],

vista la sua risoluzione del 9 giugno 2021 sulla strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita[8],

vista la comunicazione della Commissione dell'11dicembre2019 sul Green Deal europeo (),

vista la comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2020 dal titolo "Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare – Per un'Europa più pulita e più competitiva" (),

vista la comunicazione della Commissione del 24 febbraio 2021 dal titolo "Plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici – La nuova strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici" (),

vista la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2021 sulla strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano (),

viste le conclusioni del Consiglio del 25 gennaio 2021 sulla diplomazia climatica ed energetica – Realizzare la dimensione esterna del Green Deal europeo,

viste le conclusioni del Consiglio del 6ottobre2021 sui preparativi per le riunioni dell'UNFCCC programmate a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre 2021,

vista la relazione di valutazione globale sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici della piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES),

viste la relazione speciale del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) in materia di riscaldamento globale di 1,5°C, la sua quinta relazione di valutazione e la relativa relazione di sintesi, la relazione speciale dell'IPCC in materia di cambiamenti climatici e suolo e la sua relazione speciale sull'oceano e la criosfera in un clima che cambia,

vista la relazione dell'organo sussidiario dell'UNFCCC per la consulenza scientifica e tecnologica del 29aprile2021 dal titolo "Ocean and climate change dialogue to consider how to strengthen adaptation and mitigation action" (Dialogo sull'oceano e sui cambiamenti climatici per considerare come rafforzare l'azione di adattamento e mitigazione),

vista la relazione faro della Commissione globale sull'adattamento del 10settembre 2019 dal titolo "Adapt now: A Global Call for Leadership on Climate Resilience" (Adattarsi ora: un appello globale per la leadership sulla resilienza climatica),

vista la relazione di sintesi dell'UNFCCC del 17settembre2021 sui contributi stabiliti a livello nazionale nel quadro dell'accordo di Parigi,

vista la relazione del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente del 9dicembre2020 sul divario tra le esigenze di riduzione delle emissioni e le prospettive,

vista la relazione dell'Agenzia internazionale per l'energia del maggio 2021 dal titolo "Net Zero by 2050 – A Roadmap for the Global Energy Sector" (Azzeramento delle emissioni nette entro il 2050: una tabella di marcia per il settore energetico mondiale),

vista la relazione del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente del18 febbraio 2021 dal titolo "Making Peace with Nature: a scientific blueprint to tackle the climate, biodiversity and pollution emergencies" (Far pace con la natura – Un piano scientifico per affrontare le emergenze in materia di clima, biodiversità e inquinamento),

vista la relazione dell'IPBES pubblicata il 29ottobre2020 e intitolata "IPBES workshop on biodiversity and pandemics – workshop report" (Seminario IPBES sulla biodiversità e la pandemia – relazione del seminario),

vista la relazione co-sponsorizzata da IPBES-IPCC del seminario sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici del 10giugno2021,

vista la relazione di aprile 2021 dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) sullo stato del clima globale nel 2020,

visto il quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030,

vista la relazione del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) pubblicata il 6maggio2021 e intitolata "Global Methane Assessment: Benefits and Costs of Mitigating Methane Emissions" (Valutazione globale del metano: benefici e costi della mitigazione delle emissioni di metano),

viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow (Regno Unito) (COP26) (O‑000065–B9‑0000/2021andO-000066 – B9‑0000/2021),

visti l'articolo136, paragrafo5, e l'articolo132, paragrafo2, del suo regolamento,

vista la proposta di risoluzione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare,

A.considerando che l'accordo di Parigi è entrato in vigore il 4 novembre 2016; che il 12ottobre 2021 191 delle 197 parti dell'UNFCCC avevano depositato presso le Nazioni Unite i loro strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o adesione;

B.considerando che il 17dicembre 2020l'UE e i suoi Stati membri hanno presentato all'UNFCCC il loro contributo aggiornato, stabilito a livello nazionale, che impegna l'UE a conseguire un obiettivo vincolante di riduzione interna netta in tutti i settori dell'economia di almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 senza contributi provenienti dai crediti internazionali;

C.considerando che, secondo la relazione 2020 del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) sul divario delle emissioni, gli impegni assunti finora dai firmatari dell'accordo di Parigi non saranno sufficienti per raggiungere il suo obiettivo comune e porteranno a un riscaldamento globale di oltre 3ºC rispetto ai livelli preindustriali; deplora il fatto che molte parti dell'UNFCC non abbiano ancora intrapreso azioni sufficienti che quanto meno li indirizzino al rispetto dei loro contributi stabiliti a livello nazionale e che molti dei progressi compiuti sono compensati da politiche controproducenti, come le continue sovvenzioni ai combustibili fossili e la costruzione di nuove centrali a carbone; mette in guardia, in tale contesto, contro i cicli naturali di retroazione positiva che potrebbero avere conseguenze catastrofiche in termini di riscaldamento globale;

D.considerando che, secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale, la concentrazione dei principali gas a effetto serra ha continuato ad aumentare nel 2020 nonostante la temporanea riduzione delle emissioni connesse alla COVID-19 e che la concentrazione di biossido di carbonio (CO2) nell'atmosfera ha registrato il livello più elevato degli ultimi 3 milioni di anni; che il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, con temperature medie di 1,2ºC al di sopra dei livelli preindustriali; che l'ultimo decennio (2011-2020) è stato il più caldo mai registrato;

E.considerando che il mero ausilio di politiche interne dell'UE non è sufficiente a contenere le emissioni globali di gas a effetto serra e a limitare l'aumento della temperatura in linea con l'accordo di Parigi; che è fondamentale un'azione globale collettiva, immediata e ambiziosa per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali;

F.considerando che il preambolo all'accordo di Parigi riconosce "l'importanza di assicurare l'integrità di tutti gli ecosistemi, inclusi gli oceani" e che l'articolo 4, paragrafo 1, lettera d), dell'UNFCCC sottolinea che le parti promuovono "la gestione sostenibile, la conservazione e l'incremento dei pozzi e dei serbatoi di tutti i gas a effetto serra, ivi compresi la biomassa, le foreste e gli oceani, nonché altri ecosistemi terrestri, costieri e marini"; che l'articolo 2, paragrafo 1, lettera b), dell'accordo di Parigi sottolinea che la capacità di adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e la promozione della resilienza climatica e lo sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra dovrebbero avvenire con modalità che non minaccino la produzione alimentare; che la relazione di valutazione globale sulla biodiversità e sui sistemi ecosistemici dell'IPBES sottolinea che l'uso sostenibile della natura sarà vitale per adattarsi e mitigare le pericolose interferenze antropogeniche sul sistema climatico;

G.considerando che gli impatti dei cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono due delle sfide e dei rischi più importanti per le società umane; osserva che la maggior parte delle politiche precedenti hanno affrontato separatamente i problemi legati ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità;

H.considerando che gli obiettivi globali di Aichi sulla biodiversità previsti per il2020 non sono stati conseguiti, e che risulta ancora più urgente ampliare rapidamente il tema della conservazione della biodiversità in termini di ambizione e ambito di applicazione;

I.considerando che la conservazione degli oceani è fondamentale, non solo come fonte primaria di cibo, ma anche per la loro importanza nel ciclo del carbonio, in quanto regolano il clima e producono la maggior parte dell'ossigeno nell'aria che respiriamo; che la relazione speciale dell'IPCC in materia di oceani e criosfera precisa che i meccanismi climatici dipendono dalla salute degli ecosistemi oceanici e marini attualmente colpiti dal riscaldamento globale, dall'inquinamento, dallo sfruttamento eccessivo della biodiversità marina, dall'acidificazione, dalla disossigenazione e dall'erosione costiera; che la relazione ricorda inoltre che dal 1970 gli oceani si sono progressivamente riscaldati e hanno assorbito più del 90% del calore in eccesso nel sistema climatico, e che gli oceani fanno parte della soluzione per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per adattarsi a essi; che è pertanto necessario ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l'inquinamento sugli ecosistemi, nonché potenziare i pozzi naturali di assorbimento del carbonio;

J.considerando che le soluzioni naturali e gli approcci basati sugli ecosistemi svolgono un ruolo chiave nella mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi; che la protezione e il ripristino dei pozzi naturali di assorbimento del carbonio già esistenti ed efficacemente funzionanti, compresi i depositi di carbonio negli oceani, sono di importanza vitale;

K.considerando che il ruolo delle foreste è preminente nella lotta contro i cambiamenti climatici, in quanto fungono da serbatoi di carbonio, assorbendo circa 2miliardi di tonnellate di CO2 all'anno; che proteggere e valorizzare le foreste del mondo sono tra le forme di azione climatica più efficaci in termini di costi e che, se pienamente attuate, le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi basate sulle foreste potrebbero ridurre le emissioni di gas a effetto serra di circa 15miliardi di gigatonnellate di CO2 all'anno entro il2050, il che potrebbe essere potenzialmente sufficiente a limitare il riscaldamento globale nettamente al di sotto di2ºC;

L.considerando che la riduzione della deforestazione e del degrado forestale può contribuire a un abbassamento delle emissioni di gas a effetto serra generate da attività umane di un ampio intervallo compreso tra le 0,4 e le 5,8gigatonnellate di equivalente anidride carbonica all'anno[9];

M.considerando che un quarto dell'emisfero settentrionale è coperto da un terreno permanentemente ghiacciato, noto anche come permafrost; che a causa dell'aumento della temperatura globale, il permafrost artico si sta sciogliendo a una velocità senza precedenti; che il permafrost è un enorme serbatoio di gas serra che potrebbe contenere fino a 1600 gigatonnellate di CO2 – quasi il doppio di quello attualmente in atmosfera – ma anche metano e protossido di azoto; che il suo rilascio potrebbe accelerare seriamente e aggravare il riscaldamento globale[10];

N.considerando che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, i cambiamenti climatici previsti causeranno la morte di circa 250000 persone in più all'anno entro il 2030 e che i costi in termini di danni diretti alla salute sono stimati tra i2 e i4miliardi di USD all'anno entro il2030;

O.considerando che la perdita di biodiversità associata alla trasformazione dei paesaggi può determinare un rischio emergente più elevato di malattie in alcuni casi, ove le specie che ben si adattano ai paesaggi dominati dall'uomo sono altresì in grado di ospitare agenti patogeni che costituiscono un rischio elevato di trasmissione zoonotica;

P.considerando che l'inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici sono strettamente interconnessi e condividono alcune delle stesse fonti antropogeniche; che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, l'inquinamento dell'aria ambiente è responsabile a livello globale di circa 4,2milioni di morti all'anno per ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni, e malattie respiratorie acute e croniche;

Q.considerando che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi, il numero di disastri registrati e l'entità delle perdite economiche sono quasi raddoppiati negli ultimi 20anni, soprattutto a causa di un notevole aumento del numero di disastri legati al clima;

R.considerando che i cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti stanno già influenzando gli andamenti migratori; che, secondo uno studio pubblicato dalla Banca mondiale nel 2018, circa il 3% della popolazione delle regioni dell'Africa sub-sahariana, dell'Asia meridionale e dell'America latina potrebbe essere costretto a spostarsi all'interno dei propri paesi per sfuggire agli inesorabili impatti dei cambiamenti climatici[11]; che, senza sforzi di adattamento congiunti, oltre700 milioni di persone che vivono in zone costiere a bassa altitudine e in piccoli Stati insulari sono soggetti al rischio di temporali e inondazioni più frequenti e, in ultima analisi, al rischio di perdita di terreni e delocalizzazione;

S.considerando che l'accordo di Parigi è il primo trattato internazionale a riconoscere esplicitamente il legame tra l'azione per il clima e i diritti umani, consentendo così l'utilizzo degli strumenti giuridici esistenti in materia di diritti umani per esortare gli Stati e le imprese private a ridurre le emissioni; che nell'accordo di Parigi non vi sono strumenti concreti che permettano di chiamare gli Stati e le imprese a rispondere del loro impatto sui cambiamenti climatici e sull'esercizio dei diritti umani;

T.considerando che la dimensione dei cambiamenti climatici è significativa anche in termini di diritti umani, in quanto incide direttamente e indirettamente sulla realizzazione di una serie di diritti umani universalmente riconosciuti, e che essi hanno un impatto maggiore sui gruppi vulnerabili come le donne, i bambini, gli anziani e i malati, i gruppi a basso reddito e le popolazioni indigene; che sia l'UNFCCC che l'accordo di Parigi si basano sulla solidarietà intergenerazionale e sull'impegno degli Stati a proteggere il sistema climatico a beneficio della generazione presente e futura; che i cambiamenti climatici aggravano le sfide attualmente affrontate dalle popolazioni indigene e comportano un'emarginazione e disuguaglianze culturali, economiche e politiche ancora più profonde;

U.considerando che l'azione per il clima è uno degli OSS delle Nazioni Unite, adottato da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel2015 come parte dell'Agenda2030 per lo sviluppo sostenibile;

V.considerando che nel 2009 le parti dell'UNFCCC si sono impegnate a mobilitare 100miliardi di USD all'anno a partire dal 2020, impegno successivamente riaffermato nell'accordo di Parigi; che le promesse effettive dei paesi sviluppati sono ancora molto lontane dall'obiettivo collettivo; che gli impatti e le necessità causati dai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, in particolare nei paesi meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, sono aumentati;

W.considerando che il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo stima che saranno necessari 140-300 miliardi di USD all'anno entro il 2030 per coprire le esigenze di adattamento dei soli paesi in via di sviluppo, arrivando a 280-500 miliardi di USD ogni anno entro il 2050[12];

X.considerando che lo spiacevole ritardo di un anno della conferenza delle parti dell'UNFCCC e della Convenzione sulla diversità biologica (CBD) del 2020 causato dalla pandemia di COVID-19 offre un'opportunità unica per passare da un modello reattivo a un modello proattivo e di precauzione e, in ultima analisi, apportare il cambiamento radicale necessario; che nuovi progressi scientifici dovrebbero ispirare e rafforzare i legami tra le agende internazionali e la loro attuazione a livello nazionale;

Y.considerando che, sebbene il mondo stia affrontando gli effetti attuali della pandemia di COVID-19, la crisi climatica non è scomparsa; che la ripresa economica dovrebbe essere sfruttata come un'opportunità unica per accelerare il ritmo della transizione verso la neutralità climatica e per garantire una traiettoria verso gli 1,5ºC, sviluppando un modello socioeconomico compatibile con i limiti del pianeta e convogliando gli investimenti nel ripristino degli ecosistemi naturali, rafforzando così la capacità di adattamento degli ecosistemi, nonché in ambiti prioritari quali l'efficienza energetica, la produzione alimentare sostenibile, le energie rinnovabili e le tecnologie a zero emissioni sostenibili e innovative e le relative infrastrutture necessarie, e abbandonando gli investimenti in attività che danneggiano il clima e l'ambiente, integrando il principio "non arrecare un danno significativo" nelle decisioni di investimento; che in tale processo di transizione occorre tenere debito conto delle differenti esigenze e capacità delle regioni, rispettando i princìpi di un'equa transizione;

Z.considerando che, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, un "cambiamento sistemico" implica una forma di cambiamento fondamentale, trasformativa e trasversale, con modifiche sostanziali e il riorientamento degli obiettivi sistematici, degli incentivi, delle tecnologie, delle pratiche sociali e delle norme, oltre che dei sistemi di conoscenza e degli approcci governativi; che, per i principali sistemi sociali, ciò significa ripensare non solo alle tecnologie e ai processi produttivi, ma anche ai modelli di consumo e al modo di vivere, in vista di alternative più sostenibili che si concentrino, ad esempio, sul benessere e sulla resilienza[13];

AA.considerando che le soluzioni ispirate alla natura e gli approcci ecosistemici possono fornire un forte legame strategico tra l'UNFCCC, la CBD e l'altra convenzione di Rio in materia di desertificazione, offrendo un'opportunità alle presidenze e ai segretariati di tutti e tre gli accordi di collaborare al fine di affrontare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità in maniera integrata e coerente;

AB.considerando che il Green Deal europeo e il piano Next Generation EU rappresentano un'opportunità unica per rafforzare l'economia dell'UE e renderla più innovativa, competitiva e orientata al futuro, fornendo così una leadership europea nell'economia verde e sviluppando il modello sociale europeo e l'economia sociale di mercato;

AC.considerando che, con un riscaldamento globale di 2°C, si prevedono rischi decisamente maggiori legati al clima per la salute, i mezzi di sussistenza, la sicurezza alimentare, l'approvvigionamento idrico e la crescita economica; che una limitazione del riscaldamento globale pari a 1,5°C rispetto a 2°C ridurrebbe l'impatto sugli ecosistemi terrestri, di acqua dolce e costieri, i quali potrebbero conservare molti dei servizi che rendono all'umanità; che è dunque imperativo impiegare tutti gli sforzi necessari per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali;

AD.considerando che l'esempio da seguire offerto dall'UE è fondamentale per coinvolgere i paesi terzi nella lotta contro i cambiamenti climatici e quindi per aumentare il livello di ambizione climatica globale;

AE.considerando che l'UE deve riconoscere e agire assumendosi le proprie responsabilità per le emissioni storiche di gas a effetto serra e il divario di sviluppo tra il Nord e il Sud del mondo;

AF.considerando che, conformemente all'articolo2, paragrafo1, lettera c), dell'accordo di Parigi, rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente al clima è fondamentale per combattere la minaccia posta dai cambiamenti climatici;

AG.considerando la crescente consapevolezza pubblica e il coinvolgimento dei cittadini nell'azione per il clima; che i cittadini chiedono ai governi più azione e misure ambiziose per far fronte ai cambiamenti climatici;

AH.considerando che il secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto si è concluso il 31dicembre2020; che le linee guida sul modo in cui considerare le riduzioni delle emissioni delle attività relative al meccanismo per lo sviluppo pulito dopo il 31dicembre2020 sono state posticipate; che sono state introdotte misure temporanee per estendere le attività relative al meccanismo per lo sviluppo pulito oltre il2020; che l'incontro delle parti afferenti al protocollo di Kyoto si terrà in occasione della COP26 di Glasgow;

1.ricorda che i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono tra le sfide più importanti per l'umanità e che tutti i governi a livello mondiale devono fare del proprio meglio per combatterli senza indugio; sottolinea che la cooperazione internazionale, il coinvolgimento degli attori non statali, la solidarietà e un impegno fermo e un'azione coerente sostenuta dalla scienza per innalzare le ambizioni sono necessari per adempiere alla nostra responsabilità collettiva di limitare il riscaldamento globale e prevenire la perdita di biodiversità e, quindi, salvaguardare l'intero pianeta; prende atto, a questo proposito, dell'appello del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che esorta tutti i governi del mondo a dichiarare lo stato di emergenza climatica finché il mondo non avrà conseguito l'azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra;

2.esprime preoccupazione per le conclusioni della relazione 2020 dell'UNEP sul divario delle emissioni, in particolare il fatto che, nonostante un breve calo delle emissioni di CO2 causate dalla pandemia di COVID-19, le emissioni previste nel quadro dei contributi incondizionati stabiliti a livello nazionale presentati, se pienamente attuati, lascerebbero il mondo su una traiettoria verso un aumento della temperatura di 3,2ºC; accoglie con favore gli aggiornamenti dei contributi stabiliti a livello nazionale annunciati finora che hanno innalzato l'ambizione climatica; osserva con preoccupazione, tuttavia, che tali contributi continueranno a non essere sufficienti per portare le emissioni su una traiettoria intesa a realizzare gli obiettivi dell'accordo di Parigi; manifesta il proprio timore circa i risultati della relazione di sintesi dell'UNFCCC sui contributi stabiliti a livello nazionale, pubblicata nel settembre 2021, secondo la quale, nel loro insieme tutti i contributi stabiliti a livello nazionale presentati prima del 30 luglio 2021 implicano un notevole aumento delle emissioni globali di gas a effetto serra nel 2030 rispetto al 2010, ossia circa il 16%; sottolinea che, secondo l'IPCC, l'obiettivo di 1,5°C si traduce in una riduzione globale delle emissioni pari ad almeno il 45% entro il2030 rispetto ai livelli del2010;

3.rammenta che una recente decisione della Corte costituzionale ha stabilito che la protezione del clima non è a discrezione politica e che le disposizioni in materia di protezione dell'ambiente della costituzione impongono allo Stato il dovere costituzionale di conseguire la neutralità climatica;

4.sottolinea, tuttavia, che, secondo la relazione 2020 sul divario delle emissioni, una ripresa verde dalla pandemia potrebbe abbassare le emissioni di gas a effetto serra di circa il 25% entro il 2030, collocandole nell'intervallo di emissioni che offrono una possibilità del 66% di mantenere le temperature al di sotto dei 2ºC, sebbene non sia ancora sufficiente a limitare il riscaldamento globale a 1,5ºC; sottolinea pertanto che le misure per la ripresa potrebbero influenzare in modo significativo il conseguimento degli obiettivi stabiliti nell'accordo di Parigi; invita i governi a compiere ogni sforzo al fine di attuare una ripresa verde, rafforzando nel contempo i loro impegni in linea con gli obiettivi definiti nell'accordo di Parigi e potenziando i loro contributi stabiliti a livello nazionale prima della COP26, adottando politiche basate su dati scientifici; sottolinea che, secondo una recente ricerca, il raggiungimento dell'obiettivo relativo alla temperatura previsto dall'accordo di Parigi rappresenta una politica climatica "economicamente ottimale"[14];

5.plaude all'impegno del G7 di compiere sforzi ambiziosi e accelerati per ridurre le emissioni affinché il limite di aumento della temperatura di 1,5ºC resti raggiungibile[15]; ricorda che ciò comporterebbe numerosi benefici collaterali per l'ambiente, l'economia, la società e la salute pubblica; sottolinea il crescente numero di paesi che si sono impegnati a raggiungere obiettivi di azzeramento delle emissioni nette entro la metà del secolo; pone in evidenza che tali impegni devono tradursi con urgenza in forti politiche, azioni e risorse finanziarie nel breve periodo, e devono riflettersi nei loro contributi stabiliti a livello nazionale rivisti da presentare prima della COP26 sotto forma di obiettivi climatici più ambiziosi per il2030, in modo che le emissioni globali raggiungano il livello di picco il più presto possibile; esorta il G20 ad assumere un ruolo primario nell'aumentare le ambizioni a breve e a lungo termine;

6.accoglie con favore il fatto che, cinque anni dopo l'entrata in vigore dell'accordo di Parigi, le principali economie mondiali si impegnino nella corsa alla neutralità climatica; richiama l'attenzione sul fatto che gli impegni verso l'azzeramento delle emissioni nette devono essere sostenuti da strategie a lungo termine presentate all'UNFCCC; sottolinea la necessità di tradurre tali impegni in misure e politiche efficaci a tutti i livelli e in tutti i settori;

7.sottolinea l'importanza di abbandonare gradualmente tutti i combustibili fossili quanto prima; accoglie la conclusione del rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia intitolato "Net Zero by 2050" che mostra un deciso declino della domanda di combustibili fossili, il che rende non più necessari nuovi investimenti per la fornitura di combustibili fossili, e prende atto del fatto che per raggiungere l'obiettivo di 1,5°C è necessario che, a partire dal2021, non sia più approvato lo sfruttamento di nuovi giacimenti di petrolio e gas, e non siano costruite o ampliate nuove miniere di carbone; sostiene l'impegno del G7 di porre fine al finanziamento del carbone non soggetto ad abbattimento del carbonio entro la fine del 2021; invita i paesi del G7 a dare l'esempio nella transizione energetica e a sospendere tutti i nuovi investimenti per l'estrazione di combustibili fossili; sostiene la presidenza della COP26, il Regno Unito e la Powering Past Coal Alliance, ossia l'alleanza internazionale per l'abbandono del carbone, nella ricerca di un accordo per bloccare la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica dal carbone non soggetti ad abbattimento del carbonio; riconosce che i combustibili fossili non svolgono alcun ruolo a lungo termine nel mix energetico dell'UE e invita gli Stati membri, in collaborazione con la Commissione, ad adottare piani nazionali volti ad eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili quanto prima, al fine di raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050;

8.esprime forti timori circa il crescente interesse globale per le riserve di combustibili fossili presenti nell'Artico, che diventano più accessibili con la riduzione della copertura glaciale causata dai cambiamenti climatici; sottolinea la vulnerabilità della natura nell'Artico e l'estrema difficoltà di pulire l'ecosistema a seguito di dispersioni di petrolio causate da esplosioni, perdite da condotti o incidenti; invita con urgenza l'UE e gli Stati membri a invocare una moratoria globale contro lo sfruttamento del petrolio offshore nell'Artico;

9.sottolinea la necessità di ricostruire coalizioni internazionali al fine di ottenere un risultato ambizioso e dall'elevata integrità ambientale in occasione della COP26; invita la Commissione e gli Stati membri a lavorare a stretto contatto con i principali responsabili delle emissioni, i paesi più vulnerabili dal punto di vista climatico, con partner transatlantici e con la futura presidenza del Regno Unito della COP26 con l'obiettivo di presentare durante la stessa proposte politiche sul modo in cui i paesi potrebbero accelerare le proprie azioni al fine di colmare il divario in modo ambizioso, affinché si possa limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5ºC; incoraggia l'UE ad aumentare il proprio raggio d'azione diplomatico e a stringere alleanze con i paesi in via di sviluppo e più vulnerabili, al fine di costruire un ponte tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo, ruolo che storicamente si è rivelato cruciale per conseguire i risultati più ambiziosi durante le COP;

10.si compiace che il presidente Biden abbia intrapreso azioni per riportare gli Stati Uniti nell'accordo di Parigi il primo giorno del suo mandato, e plaude all'impegno degli Stati Uniti volto a ridurre della metà le proprie emissioni di gas a effetto serra entro il2030 rispetto ai livelli del2005, e a raggiungere l'obiettivo di zero emissioni entro il2050; si attende che seguano tempestive misure politiche concrete e flussi finanziari per rispettare gli impegni degli Stati Uniti; sottolinea l'importanza del partenariato e della leadership UE-USA per il conseguimento degli obiettivi previsti dall'accordo di Parigi; sottolinea che la lotta ai cambiamenti climatici, al degrado ambientale e alla perdita della biodiversità, la promozione di una crescita verde e la protezione degli oceani sono al centro dell'agenda transatlantica congiunta, e che l'UE e gli Stati Uniti si sono congiuntamente impegnati ad adottare qualunque misura necessaria a mantenere il limite di 1,5°C sulle temperature a livello globale; riconosce gli sforzi profusi dal presidente Biden per aumentare l'ambizione globale sull'azione per il clima, anche con l'organizzazione del vertice dei leader sul clima tenutosi nell'aprile2021;

11.sottolinea il ruolo della Cina come seconda maggiore economia mondiale e come paese con le maggiori emissioni di gas a effetto serra; riconosce la volontà della Cina di rappresentare una forza costruttiva nelle negoziazioni mondiali sul clima; rileva con particolare preoccupazione, tuttavia, il suo elevato livello costante di dipendenza dal carbone e incoraggia il suo governo a spingere ulteriormente per accelerare la transizione verde quale prerequisito fondamentale per raggiungere gli obiettivi globali dell'accordo di Parigi; prende atto di quanto annunciato dal presidente Xi Jinping nel settembre2020, ovvero che la Cina raggiungerà il picco delle emissioni di CO2 prima del2030 e la neutralità carbonica prima del2060; sottolinea che tali impegni dovrebbero coprire tutte le emissioni di gas a effetto serra; si attende ulteriori impegni nonché misure politiche concrete e flussi finanziari allineati per rispettare tali promesse;

12.sottolinea che secondo l'IPBES, le cause alla base delle pandemie sono gli stessi cambiamenti ambientali globali che determinano la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici, tra cui il cambiamento di destinazione d'uso dei terreni, l'espansione e l'intensificazione dell'agricoltura, il commercio e il consumo della fauna selvatica, nonché altri fattori; sottolinea che la pandemia ha messo in luce l'importanza dei princìpi "One Health" e "Salute in tutte le politiche” nell'elaborazione delle politiche e che sono necessari cambiamenti radicali; ricorda che il preambolo dell'accordo di Parigi riconosce il "diritto alla salute" come diritto fondamentale; sottolinea che l'articolo 4, paragrafo 1, lettera f), dell'UNFCCC afferma che tutte le Parti devono applicare "opportuni metodi, per esempio la valutazione dell'impatto, formulati e definiti a livello nazionale, al fine di ridurre al minimo gli effetti negativi che i progetti o i provvedimenti da esse adottati per mitigare i cambiamenti climatici o per adattarvisi, possono avere sull'economia, sulla sanità pubblica e sulla qualità dell'ambiente"; ritiene che la salute dovrebbe essere inclusa nei piani nazionali di adattamento e nelle comunicazioni nazionali all'UNFCCC;

13.sottolinea che per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi e gli obiettivi di neutralità climatica sono necessari investimenti massicci e una trasformazione senza precedenti di tutti i settori delle nostre economie; ritiene che tale trasformazione verso un nuovo modello economico sostenibile possa essere realizzata solamente se garantisce un'equa transizione, che combina progresso sociale ed ecologico, migliora il benessere delle persone e non lascia indietro nessuno;

La COP26 di Glasgow

14.deplora la mancanza di progressi in occasione della COP25 di Madrid nel 2019 e la mancanza di impegni e di trasparenza di talune parti; si rammarica che la messa a punto del codice dell'accordo di Parigi sia stata rinviata a una successiva COP e che l'esito delle discussioni sulle perdite e sui danni avrebbe potuto essere più ambizioso; riconosce, nonostante le difficoltà organizzative, i progressi compiuti in aspetti importanti quali la promozione della dimensione sociale nell'agenda per il clima e la mobilitazione di massa di attori non statali;

15.sottolinea che è fondamentale che la COP26 forgi un nuovo consenso sulle indispensabili azioni climatiche, sull'ambizione necessaria a raggiungere la neutralità climatica a livello globale entro la metà del secolo e sull'adozione di solide misure normative a breve e medio termine;

16.invita tutte le parti dell'UNFCCC, in cooperazione con le regioni e gli attori non statali, in particolare la società civile, a contribuire in modo costruttivo al processo in vista della COP26 durante il quale dovranno essere migliorati i contributi stabiliti a livello nazionale in modo da garantirne la compatibilità con l'obiettivo a lungo termine relativo alla temperatura previsto dall'accordo di Parigi e con le migliori conoscenze scientifiche disponibili, e che riflettano la massima ambizione possibile delle parti; sottolinea che, poiché gli impegni attuali non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi dell'accordo e le emissioni globali di gas a effetto serra devono raggiungere urgentemente il livello massimo e in seguito diminuire drasticamente, tutte le parti dovrebbero intensificare i loro sforzi e aggiornare i loro contributi stabiliti a livello nazionale, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi, ed esorta in particolare l'UE e le nazioni del G20 a dimostrare una leadership al riguardo, e a impegnarsi a raggiungere la neutralità climatica entro al più tardi il 2050;

17.sottolinea che, secondo la relazione 2020 dell'UNEP sul divario delle emissioni, le emissioni prodotte dall'1% più ricco della popolazione mondiale equivalgono a più del doppio delle emissioni combinate prodotte dal 50% più povero; osserva che ulteriori ricerche[16] suggeriscono che, all'interno dell'UE, il 10% dei cittadini più abbienti sia stato responsabile di almeno un terzo delle emissioni di consumo dell'UE cumulative tra il 1990 e il 2015 e che, nello stesso periodo, le emissioni di consumo annuali totali prodotte dal 50% dei cittadini dell'UE più poveri si è ridotto del 24%, mentre le emissioni di consumo prodotte dal 10% più ricco sono aumentate del 3%; sottolinea la necessità di affrontare in modo adeguato il tema dell'equità nell'applicazione dell'accordo di Parigi e la necessità per l'Unione di frenare e ridurre drasticamente le emissioni prodotte dalla parte più abbiente della società, offrendo supporto alle famiglie più povere, al fine di garantire un'equa transizione;

18.invita la Commissione a collaborare con gli altri principali responsabili delle emissioni di CO2 al fine di creare un circolo internazionale di nazioni per il clima che apra la strada alla neutralità climatica, con obiettivi comuni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, raggiungimento della neutralità climatica al più tardi entro il2050, definizione di standard uniformi per la misurazione delle emissioni, definizione di prezzi della CO2 espliciti e impliciti comparabili nei settori energetico e industriale e protezione dei paesi intenzionati ad adottare le misure per la protezione del clima partendo da una situazione di svantaggio rispetto alla concorrenza internazionale, attraverso un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere;

19.sottolinea la necessità di perseguire misure rafforzate e coordinate per la decarbonizzazione settoriale attraverso l'allineamento degli obiettivi e la collaborazione tra le parti e gli altri attori; invita le parti a rafforzare il partenariato di Marrakech per l'azione globale per il clima come il luogo in cui incoraggiare gli attori non statali e i governi sub-nazionali ad adottare azioni climatiche immediate basate sui princìpi della scienza e obiettivi con elevato livello di ambizione, e di favorire l'apprendimento congiunto in tutte le comunità, in ogni luogo geografico e in tutti i settori, con l'obiettivo di accelerare l'azione e l'adozione di politiche di supporto agli obiettivi dell'accordo di Parigi;

20.sottolinea la necessità per la COP26 di risolvere gli elementi ancora pendenti del programma di lavoro dell'accordo di Parigi, al fine di concentrare gli sforzi dei prossimi cinque anni sull'ulteriore sviluppo e sul rafforzamento dell'applicazione e dell'operazionalizzazione dello stesso; sollecita tutte le parti a concludere le questioni in sospeso per la messa a punto del codice dell'accordo di Parigi, in particolare per quanto riguarda la trasparenza, i calendari comuni e i meccanismi di cooperazione di cui all'articolo6, al fine di garantire trasparenza e una forte integrità ambientale e conseguire il massimo livello di ambizione;

21.invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere norme internazionali solide e rigorose relative all'articolo6 dell'accordo di Parigi, sulla base dei princìpi di San José; sottolinea, in particolare, la necessità di incoraggiare la cooperazione internazionale, evitando nel contempo qualsiasi forma di doppio conteggio, al fine di garantire l'integrità ambientale con riduzioni di emissioni reali, aggiuntive, misurabili, permanenti e verificate in modo indipendente, fare in modo che nessuna unità rilasciata nell'ambito del protocollo di Kyoto possa essere contabilizzata ai fini dei contributi stabiliti a livello nazionale attuali e futuri e assicurare la tutela dei diritti umani; ribadisce il proprio sostegno al ricorso a una quota di proventi a titolo dei meccanismi di cui all'articolo6 per il finanziamento del Fondo di adattamento; ribadisce il proprio sostegno all'introduzione di un orizzonte temporale di cinque anni e invita l'UE ad adottare una posizione a favore di un accordo su un orizzonte temporale comune quinquennale al fine di accelerare il ritmo dell'azione per il clima;

22.richiede di rendere operativo il quadro di riferimento rafforzato per la trasparenza, che sancisce i princìpi di trasparenza, accuratezza, coerenza, compatibilità e completezza;

23.sottolinea che le persone sono influenzate dai cambiamenti climatici a diverso titolo in base a fattori quali il genere, l'età, la disabilità, l'etnicità e la povertà, e che le attuali disuguaglianze basate sul genere di un individuo possono accrescerne la vulnerabilità rispetto agli impatti inevitabili dei cambiamenti climatici, tra cui i disastri naturali; accoglie pertanto con favore l'adozione del programma di lavoro di Lima sulle questioni di genere e del piano d'azione sulla parità di genere in occasione della COP25 di Madrid, e ne richiede una rapida applicazione; ritiene che la trasformazione verso una società sostenibile debba essere condotta in modo inclusivo, corretto ed equo e che l'equilibrio di genere e l'emancipazione di donne e ragazze siano fondamentali per tale trasformazione; pone in evidenza la necessità di una più efficace integrazione di genere attraverso tutti gli obiettivi rilevanti; ribadisce il suo invito alla Commissione a elaborare un piano d'azione concreto per rispettare gli impegni del nuovo piano d'azione sulla parità di genere e creare un punto di riferimento permanente dell'UE per le questioni di genere e i cambiamenti climatici, dotato di risorse di bilancio sufficienti, al fine di attuare e monitorare misure climatiche responsabili dal punto di vista del genere, sia nell'UE che nel resto del mondo[17]; ritiene che ciò potrebbe fungere da esempio per altre parti e stimolarle ad adottare misure simili;

24.accoglie con favore il fatto che le parti tengano conto in maniera crescente delle questioni di genere all'interno dei contributi stabiliti a livello nazionale, e invita tutte le parti ad adottare contributi stabiliti a livello nazionale attenti alle questioni di genere e socialmente giusti, nonché finanziamenti per il clima, al fine di garantire la giustizia climatica; invita la Commissione e gli Stati membri ad aumentare la coerenza tra il sostegno alla parità di genere e la questione climatica attraverso strumenti di azione esterni e la Banca europea per gli investimenti (BEI), anche mediante una maggiore partecipazione delle donne e delle organizzazioni femminili nella governance e nei processi decisionali, nell'accesso ai finanziamenti e a programmi a sostegno del ruolo delle donne nella governance climatica e in alcuni settori quali l'agricoltura e la silvicoltura, con particolare interesse alle donne indigene;

25.esprime preoccupazione circa il potenziale impatto delle restrizioni di viaggio e di altro tipo connesse alla COVID-19 su una partecipazione equa ed equilibrata alla COP26; invita la presidenza britannica della COP26 ad adottare tutte le misure necessarie per garantire una partecipazione ampia e inclusiva, nel pieno rispetto delle misure sanitarie; ritiene che occorra compiere ogni sforzo per garantire che tutti i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, possano partecipare alla COP26, e invita la presidenza britannica a ovviare agli ostacoli alla partecipazione associati alla pandemia;

26.ricorda l'importanza di coinvolgere tutti i paesi nei processi decisionali dell'UNFCCC; sottolinea che l'attuale processo decisionale nell'ambito dell'UNFCCC deve essere migliorato, al fine di coinvolgere maggiormente i delegati dei paesi poveri e vulnerabili; esorta nuovamente la delegazione dell'UE alle COP a rafforzare il proprio impegno con i delegati dei paesi vulnerabili;

27.ritiene che l'UE abbia la responsabilità storica di essere il firmatario più ambizioso dell'accordo di Parigi, sia attraverso i propri impegni che per mezzo dell'assistenza agli altri, e che dovrebbe riconoscere le sue responsabilità climatiche e ambientali e agire di conseguenza, offrendo un esempio credibile; ricorda il principio delle "responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità", che attribuisce all'Unione e agli Stati membri particolari responsabilità e capacità di azione;

Un'ambiziosa politica dell'UE in materia di clima e la visione a lungo termine

28.ricorda che è stata adottata la legge europea sul clima; si attende che il Green Deal europeo e in particolare il pacchetto legislativo "Fit for 2030" realizzino le misure necessarie affinché l'UE e i suoi Stati membri agiscano in piena conformità dell'accordo di Parigi; reputa della massima importanza che l'UE dia l'esempio e comunichi in modo chiaro in occasione della COP26 che è pronta a rafforzare i contributi stabiliti a livello nazionale e il proprio contributo all'accordo di Parigi e chiede lo stesso livello di impegno dalle altre parti;

29.sottolinea che parte dell'UE è composta dalle regioni del mondo più interessate dai cambiamenti climatici; osserva che il bacino del Mediterraneo si riscalda a una velocità superiore del 20% rispetto alla media mondiale, e che la regione è uno dei punti maggiormente interessati dai cambiamenti climatici a livello mondiale, in cui 250milioni di persone saranno considerate "povere di acqua" entro i prossimi 20 anni[18]; sottolinea che il Mediterraneo sta diventando il mare con la più elevata velocità di riscaldamento al mondo[19], con conseguenze su importanti settori economici e su tutto l'ecosistema marino, che comportano cambiamenti irreversibili per gli ecosistemi e per le specie; invita l'UE ad agire con urgenza e a cooperare con i partner mediterranei all'elaborazione di ambiziose misure di adattamento per guidare un'azione di mitigazione;

30.sottolinea che il successo del Green Deal europeo dipende dall'efficace globalizzazione dei suoi standard e delle sue norme pertinenti in collaborazione con i paesi terzi; richiama le conclusioni del Consiglio del gennaio2021 e l'obiettivo della Commissione di rafforzare il ruolo dell'Unione come attore globale; invita a elaborare una strategia diplomatica operativa e coerente sul Green Deal europeo prima della COP27 africana;

31.sottolinea l'importanza di ridurre effettivamente l'impronta ambientale dell'UE, in modo tale da dare compimento ai nostri impegni globali in materia di clima; rileva tuttavia che non esiste alcun indicatore formale a livello dell'UE per misurare la nostra attuale impronta ambientale, e invita la Commissione e l'Agenzia europea dell'ambiente ad adottare un indicatore di questo tipo;

32.esorta nuovamente la Commissione, a seguito dell'adozione della legge europea sul clima e alla luce dell'importante ruolo dei pozzi naturali di assorbimento del carbonio nel conseguimento della neutralità climatica, a proporre un ambizioso obiettivo dell'UE per il 2030, basato su dati scientifici, per l'eliminazione delle emissioni di gas a effetto serra da parte dei pozzi naturali di carbonio, che dovrebbe essere coerente con la strategia sulla biodiversità per il 2030 e sancito nella legislazione; ricorda inoltre che la priorità deve continuare a essere una rapida riduzione delle emissioni;

33.sottolinea la necessità di integrare l'ambizione climatica in tutte le politiche dell'UE; esorta la Commissione ad aggiornare il modo in cui effettua le valutazioni d'impatto in tutti i settori politici dell'UE al fine di garantire la piena attuazione dell'articolo6, paragrafo4, della legge europea sul clima; ritiene, a questo proposito, che le nuove iniziative contenute nella recente comunicazione "Legiferare meglio: unire le forze per produrre leggi migliori"[20], soprattutto l'inclusione di un'analisi "non arrecare danni significativi" nella valutazione d'impatto, siano un primo passo positivo;

34.sottolinea il ruolo centrale delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica nella transizione verso un'economia climaticamente neutra; riconosce i progressi compiuti nell'espansione delle fonti energetiche rinnovabili; prende atto della proposta della Commissione di rivedere la direttiva sulle energie rinnovabili nell'ambito del pacchetto "Fit for 55" e sottolinea l'importanza di rendere più ambiziosi gli obiettivi in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050, e rispettare l'accordo di Parigi, cogliendo l'opportunità dell'attuale diminuzione dei costi delle energie rinnovabili e delle tecnologie di stoccaggio;

35.prende atto della proposta della Commissione di rivedere il quadro regolamentare per l'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF) nell'ambito del pacchetto "Fit for 55", e sottolinea l'importanza di aumentare i pozzi naturali, promuovendo soluzioni basate sugli ecosistemi tenendo conto, nel contempo, del valore di diversi ecosistemi per la biodiversità e la quantità di carbonio che continua a essere rimossa e immagazzinata, al fine di raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050;

36.ritiene che tutte le politiche climatiche ed energetiche correlate dovrebbero riflettere gli ultimi dati scientifici in relazione agli ecosistemi e ai diversi bacini di carbonio e il loro reale valore ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi; è del parere che soluzioni naturali nonché il ripristino e la conservazione degli ecosistemi e della diversità biologica siano essenziali per conseguire la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi; chiede un maggiore quantitativo di dati sulle zone interne ed esterne agli ecosistemi ricchi di carbonio e di specie, nonché sulla qualità delle misure di gestione della conservazione, tutela e ripristino, al fine di prendere decisioni informate sulle priorità di ripristino e sulle misure e le politiche per la lotta ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità;

37.sottolinea che tutte le politiche climatiche dovrebbero essere perseguite in linea con il principio di un'equa transizione e il principio "chi inquina paga", eliminando gradualmente tutte le sovvenzioni dannose per l'ambiente, e in stretta cooperazione con tutti i portatori di interessi, tra cui la società civile, le parti sociali e il settore privato, senza lasciare indietro nessuno; ritiene pertanto che una maggiore trasparenza, il rafforzamento dei partenariati sociali e del coinvolgimento della società civile a livello locale, regionale, nazionale e dell'UE sia fondamentale per conseguire la neutralità climatica transettoriale della società in modo equo, inclusivo e socialmente sostenibile; rammenta che l'articolo10 della legge europea sul clima fornisce strumenti per la definizione di tabelle di marcia volontarie e indicative per la decarbonizzazione settoriale, destinate ai settori che producono la maggiore quantità di emissioni all'interno dell'UE, ed esorta la Commissione a collaborare con tali settori per facilitare l'adozione di tali tabelle di marcia;

38.sottolinea che le misure adottate per mitigare i cambiamenti climatici o adattarsi ai medesimi non devono portare ad aggravare altri problemi ambientali attuali o a crearne di nuovi, nell'UE o nei paesi terzi; richiama l'attenzione, a tale riguardo, sui rischi ambientali associati alla crescente domanda di talune materie prime critiche necessarie per la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio o all'"ingegneria climatica", e invita la Commissione a tener conto di tali rischi nelle sue azioni e a cercare di ridurli al minimo, conformemente al principio di precauzione;

39.ritiene che un'ambiziosa applicazione del pacchetto per la ripresa Next Generation EU attraverso politiche sostenibili offra numerosi vantaggi che favoriscono la crescita durante i periodi di recessione economica, ad esempio creando nuovi posti di lavoro, offrendo moltiplicatori della spesa pubblica più elevati sul breve periodo e determinando un maggiore risparmio dei costi a lungo termine, offrendo così l'opportunità di mostrare agli altri paesi i benefici ottenuti sulle proprie economie; incoraggia la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a massimizzare il potenziale di questo pacchetto a sostegno della transizione ecologica;

40.sottolinea che occorre sostenere la crescita economica sostenibile e lo sviluppo di nuove tecnologie verdi, in quanto possono costituire un importante fattore trainante nel quadro della mitigazione dei cambiamenti climatici;

Adattamento ai cambiamenti climatici, perdite e danni

41.ribadisce che gli interventi di adattamento sono una necessità ineluttabile per tutti i paesi che intendano minimizzare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e conseguire la resilienza climatica e lo sviluppo sostenibile, tenendo conto della particolare vulnerabilità dei paesi in via di sviluppo agli impatti dei cambiamenti climatici, specialmente dei paesi meno sviluppati e dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo; invita l'UE e gli Stati membri a intensificare gli interventi di adattamento e a coinvolgere le autorità locali per onorare pienamente gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi e garantire che le politiche di adattamento dell'UE corrispondano alla leadership globale dell'UE nella mitigazione dei cambiamenti climatici; accoglie con favore, a tale proposito, la nuova strategia di adattamento dell'UE, i collegamenti con la strategia dell'UE sulla biodiversità e il nuovo quadro normativo per l'adattamento derivante dalla legge europea sul clima, e ne chiede l'ambiziosa attuazione, anche per quanto riguarda le loro componenti internazionali;

42.sottolinea che la strategia di adattamento dell'UE adottata dalla Commissione il 24febbraio2021 esprime l'obiettivo della Commissione di aumentare le risorse e mobilitare ulteriormente l'utilizzo di finanziamenti per l'adattamento su larga scala, e che è necessario prestare particolare attenzione per garantire che le risorse economiche raggiungano le comunità più vulnerabili nei paesi in via di sviluppo;

43.accoglie con favore il nuovo quadro normativo per l'adattamento ai cambiamenti climatici a norma dell'articolo4 della legge europea sul clima; sottolinea che sono necessarie ulteriori misure di regolamentazione, con obiettivi e tappe chiari, per migliorare la capacità di adattamento, rafforzare la resilienza e ridurre al minimo la vulnerabilità ai cambiamenti climatici;

44.pone in evidenza che, mentre i cambiamenti climatici costituiscono un problema globale, ogni regione sarà colpita in modo diverso e che gli organi di governance a livello locale, essendo più vicini alle popolazioni, sono quindi spesso le entità più idonee per elaborare strategie di adattamento destinate ad affrontare la questione;

45.sottolinea che le infrastrutture verdi contribuiscono all'adattamento ai cambiamenti climatici attraverso la protezione del capitale naturale, la conservazione degli habitat naturali e delle specie, la gestione del buono stato ecologico e dei corpi idrici e la sicurezza alimentare;

46.evidenzia gli effetti devastanti della desertificazione sul piano ambientale, sociale ed economico e la necessità di approcci comuni per prevenire, adattarsi a tale fenomeno e affrontare adeguatamente la questione; sottolinea pertanto l'importanza della disponibilità di acqua per quanto riguarda la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ai medesimi, poiché oltre a consentire la crescita di piante che catturano e trattengono carbonio, l'acqua nel suolo migliora la vita dei microrganismi, aumentando il contenuto di materia organica nel suolo e, di per sé, determina una maggiore capacità di ritenzione del carbonio nel suolo; sottolinea la necessità di prestare molta attenzione alla gestione dell'acqua nel contesto dell'adattamento; sottolinea la necessità di un'attuazione rapida e completa della direttiva quadro dell'UE in materia di acque[21], al fine di raggiungere i propri obiettivi e gestire meglio tale risorsa;

47.sottolinea che riconoscere il vero valore dell'acqua nonché il suo ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nell'adattamento ad essi è fondamentale per affrontare gli impatti del clima sulla qualità dell'acqua e per conseguire la neutralità climatica; riconosce che la diversificazione delle fonti d'acqua, l'efficienza idrica, la gestione circolare dell'acqua, le soluzioni naturali, le soluzioni digitali per il monitoraggio, la sorveglianza e l'analisi dell'acqua, così come l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici contribuiscono a ridurre l'inquinamento e le emissioni di CO2;

48.sottolinea che il preambolo dell'accordo di Parigi riconosce la priorità fondamentale di proteggere la sicurezza alimentare e porre fine alla fame, nonché le particolari vulnerabilità dei sistemi di produzione alimentare rispetto agli effetti negativi dei cambiamenti climatici; ricorda che l'articolo2, paragrafo1, lettera b), dell'UNFCCC afferma che la capacità di adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e la promozione della resilienza climatica e lo sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra dovrebbero avvenire con modalità che non minaccino la produzione alimentare; invita tutte le parti a tenere in debita considerazione la sicurezza alimentare nei loro piani nazionali di adattamento;

49.sottolinea l'importanza di un approccio a rischio multiplo e a livello di sistema per valutare i rischi climatici, le necessità e le azioni di adattamento, la necessità di migliorare le metriche per la valutazione di un adattamento informato in termini di rischio e migliorare il supporto tecnico e finanziario ai paesi, al fine di elaborare progetti finanziariamente sostenibili che consentano di accedere a maggiori finanziamenti per l'adattamento;

50.appoggia la revisione dell'obiettivo globale sull'adattamento e sottolinea la necessità di tradurre tale obiettivo in risultati misurabili basati su una profonda conoscenza del rischio a più livelli, sulla disponibilità di dati coerenti e confrontabili e sui progressi quantitativi e qualitativi della resilienza nel tempo;

51.invita la COP26 a rendere completamente operativa la rete "Santiago Network on Loss and Damage" avviata in occasione della COP25, al fine di catalizzare efficacemente l'assistenza tecnica in favore dei paesi in via di sviluppo, con l'obiettivo di evitare, minimizzare e affrontare perdite e danni, e di offrire funzioni basate sulle principali sfide e lacune che interessano i paesi in via di sviluppo, compresa la mancanza di capacità, finanziamenti e supporto; ritiene che il funzionamento della "Santiago Network" debba essere integrato nelle strutture dell'UNFCCC e finanziato in modo prevedibile e affidabile dai paesi sviluppati, raccogliendo i contributi delle parti dell'UNFCCC e degli osservatori;

52.osserva che l'articolo8 dell'accordo di Parigi relativo alle perdite e ai danni prevede che le parti adottino un approccio cooperativo in relazione alle perdite e ai danni associati agli effetti negativi dei cambiamenti climatici; sottolinea pertanto l'importanza di azioni di sostegno globali in settori particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici come le zone costiere e le isole, e nei luoghi in cui la capacità di adattamento è limitata;

53.sottolinea che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale interagiscono in modo crescente con i fattori che determinano lo sfollamento delle persone; esprime il suo sostegno alla task force nel quadro del meccanismo internazionale di Varsavia per le perdite e i danni (WIM Excom) sullo sfollamento e chiede che essa intensifichi le sue attività e garantisca una maggiore inclusione dei paesi meno sviluppati e dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo; chiede di rivolgere una maggiore attenzione al problema dello sfollamento indotto dal clima in occasione delle future COP;

Soluzioni naturali e approcci basati sugli ecosistemi per i cambiamenti climatici

54.ricorda che i cambiamenti climatici sono una delle principali cause dirette della perdita di biodiversità e del degrado del suolo e che la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici sono interconnessi e si aggravano a vicenda, e rappresentano entrambi una minaccia per il nostro pianeta; sottolinea che secondo le previsioni gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla natura e la biodiversità, sugli ecosistemi, sulla disponibilità di acqua, sugli oceani e sulla sicurezza alimentare diventeranno critici nei prossimi decenni; ribadisce che la rigorosa conservazione e il ripristino degli ecosistemi ad alto tenore di carbonio quali torbiere, zone umide, pascoli, e degli ecosistemi di carbonio blu come le paludi salmastre, le praterie sottomarine e le mangrovie e foreste intatte è una soluzione possibile che ha effetti immediati e offre una vasta serie di benefici in termini di mitigazione e adattamento; evidenzia il fatto che, quando degradati o distrutti, gli ecosistemi di carbonio blu emettono nell'atmosfera e nell'oceano il carbonio che hanno stoccato per secoli e diventano quindi fonti di emissioni di gas a effetto serra; pone in evidenza che talune misure che potrebbero mitigare la crisi climatica potrebbero rivelarsi dannose per la biodiversità, e sottolinea la necessità di affrontare congiuntamente la crisi climatica e la crisi legata alla perdita di biodiversità; propone pertanto un programma di lavoro congiunto CBD-UNFCCC adeguatamente finanziato, al fine di individuare e incoraggiare un'azione sinergica;

55.pone in evidenza che, nonostante il crescente consenso in seno all'UNFCCC e alla CBD in merito alla necessità di un'azione integrata a livello nazionale e locale per affrontare insieme sia la crisi della biodiversità che quella del clima, le soluzioni ispirate alla natura sono tuttora assenti in molti impegni nazionali in materia di clima e strategie nazionali; ritiene che una piattaforma multipartecipativa sulle soluzioni basate sulla natura potrebbe contribuire a rafforzare le sinergie tra le convenzioni internazionali multilaterali sulla biodiversità e il cambiamento climatico e consentire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite;

56.sottolinea la necessità di sinergie tra la strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 e l'azione per il clima sia in termini di mitigazione che di adattamento;

57.ricorda altresì il ruolo cruciale svolto dalla biodiversità nel consentire agli esseri umani di combattere e adattarsi al riscaldamento globale e aumentare il loro livello di resilienza; sottolinea che gli approcci basati sugli ecosistemi, come stabilito dalla CBD, e le soluzioni naturali sfruttano le potenzialità della natura e della biodiversità per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e aiutarci nell'adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici e sono soluzioni vantaggiose sotto ogni punto di vista che comportano la protezione, il ripristino, il miglioramento e la gestione sostenibile dei servizi e delle funzioni degli ecosistemi per affrontare le sfide della società e promuovere il benessere umano; sottolinea che le soluzioni naturali possono essere più efficaci se pianificate in termini di longevità e se non interessate solo al rapido sequestro del carbonio[22];

58.accoglie con favore l'iniziativa della presidenza della COP26 di lanciare il "Forest, Agriculture and Commodity Trade Dialogue", che riunirà i principali paesi esportatori di prodotti agricoli e i principali paesi consumatori di prodotti agricoli, con l'obiettivo di discutere in che modo sia possibile rendere più sostenibile questo processo; rammenta la posizione esposta nella sua risoluzione su un quadro giuridico dell'UE volto a fermare e combattere la deforestazione causata dall'UE a livello globale[23], che dovrebbe essere inglobata nel contributo dell'UE; invita la Commissione a presentare con urgenza una proposta per un quadro giuridico dell'UE basato su un obbligo di diligenza vincolante atto a garantire che le catene del valore siano sostenibili e che i prodotti o i beni immessi sul mercato dell'UE non risultino o derivino da deforestazione, degrado delle foreste, conversione o degrado degli ecosistemi o violazioni dei diritti umani; osserva che tale quadro giuridico dell'UE dovrebbe essere esteso anche per coprire gli ecosistemi diversi dalle foreste che presentano un elevato stock di carbonio e sono ricchi di biodiversità, segnatamente gli ecosistemi marini e costieri, le zone umide, le torbiere e le savane, in modo da evitare che la pressione si sposti su tali ecosistemi;

59.richiama l'attenzione sul fatto che le eventuali emissioni di permafrost non sono completamente contemplate all'interno dei bilanci relativi alle emissioni globali, né sono incluse nei contributi stabiliti a livello nazionale; sottolinea l'urgente necessità di accelerare gli sforzi scientifici al fine di stimare e comunicare più accuratamente l'aumento delle emissioni di CO2 e metano provenienti dal surriscaldamento dell'Artico, al fine di prendere decisioni più informate circa la maggiore ambizione necessaria a mantenere la temperatura mondiale all'interno degli obiettivi dell'accordo di Parigi; invita l'UE a costituire e a guidare una coalizione globale sul permafrost, con l'obiettivo di finanziare una ricerca volta a valutare meglio lo stato attuale del problema e finanziare misure per il contenimento urgente dello scioglimento del permafrost;

60.sottolinea la necessità di una mappatura completa delle aree ricche di carbonio e risorse naturali, degli effetti e della qualità della modalità di gestione, dello stato degli habitat e di altri fattori al fine di informare i responsabili del processo decisionale sulle priorità di ripristino;

61.invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che il mercato e i modelli di consumo dell'Unione non incidano negativamente sulle foreste, gli ecosistemi naturali e la biodiversità, né sui diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali;

62.riconosce l'importanza della conferenza sulla biodiversità a Kunming, in Cina, programmata per ottobre 2021 e aprile-maggio 2022; sottolinea che è necessario un quadro internazionale più forte, vincolante e più ambizioso per salvaguardare la biodiversità mondiale, il cui valore e insostituibile, fermarne l'attuale declino e ripristinarla quanto più possibile; ritiene che tale quadro debba essere fondato su obiettivi, indicatori quantificabili, meccanismi di monitoraggio efficaci e impegni concreti, comprendenti i contributi stabiliti a livello nazionale e altri strumenti adeguati, impegni finanziari e migliori garanzie di sviluppo delle capacità, nonché un meccanismo di revisione quinquennale, ponendo l'accento su un percorso ad alto livello sempre più ambizioso; rinnova la propria richiesta all'UE affinché solleciti lo stesso elevato livello di ambizione durante i negoziati onde assicurare condizioni di parità a livello mondiale, tra cui obiettivi internazionali globali giuridicamente vincolanti in materia di ripristino e protezione di almeno il 30% entro il 2030, al fine di rispecchiare le ambizioni interne dell'UE stabilite nella strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030;

63.sottolinea, in tale contesto, che la revisione del 2018 dell'applicazione degli OSS[24] ha concluso che il quadro di monitoraggio dell'obiettivo n.15 non coglie gli elementi essenziali relativi alla qualità, fondamentali per ottenere risultati più significativi, sottolineando la necessità di ulteriori indicatori in settori quali l'integrità delle foreste, l'efficacia della gestione delle zone protette e l'integrazione significativa della biodiversità in altri processi;

64.evidenzia il fatto che i meccanismi climatici dipendono dalla salute degli ecosistemi oceanici e marini attualmente colpiti dal riscaldamento globale, dall'inquinamento, dallo sfruttamento eccessivo della biodiversità marina, dall'acidificazione, dalla disossigenazione e dall'erosione costiera; sottolinea che l'IPCC ricorda che gli oceani fanno parte della soluzione per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per adattarsi a essi;

65.sottolinea che il quadro globale per la biodiversità post-2020 dovrebbe impegnare le parti a integrare le soluzioni ispirate alla natura che proteggono e ripristinano la biodiversità e l'integrità degli ecosistemi sia nelle strategie e nei piani d'azione nazionali sulla biodiversità che nei contributi determinati a livello nazionale in modo da rispettare l'accordo di Parigi;

66.riconosce il ruolo importante di un suolo sano, come il più grande serbatoio terrestre di carbonio, nel mitigare i cambiamenti climatici; rinnova il proprio invito affinché gli Stati membri rafforzino il ripristino e l'uso sostenibile del suolo come strumento per la politica climatica nei loro piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) e, in particolare, nelle misure che si applicano ai settori dell'agricoltura e di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (LULUCF), e preservino, ripristinino e migliorino i pozzi di assorbimento del carbonio (soprattutto nelle aree con terreni ricchi di carbonio, come le praterie e le torbiere), oltre ad adottare azioni volte a promuovere l'uso sostenibile del suolo nella politica agricola e a ridurre le emissioni agricole; esorta nuovamente la Commissione a presentare una proposta legislativa che stabilisca un quadro giuridico comune in tutta l'UE per la protezione del suolo e l'uso sostenibile del suolo, affrontando tutte le principali minacce;

Finanza sostenibile per il clima

67.sottolinea che l'UE e i suoi Stati membri sono i principali erogatori di finanziamenti pubblici per il clima; riconosce l'importanza dei finanziamenti per il clima in relazione alle azioni climatiche, poiché numerosi paesi in via di sviluppo presentano contributi stabiliti a livello nazionale di tipo condizionale, il raggiungimento dei quali, cioè, dipende dal supporto finanziario; accoglie quindi con favore la decisione della COP24 di adottare un nuovo obiettivo più ambizioso a partire dal 2025, oltre all'attuale impegno di mobilitare 100miliardi di USD all'anno a partire dal 2020, ma esprime preoccupazione per il fatto che gli impegni concreti dei paesi sviluppati sono ancora ben lungi dal raggiungere l'obiettivo collettivo di 10miliardi di USD all'anno e chiede che questo divario sia colmato; invita con urgenza l'UE e i suoi Stati membri a intensificare gli sforzi per mobilitare finanziamenti internazionali per il clima destinati ai paesi in via di sviluppo e a definire una tabella di marcia internazionale indicante la quota dei 100 miliardi di USD promessa da ciascun paese sviluppato e i meccanismi per assicurare che tali promesse siano mantenute; si attende che le economie emergenti contribuiscano, a partire dal 2025, all'aumento del finanziamento internazionale per il clima in futuro; supporta in tale contesto l'avvio delle negoziazioni su un nuovo obiettivo finanziario per il periodo successivo al2025 che analizzi un approccio basato su una matrice di obiettivi con sotto-obiettivi separati, ivi inclusi finanziamenti basati sulle sovvenzioni, per riflettere la crescente serietà degli impatti climatici e l'urgenza di accelerare in modo drastico l'azione climatica nel decennio in corso;

68.pone in evidenza che i flussi finanziari sono fondamentali per l'adattamento ai cambiamenti climatici; sottolinea l'importanza di rendere operativo l'obiettivo globale in materia di adattamento e di mobilitare nuovi cospicui fondi per l'adattamento nei paesi in via di sviluppo; invita l'UE e i suoi Stati membri a impegnarsi ad aumentare ulteriormente e in maniera significativa i finanziamenti che essi forniscono, in modo tale da conseguire un equilibrio tra i finanziamenti per la mitigazione e i finanziamenti a favore dell'adattamento, conferendo priorità ai finanziamenti basati sulle sovvenzioni, e al fine di predisporre adeguati impegni da assumere in seno alla COP26;

69.afferma che le entrate provenienti dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere potrebbero essere utilizzate per incrementare l'erogazione di finanziamenti per il clima ai paesi in via di sviluppo, in particolare per l'adattamento, ma anche per ridurre l'intensità di carbonio delle loro esportazioni e dei loro prodotti venduti sul mercato interno;

70.riconosce la necessità di compiere progressi sulla questione delle perdite e dei danni, per i quali occorrerebbe reperire risorse supplementari adeguate attraverso fonti innovative di finanziamento pubblico a titolo del meccanismo internazionale di Varsavia e per i quali l'UE dovrebbe appoggiare il mandato della COP26 per la costituzione di un nuovo "Action and Support Expert Group" (ASEG) del meccanismo internazionale di Varsavia, allo scopo di esplorare e ricercare tali fonti;

71.sottolinea il fatto che la crisi derivante dalla COVID-19 ha nuovamente evidenziato che dipendiamo gli uni dagli altri per affrontare le sfide globali, e questo dovrebbe essere un forte richiamo in favore di azioni più ambiziose e collettive; sottolinea la necessità di creare resilienza imparando tutto ciò che la crisi attuale può insegnarci in termini di insufficiente pianificazione di emergenza e insufficienti capacità di risposta; avverte che la crisi della COVID-19 sta invertendo i progressi compiuti verso gli OSS e sta aumentando la povertà estrema nei paesi in via di sviluppo, oltre ad aver aggravato i livelli di debito; sottolinea che è necessario aumentare notevolmente i finanziamenti a favore del clima e trovare urgentemente soluzioni attuabili in relazione alla riduzione del debito per i paesi terzi in seno ai consessi internazionali, al fine di facilitare una ripresa verde globale;

72.ritiene essenziale che le principali istituzioni finanziarie internazionali adottino e sviluppino rapidamente la finanza verde al fine di conseguire una decarbonizzazione efficace dell'economia globale; ricorda il ruolo della BEI come banca del clima dell'UE e rammenta la sua tabella di marcia sul clima adottata di recente, nonché la politica aggiornata sui prestiti nel settore dell'energia; esorta le banche multilaterali di sviluppo, ivi inclusa la BEI, e le istituzioni di finanziamento allo sviluppo a mobilitare un maggior numero di finanziamenti per il clima, ad allineare i propri portafogli all'accordo di Parigi e a sostenere i paesi in via di sviluppo nella ripresa dalla crisi della COVID-19 secondo modalità ecologiche, inclusive e resilienti; sottolinea la necessità di creare piattaforme e strumenti di promozione e condivisione delle migliori pratiche per la ripresa sostenibile e per promuovere la collaborazione pratica nel disaccoppiamento delle emissioni di gas a effetto serra dalla crescita economica, aumentando nel contempo la prosperità; invita a stabilire un accordo globale sui princìpi della finanza sostenibile, compresi l'elaborazione e il supporto di un sistema di rendicontazione di sostenibilità in linea con i princìpi internazionali d'informativa finanziaria;

73.si compiace del fatto che si continuerà a utilizzare il Fondo di adattamento nel quadro dell'accordo di Parigi; riconosce l'importanza di tale Fondo per le comunità più vulnerabili ai cambiamenti climatici e osserva che dal 2010 il Fondo ha impegnato oltre 830milioni di USD per progetti e programmi in materia di adattamento ai cambiamenti climatici e resilienza, compresi oltre 120 progetti concreti e localizzati nelle comunità più vulnerabili dei paesi in via di sviluppo di tutto il mondo; sottolinea, tuttavia, che suddetto importo non è sufficiente e invita i paesi donatori ad aumentare significativamente i loro contributi al Fondo di adattamento seguendo un approccio pluriennale più prevedibile;

74.ribadisce la necessità di porre urgentemente fine alle sovvenzioni ai combustibili fossili e ad altre sovvenzioni dannose per l'ambiente nell'UE e nel mondo; osserva che le sovvenzioni ai combustibili fossili nell'UE ammontano a circa 50miliardi di EUR e invita tutti gli Stati membri ad attuare politiche concrete, scadenzari e misure per eliminare gradualmente tutte le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili al più tardi entro il2025; invita tutte le altre parti ad adottare misure analoghe;

75.sostiene il lavoro della coalizione dei ministri delle Finanze per l'azione per il clima e incoraggia tutti i governi ad assumersi gli impegni delineati da tale coalizione di allineare tutte le politiche e le prassi di competenza dei ministeri delle Finanze agli obiettivi dell'accordo di Parigi, nonché ad adottare una fissazione efficace del prezzo del carbonio, come stabilito dai "princìpi di Helsinki";

76.sottolinea il ruolo importante che il settore privato, comprese le società e i mercati finanziari, deve svolgere nell'indirizzare l'economia verso un percorso compatibile con gli obiettivi dell'accordo di Parigi; accoglie con favore l'iniziativa del polo di finanziamento privato della COP26, incentrata sulla costruzione di un sistema che mobiliti i finanziamenti privati per sostenere la ristrutturazione delle nostre economie per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette; riconosce il grande interesse pubblico e l'impegno negli investimenti sostenibili; accoglie con favore il crescente coinvolgimento delle principali istituzioni finanziarie internazionali nello sviluppo della finanza verde e ritiene essenziale favorire questa tendenza al fine di conseguire una decarbonizzazione efficace dell'economia globale; accoglie con favore la Glasgow Financial Alliance for Net Zero e il suo impegno a mobilitare gli investimenti necessari a livello globale per raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette entro e non oltre il2050, in base a criteri scientifici;

77.pone in evidenza che il meccanismo per lo sviluppo pulito non è riuscito a produrre ulteriori riduzioni reali delle emissioni; invita le parti a considerare l'interruzione immediata delle attività relative al meccanismo per lo sviluppo pulito; sottolinea che perpetrare il meccanismo per lo sviluppo pulito comprometterebbe l'accordo di Parigi e gli sforzi collettivi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra;

78.sottolinea che i vecchi crediti generati in passato non devono essere utilizzati nell'ambito dell'accordo di Parigi; sottolinea che i vecchi crediti non devono essere utilizzati per soddisfare gli obiettivi climatici post-2020;

79.sottolinea la necessità di sviluppare e promuovere ulteriormente le informazioni finanziarie relative al clima e alla sostenibilità da parte delle istituzioni finanziarie e delle aziende;

Sforzi globali di tutti i settori

80.pone in evidenza il fatto che il settore dei trasporti è l'unico settore in cui le emissioni a livello dell'UE sono aumentate dal 1990 e che ciò non è compatibile con un obiettivo a lungo termine di neutralità climatica, che richiede riduzioni maggiori e più rapide delle emissioni da parte di tutti i settori della società, compresi i settori dei trasporti aerei e marittimi; ritiene che, al fine di garantire che i contributi determinati a livello nazionale siano coerenti con gli impegni in campo economico richiesti dall'accordo di Parigi, occorra esortare le parti a includere nei loro contributi stabiliti a livello nazionale le emissioni del trasporto marittimo e aereo internazionale, nonché concordare e attuare misure a livello internazionale, regionale e nazionale per ridurre le emissioni prodotte da tali settori, compresi gli effetti del trasporto aereo non connessi alle emissioni di CO2; ribadisce, in tale contesto, la necessità di regolamentare tali settori nell'ambito del sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) dell'UE, che potrebbe anche fungere da modello per interventi paralleli verso una maggiore ambizione globale a livello internazionale, anche in seno all'Organizzazione marittima internazionale (IMO) e all'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (ICAO); esprime preoccupazione per la lentezza dei progressi compiuti in seno all'IMO e all'ICAO per affrontare la questione delle emissioni del trasporto marittimo e aereo internazionale; sottolinea che l'aviazione rappresenta circa il 2,1% delle emissioni di CO2 a livello globale; invita la Commissione e gli Stati membri a fare tutto il possibile per rafforzare il regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA) e a sostenere l'adozione da parte dell'ICAO di un obiettivo a lungo termine volto a ridurre le emissioni nel settore, salvaguardando nel contempo l'autonomia legislativa dell'UE nell'attuazione della direttiva ETS;

81.rammenta che, secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, al fine di raggiungere l'azzeramento delle emissioni entro il2050, tutte le nuove autovetture immesse sul mercato a livello globale entro il2035 dovrebbero essere a emissioni zero; sottolinea inoltre che, affinché l'Europa raggiunga la neutralità climatica entro il2050, praticamente tutti i veicoli sulle strade europee dovrebbero essere a emissioni zero entro tale data; sottolinea che il settore dei trasporti può agevolare in maniera significativa la diffusione delle energie rinnovabili; evidenzia il ruolo che la mobilità elettrica può svolgere come forma di integrazione intelligente dei settori dell'energia e dei trasporti consentendo di sfruttare le capacità di flessibilità, sottolineando l'importanza della diffusione della ricarica intelligente in tutta l'UE;

82.osserva che le emissioni di fuliggine derivanti dal trasporto marittimo sono aumentate globalmente del 12% tra il 2012 e il 2018, e dell'85% nell'Artico tra il 2015 e il 2019; sottolinea che si stima che la fuliggine contribuisca per circa il 21% sul totale delle emissioni del trasporto marittimo su un arco temporale di 20 anni; chiede, considerando l'urgenza di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare il ritmo allarmante con cui l'Artico si sta sciogliendo, un'azione immediata per invertire l'attuale aumento delle emissioni di fuliggine derivanti dalla navigazione nell'Artico; deplora fortemente il fatto che il divieto adottato dall'IMO sull'uso di olio combustibile pesante nell'Artico contenga troppe lacune e sia stato reso inefficace nel quadro della protezione dell'Artico; esorta la Commissione a garantire che tutte le imbarcazioni che fanno scalo nei porti dell'UE e viaggiano nell'Artico o nelle sue vicinanze passino a distillati più puliti e installino filtri per il particolato che ridurrebbero le emissioni di fuliggine di oltre il 90%;

83.sottolinea che nel2012 le emissioni prodotte dal settore marittimo rappresentavano circa il 2,5% delle emissioni globali di gas a effetto serra[25]; esprime il proprio timore circa fatto che il settore marittimo sia esente dagli obiettivi climatici sia internazionali (UNFCCC) che dell'UE, e richiama l'attenzione sul fatto che tali emissioni sono destinate ad aumentare fino al 50% tra il2018 e il2050 se lasciate incontrollate[26]; accoglie con favore il fatto che nel2018 l'IMO abbia adottato una strategia iniziale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dalle imbarcazioni, in base alla quale tali emissioni dovrebbero raggiungere il picco quanto prima per poi ridursi di almeno il 50% entro il2050 rispetto ai livelli del2008, con l'impegno di abbandonarle gradualmente, tuttavia osserva con preoccupazione i lenti progressi ottenuti finora e invita l'IMO a progredire più rapidamente, adottando misure ambiziose a breve e a medio termine;

84.rammenta che le città svolgono un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; sottolinea che le città devono dimostrare la propria leadership a livello locale e globale nell'ambito della transizione verde; invita la Commissione a valutare misure concrete per sostenere una riduzione delle emissioni di CO2 nelle città, da realizzare in collaborazione con l'industria, i cittadini e le autorità locali; sottolinea il fatto che le città possono essere culla delle nuove tecnologie nei settori dell'elettrificazione, dell'automazione e della digitalizzazione sostenendo l'innovazione e le azioni di prima iniziativa;

85.sottolinea la necessità di integrare gli sforzi per progredire sia sul fronte dei cambiamenti climatici che della qualità dell'aria; ritiene che sia necessario un approccio olistico per ridurre le emissioni alla fonte in tutti i settori, in particolare il trasporto su strada, marittimo e aereo, gli impianti industriali, l'edilizia, l'agricoltura e la produzione di energia, per meglio proteggere la salute dei nostri cittadini e del nostro pianeta;

86.ricorda che il 23% delle emissioni globali di gas a effetto serra e circa il 10% delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE provengono dall'agricoltura e riconosce il notevole potenziale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel settore agricolo, nonché il positivo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici tramite l'aumento del sequestro del carbonio; sottolinea che una transizione verso un'agricoltura rigenerativa, catene di approvvigionamento più brevi e verso regimi alimentari più sani, più equilibrati e sostenibili, basati maggiormente sul consumo di vegetali e alimenti a base vegetale prodotti in modo sostenibile, contribuirebbe a ridurre significativamente le emissioni agricole, togliendo pressione al suolo e contribuendo a ripristinare gli ecosistemi;

87.osserva che i grandi vantaggi dell'agroecologia in termini di clima, biodiversità e sicurezza alimentare sono stati riconosciuti dalle relazioni IPCC e IPBES, dal relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione e dalla valutazione internazionale del ruolo della conoscenza, della scienza e della tecnologia agricole per lo sviluppo elaborata dalla FAO; ribadisce che l'agroecologia e l'agricoltura familiare dovrebbero essere poste al centro dell'azione per il clima;

88.osserva che circa il 60% del metano a livello mondiale è emesso da fonti quali l'agricoltura, le discariche e le acque reflue, nonché dalla produzione e dal trasporto di combustibili fossili tramite condotte; ricorda che il metano è un potente gas a effetto serra con una potenza nell'arco di venti anni 80 volte superiore a quella del CO2, e si pone al secondo posto, dopo l'anidride carbonica, nel contribuire ai cambiamenti climatici; sottolinea pertanto che riduzioni rapide e immediate delle emissioni di metano in questo decennio rappresentano una delle misure più efficaci nell'azione per il clima dell'UE; rileva che sono già disponibili molte tecnologie e pratiche efficaci in termini di costi per mitigare le emissioni di metano, specialmente dal settore energetico; pone in evidenza il fatto che la riduzione delle emissioni di metano integra le necessarie riduzioni delle emissioni di diossido di carbonio e che il 15% dell'abbattimento delle emissioni previsto dall'accordo di Parigi avrebbe già potuto essere realizzato con misure per la riduzione delle emissioni di metano a basso costo e tecnicamente realizzabili; accoglie con favore, in tale contesto, la nuova strategia dell'UE per la riduzione delle emissioni di metano presentata dalla Commissione nell'ottobre 2020 e invita tutte le parti ad adottare misure tempestive e ambiziose per ridurre significativamente le emissioni di metano; invita la Commissione a proporre un quadro legislativo equo, completo e chiaro che stabilisca misure vincolanti e obiettivi di riduzione del metano che determinino una riduzione significativa delle emissioni di metano nell'UE entro il2030; invita la Commissione e gli Stati membri a guidare la cooperazione e il coordinamento internazionali sulla mitigazione delle emissioni di metano e a fare da apripista per un accordo globale sulla mitigazione del metano in seno alla COP26 che definisca nuove ambizioni sulla mitigazione globale del metano in linea con la relazione dell'IPCC sul riscaldamento globale di 1,5ºC, la relazione dell'UNEP sulla valutazione globale del metano e la sesta relazione di valutazione dell'IPCC;

89.rammenta che, come indicato nella valutazione d'impatto del piano per l'obiettivo climatico2030[27], per raggiungere l'obiettivo di una riduzione di gas a effetto serra pari ad almeno il 55% entro il2030 è necessario agire sulle emissioni di metano, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi;

90.sostiene gli sforzi della Commissione volti a raccomandare la creazione di un quadro giuridicamente vincolante a livello internazionale per la riduzione delle emissioni di metano nell'ambito delle Nazioni Unite;

91.accoglie con favore l'intenzione annunciata dall'amministrazione del presidente americano Biden e del presidente cinese Xi Jinping di voler ratificare l'emendamento di Kigali al protocollo di Montreal il che, assieme alla prossima revisione delle leggi dell'Unione sui gas fluorurati a effetto serra, rappresenta un'opportunità unica per avvicinarsi al conseguimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi; invita la Commissione a presentare una revisione ambiziosa del regolamento sui gas fluorurati entro la fine del2021, al fine di accelerare il graduale abbandono degli idrofluorocarburi;

92.incoraggia l'UE ad assumere un ruolo guida nel promuovere la fissazione del prezzo del carbonio come efficace strumento per la politica climatica, nel contesto di un quadro normativo più ampio, al fine di esaminare collegamenti e altre forme di cooperazione con gli attuali meccanismi di fissazione del prezzo del carbonio di paesi e regioni terzi, di accelerare a livello mondiale le riduzioni delle emissioni efficienti sotto il profilo dei costi e ridurre nel contempo il rischio di rilocalizzazione delle emissioni, contribuendo a creare condizioni di parità a livello globale; invita la Commissione a istituire misure di protezione per garantire che il collegamento dell'ETS dell'UE continui a contribuire in modo permanente e complementare alla mitigazione e non comprometta gli impegni assunti dall'Unione in materia di emissioni interne di gas a effetto serra; sottolinea che l'istituzione di un meccanismo dell'UE di adeguamento del carbonio alle frontiere compatibile con l' Organizzazione mondiale del commercio è un elemento fondamentale del Green Deal e dovrebbe rappresentare una delle massime priorità; sottolinea che il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dovrebbe fungere da schema orientativo per un'azione per il clima più forte all'interno dell'UE e a livello mondiale, garantendo nel contempo una concorrenza leale tra i produttori dell'UE nazionali e i produttori stranieri;

93.sottolinea l'importanza di un forte impegno contro la deforestazione; osserva che, sebbene nell'UE le zone forestali si siano ampliate negli ultimi anni, in altre regioni, in particolare nelle economie emergenti dipendenti dalle materie prime, la deforestazione massiccia dovuta principalmente ai settori dell'agricoltura e dell'allevamento è un problema che deve essere affrontato in modo adeguato;

Industria e competitività

94.è dell'opinione che la COP26 sia la conferenza delle parti più importante per i settori industriali ed energetici europei dalla firma dell'accordo di Parigi nel 2015, poiché l'Unione ha definito un percorso per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 e ha lanciato il pacchetto "Fit for 55"; ritiene che la prosperità economica, la coesione sociale, la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo industriale sostenibile e la politica climatica dovrebbero rafforzarsi reciprocamente; sottolinea il fatto che la lotta ai cambiamenti climatici offre all'industria dell'UE opportunità che possono concretizzarsi se i legislatori si impegnano a fornire una risposta politica tempestiva, su misura, solidale e adeguata; sottolinea la necessità di una strategia globale per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 e oltre, allineando i flussi finanziari pubblici e privati; reputa della massima importanza che l'UE garantisca un vantaggio di prima iniziativa e dia l'esempio;

95.sottolinea che l'UE dovrebbe fare tutto il possibile per mantenere la posizione leader delle sue industrie e la competitività globale nella transizione verso un'economia a zero emissioni nette di gas a effetto serra; sottolinea che gli strumenti politici disponibili e innovativi dovrebbero essere impiegati per mantenere ed espandere i settori di leadership dell'UE; sottolinea la necessità di decarbonizzare ulteriormente l'industria europea e di proseguire il sostegno dell'UE a tale azione; accoglie con favore le iniziative intraprese a favore delle catene del valore strategiche; riconosce gli effetti positivi per le industrie europee derivanti da un'azione tempestiva nella lotta ai cambiamenti climatici, nonché dall'esempio fornito dall'UE nel raggiungimento della neutralità climatica, che spiana la strada per i paesi meno avanzati o meno ambiziosi e salvaguarda un vantaggio competitivo altamente vantaggioso per le industrie e le aziende dell'UE; sottolinea la necessità di stabilire accordi multilaterali e bilaterali applicabili tra l'UE e i suoi partner volti a esportare le norme ambientali dell'Unione e a garantire condizioni di parità negli scambi e negli investimenti; sottolinea la necessità di prevenire la delocalizzazione della produzione e degli investimenti nell'industria europea a causa di misure climatiche meno ambiziose al di fuori dell'Unione e incoraggia pertanto i partner internazionali ad allineare gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici; ritiene che la tassonomia verde dell'UE dovrebbe creare trasparenza e assicurare chiarezza al fine di consentire ai governi e alle imprese di fornire incentivi agli investimenti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi;

96.riconosce il ruolo essenziale delle PMI, in particolare delle microimprese e delle start-up, nel guidare e realizzare l'occupazione e la crescita, nonché nell'aprire la strada alla transizione digitale e verde; ricorda che le PMI sono una parte essenziale del tessuto economico e sociale europeo e devono essere sostenute e incentivate in questa transizione dai legislatori, in particolare garantendo l'accesso ai finanziamenti per tecnologie, servizi e processi sostenibili e semplificando le procedure amministrative; esprime preoccupazione circa il fatto che molte PMI non siano ancora consapevoli delle opportunità della transizione verde e chiede pertanto di colmare questa lacuna di conoscenze, con il supporto dei consulenti e dei servizi in materia di sostenibilità della rete Enterprise Europe;

97.plaude all'impegno, agli sforzi e ai progressi compiuti finora da cittadini, comunità, comuni, città, regioni, industrie e istituzioni europei verso il rispetto degli obblighi dell'accordo di Parigi; rileva, nel contempo, la necessità di intensificare rapidamente le azioni per essere pienamente in linea con l'accordo di Parigi; incoraggia pertanto tutti gli attori coinvolti, all'interno e all'esterno dell'Unione, ad adeguare le proprie ambizioni e il proprio comportamento a standard più elevati per affrontare le sfide climatiche;

98.sottolinea le opportunità offerte da una solida strategia di crescita per la ripresa dopo la pandemia di COVID-19 non solo per superare la crisi economica, ma anche per sviluppare ulteriormente un'economia dell'UE verde e sostenibile realizzando la transizione verde e digitale; osserva con preoccupazione che trascurare il vantaggio di potenziare lo slancio sarebbe dannoso per l'industria dell'UE, data l'entità della trasformazione industriale necessaria per raggiungere gli obiettivi per il 2030 in un ambiente altamente competitivo e in rapido sviluppo;

99.si compiace del fatto che diversi partner commerciali dell'UE abbiano introdotto lo scambio delle quote di emissione o altri meccanismi di determinazione dei prezzi; accoglie con favore un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'UE socialmente equo in linea con le proposte avanzate nella risoluzione del Parlamento europeo su un meccanismo di adeguamento del carbonio delle frontiere dell'UE compatibile con l'OMC, che comprende l'istituzione di un meccanismo di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio efficace e il relativo effetto di sollecitare un prezzo globale del carbonio ; invita le parti della COP26 a concordare norme chiare, eque e solide dal punto di vista sociale e ambientale sui mercati del carbonio, che forniscano contributi concreti e misurabili allo sviluppo sostenibile;

Politica energetica

100.accoglie con favore la revisione della legislazione sull'energia nell'ambito del pacchetto "Fit for 55" per allinearla all'obiettivo rafforzato dell'Unione di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;

101.ricorda l'impegno dell'Unione a favore del principio "l'efficienza energetica al primo posto"; sottolinea l'importanza di integrare suddetto principio in tutte le norme e iniziative pertinenti; sottolinea il potenziale inutilizzato dell'efficienza energetica in settori quali i trasporti e gli edifici, compresi il riscaldamento e il raffreddamento;

102.rammenta che nell'Unione sono stati spesi 50miliardi di EUR per sovvenzioni destinate ai combustibili fossili nel 2018, una cifra corrispondente a circa un terzo di tutti i sussidi energetici nell'Unione; ritiene che le sovvenzioni ai combustibili fossili pregiudichino gli obiettivi del Green Deal europeo e gli obblighi dell'accordo di Parigi; sottolinea l'urgente necessità di fornire segnali di prezzo più coerenti tra i settori energetici e gli Stati membri, e pone in evidenza il fatto che i costi esterni non sono internalizzati; invita gli Stati membri e le altre parti della COP26 ad attribuire priorità agli investimenti nell'energia e nelle infrastrutture verdi e a eliminare gradualmente le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili;

103.ritiene che affinché l'UE raggiunga la neutralità climatica, il suo sistema energetico dovrebbe essere integrato e basato su una priorità a cascata a partire dall'attuazione del principio dell'efficienza energetica al primo posto, che determini il risparmio energetico, seguito dalla decarbonizzazione degli usi finali attraverso l'elettrificazione diretta, combustibili rinnovabili e, durante una fase di transizione, combustibili a basse emissioni di carbonio per applicazioni per le quali non vi è un'altra alternativa, pur mantenendo l'accessibilità energetica, l'accessibilità economica e la sicurezza dell'approvvigionamento attraverso lo sviluppo di un sistema energetico circolare, altamente efficiente dal punto di vista energetico, integrato, interconnesso, resiliente e multimodale;

104.ricorda l'importanza di tenere conto della diversità delle sfide e dei sistemi energetici nazionali; sottolinea la necessità di una transizione giusta e ribadisce la promessa, delineata nel nuovo Green Deal, che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro; esprime preoccupazione circa il fatto che circa 50 milioni di famiglie nell'UE vivono ancora in condizioni di povertà energetica; sottolinea l'importanza della dimensione sociale di una maggiore ambizione climatica, per cui dovrebbero essere adottate politiche volte a prevenire e porre fine alla povertà energetica quanto prima; sottolinea che le politiche climatiche dovrebbero essere perseguite in linea con il principio di una transizione equa e giusta e in stretta cooperazione con la società civile e le parti sociali; ritiene pertanto che la pianificazione pubblica e il rafforzamento dei partenariati sociali e del coinvolgimento della società civile a livello locale, nazionale e dell'UE siano fondamentali per conseguire la neutralità climatica transettoriale della società in modo equo, inclusivo e socialmente sostenibile;

105.plaude all'adozione della strategia europea per l'idrogeno, che fissa obiettivi per l'installazione di almeno 6GW di elettrolizzatori di idrogeno rinnovabile nell'Unione entro il 2024 e 40GW di elettrolizzatori di idrogeno rinnovabile entro il 2030; ricorda la necessità di accelerare la decarbonizzazione della produzione di idrogeno esistente aumentando la produzione di idrogeno rinnovabile; sottolinea l'importanza di eliminare gradualmente l'idrogeno di origine fossile quanto prima, concentrandosi invece su tecnologie sicure e sostenibili; esorta la Commissione e gli Stati membri a iniziare immediatamente a pianificare con attenzione tale abbandono progressivo, in modo che la produzione di idrogeno di origine fossile inizi a diminuire rapidamente, in maniera prevedibile e irreversibile, e in modo da evitare il prolungamento della durata di vita degli impianti di produzione a base fossile; rileva che una serie di siti di produzione di idrogeno di origine fossile si trovano in territori interessati dalla transizione giusta e pone pertanto in evidenza il fatto che sono necessarie misure di sostegno efficaci volte a facilitare la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e a contribuire alla riqualificazione e all'ulteriore occupabilità della forza lavoro locale;

106.accoglie con favore la strategia dell'UE per le energie rinnovabili offshore e l'obiettivo ambizioso di aumentare la capacità offshore dell'Europa ad almeno 60GW entro il 2030 e a 340GW entro il 2050; sottolinea la necessità di garantire che l'attuazione di tale strategia vada a vantaggio dell'intera Unione, compresi gli Stati membri senza sbocco sul mare;

107.è convinto della necessità di creare le condizioni affinché i consumatori abbiano maggiori incentivi a optare per forme di energia più sostenibili e ad essere più attivi a tal riguardo: invita la Commissione a valutare i rimanenti ostacoli all'autoconsumo rinnovabile e alle comunità di energia rinnovabile, in particolare nelle famiglie a basso reddito o vulnerabili;

108.accoglie con favore l'iniziativa di rivedere la direttiva sulla tassazione dell'energia (2003/96/CE) per trasformarla in uno strumento che allinei le politiche fiscali agli obiettivi energetici e climatici per il 2030 e il 2050, valutando nel contempo gli impatti, anche sui consumatori, prodotti dalla povertà energetica e dalla povertà dei mezzi di trasporto; invita gli Stati membri a valutare la possibilità di ridurre le tasse e le imposte sull'energia rinnovabile in tutta l'Unione, ove opportuno, e a rafforzare gli incentivi finanziari per la produzione di energia rinnovabile;

109.sottolinea che, sebbene l'Europa si stia adoperando per conseguire i suoi ambiziosi obiettivi, raggiungere l'azzeramento delle emissioni globali al più tardi entro il 2050 richiederà un'azione globale coordinata; pone in evidenza che i paesi in via di sviluppo avranno bisogno di diversi livelli di assistenza internazionale per realizzare la loro transizione verde; sottolinea l'importanza di rafforzare la stretta cooperazione transfrontaliera e la condivisione delle migliori pratiche con i partner internazionali nei settori dell'elaborazione delle politiche e della scienza, compreso il trasferimento di tecnologie, al fine di promuovere l'efficienza energetica e gli investimenti in tecnologie e infrastrutture energetiche sostenibili;

110.plaude all'intenzione della Commissione di adottare un piano d'azione per la digitalizzazione del settore energetico al fine di posizionare l'UE come leader tecnologico e consentire un sistema energetico più integrato con soluzioni intelligenti in settori specifici e con maggiori finanziamenti per il periodo 2021-2027; ricorda l'importanza di affrontare i rischi per la sicurezza informatica nel settore dell'energia onde assicurare la resilienza dei sistemi energetici;

Ricerca, innovazione, tecnologie digitali e politica spaziale

111.accoglie con favore il ruolo del programma Orizzonte Europa e il suo contributo alla neutralità climatica; è del parere che i partenariati nell'ambito di Orizzonte Europa, ivi incluse le imprese comuni, promuoveranno la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato con l'obiettivo di contribuire alla realizzazione della transizione verde, garantendo nel contempo che le innovazioni sostenibili siano disponibili, accessibili e convenienti dal punto di vista economico. sottolinea l'importanza di migliorare la comunicazione con i cittadini in merito ai risultati dei progetti europei di ricerca e sviluppo e alle nuove tecnologie, compresi i progetti faro, al fine di accrescere l'accettazione pubblica e rendere più visibile il ruolo dell'Unione ai suoi cittadini;

112.sottolinea la necessità di attrarre maggiori investimenti, sia pubblici che privati, nella ricerca, nell'innovazione e nella diffusione di nuove tecnologie sostenibili, anche nei settori ad alta intensità di lavoro, nelle nuove reti infrastrutturali necessarie e nei progetti che contribuiscono agli obiettivi del Green Deal europeo e accordo di Parigi;

113.sottolinea l'importanza di garantire la coerenza e l'uniformità degli incentivi volti a promuovere le tecnologie innovative al fine di raggiungere gli obiettivi per il 2030 e il 2050, affrontando la questione concernente la diffusione di tecnologie già mature e gli investimenti in nuove tecnologie che devono essere sviluppate per raggiungere l'obiettivo dell'Unione della neutralità climatica al più tardi entro il 2050;

114.sottolinea il ruolo fondamentale che le tecnologie digitali possono svolgere a sostegno della transizione verde dell'UE; sottolinea che la ripresa dell'UE richiede la creazione di un quadro normativo stabile e incentivi finanziari anche per gli attori privati al fine di stabilire e garantire progressi orientati al mercato verso la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo di tecnologie sostenibili;

115.sottolinea che la digitalizzazione è uno dei fattori chiave che stimolano l'integrazione del sistema energetico, in quanto essa può rendere possibili flussi dinamici e interconnessi di vettori energetici, può consentire l'interconnessione di mercati più diversificati e fornire i dati necessari per conciliare domanda e offerta; pone in evidenza il fatto che le tecnologie digitali presentano il potenziale per aumentare l'efficienza energetica e quindi ridurre le emissioni complessive di gas a effetto serra; rammenta che la Commissione stima che l'impronta ambientale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) rappresenti tra il 5% e il 9% del consumo globale di elettricità e oltre il 2% delle emissioni globali di gas a effetto serra; sottolinea che, secondo uno studio del 2018 sull'intelligenza artificiale condotto dal Centro comune di ricerca della Commissione, i centri dati e la trasmissione di dati potrebbero rappresentare tra il 3% e il 4% del consumo totale di elettricità dell'Unione; sottolinea che la Commissione prevede un aumento del 28% del consumo dei centri dati tra il 2018 e il 2030; osserva che il 47% delle emissioni di carbonio prodotte dal digitale sono dovute alle apparecchiature di consumo come i computer, gli smartphone, i tablet e altri oggetti connessi; chiede pertanto misure volte a ridurre l'impronta di carbonio del settore delle TIC garantendo l'efficienza energetica e delle risorse, e ribadisce l'obiettivo di rendere i centri dati climaticamente neutri e altamente efficienti dal punto di vista energetico al più tardi entro il 2030, come indicato nella strategia digitale;

116.ricorda l'importanza del contributo della R&I per raggiungere i traguardi fissati nell'accordo di Parigi e gli obiettivi del Green Deal europeo; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la ricerca e l'innovazione e un aumento complessivo dei bilanci dell'UE e nazionali dedicati alla R&I nelle tecnologie e nell'innovazione energetiche sostenibili e sicure; invita la Commissione a prendere in considerazione l'ulteriore sostegno alle tecnologie e alle soluzione innovative che contribuiranno a un sistema energetico integrato e resiliente ai cambiamenti climatici, anche nei settori in cui l'Europa è leader a livello mondiale e dispone di catene del valore nazionali; ritiene essenziale disporre di segmenti importanti delle catene del valore delle energie rinnovabili nell'Unione per conseguire gli obiettivi climatici e offrire vantaggi economici significativi ai cittadini europei, e chiede misure adeguate per sostenere il ruolo dei contenuti basati in Europa nelle catene di approvvigionamento dei sistemi di energia rinnovabile e della normativa ad esse relativa;

Cambiamenti climatici e sviluppo

117.ritiene che la COP26 rappresenti un'opportunità per rinnovare gli sforzi tesi a raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi e gli OSS delle Nazioni Unite, in particolare l'OSS13 (agire per il clima); ritiene che l'Agenda 2030 debba fungere da tabella di marcia verso un futuro più verde, più equo e più sostenibile;

118.sottolinea l'importanza di un approccio in materia di diritti umani nell'azione per il clima al fine di garantire che tutte le misure rispettino e sostengano i diritti umani di tutte le persone;

119.esorta le parti dell'UNFCCC a continuare ad accrescere la loro ambizione in termini di mitigazione e adattamento in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi e a integrare la dimensione dei diritti umani nei loro contributi determinati a livello nazionale e nelle loro comunicazioni sull'adattamento; invita il segretariato dell'UNFCCC a elaborare orientamenti relativi alle modalità di integrazione della tutela dei diritti umani nelle comunicazioni sull'adattamento e sui contributi determinati a livello nazionale, in collaborazione con l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani;

120.è consapevole dell'enorme numero di prove raccolte secondo cui l'impatto dei cambiamenti climatici causa e aggrava la scarsità di risorse vitali come i terreni coltivabili, danneggia o rovina gli ecosistemi che sostengono i mezzi di sussistenza e aumenta l'incidenza e la gravità delle catastrofi naturali, agendo in tal modo come motore di conflitti, sfollamento di popolazioni e crisi umanitarie;

121.ricorda che, secondo la quinta relazione di valutazione dell'IPCC, le forme di conoscenza indigene, locali e tradizionali sono una grande risorsa per l'adattamento ai cambiamenti climatici; deplora il fatto che le conoscenze indigene non siano utilizzate efficacemente, mentre il riconoscimento esplicito dei popoli indigeni o tribali e dei loro diritti è assente dai quadri giuridici, politici e istituzionali di molti paesi e l'attuazione dei diritti resta un problema importante;

122.insiste sull'assoluta necessità di includere nelle norme operative del meccanismo di sviluppo sostenibile garanzie concrete di mitigazione e di protezione dei diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali in ogni progetto nell'ambito di tale meccanismo; sottolinea l'importanza di sfruttare le conoscenze delle comunità indigene e locali sulla protezione ambientale e di garantire che le loro voci siano ascoltate nell'ambito degli sforzi internazionali a sostegno dell'azione per il clima;

123.chiede all'UE di assumere un ruolo guida nell'allineare pienamente gli accordi dell'OMC all'accordo di Parigi e di garantire che i propri accordi commerciali e sugli investimenti non ostacolino l'attuazione dell'accordo di Parigi e i risultati degli OSS delle Nazioni Unite, ma che vadano piuttosto a sostegno di questi ultimi;

Ruolo del Parlamento europeo

124.ritiene di dover essere parte integrante della delegazione dell'UE, in quanto l'approvazione del Parlamento è necessaria per la conclusione di accordi internazionali e riveste un ruolo cruciale per l'attuazione nazionale dell'accordo di Parigi in qualità di colegislatore; insiste pertanto per poter partecipare alle riunioni di coordinamento dell'UE alla COP26 di Glasgow e di vedersi garantire l'accesso a tutti i documenti preparatori fin dall'avvio della fase negoziale;

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125.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al segretariato dell'UNFCCC, con richiesta di distribuirla a tutte le parti della convenzione esterne all'UE.

Ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2021
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