PROPOSTA DI RISOLUZIONEsulla situazione nel Nagorno-Karabakh in seguito all'attacco dell'Azerbaigian e alle continue minacce contro l'Armenia
2.10.2023-()
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
Anna Fotyga, Alexandr Vondra, Veronika Vrecionová, Assita Kanko, Adam Bielan, Waldemar Tomaszewski, Witold Jan Waszczykowski, Anna Zalewska, Elżbieta Kruk, Joachim Stanisław Brudziński, Andżelika Anna Możdżanowska
a nome del gruppo ECR
Vedasi anche la proposta di risoluzione comuneRC-B9-0393/2023
9‑0404/2023
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione nel Nagorno-Karabakh in seguito all'attacco dell'Azerbaigian e alle continue minacce contro l'Armenia
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Il Parlamento europeo,
–viste le sue precedenti risoluzioni sull'Armenia e l'Azerbaigian, in particolare quelle del 19 gennaio 2023 sulle conseguenze umanitarie del blocco in Nagorno-Karabakh[1], del 15 marzo 2023 sulle relazioni UE-Armenia[2] e del 15 marzo 2023 sulle relazioni UE-Azerbaigian[3],
–vista la dichiarazione resa il 29 settembre 2023 dal portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna sullo sfollamento della popolazione dal Nagorno-Karabakh,
–vista la dichiarazione resa il 21 settembre 2023 dall'alto rappresentante dell'UE sugli sviluppi nel Nagorno-Karabakh,
–visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A.considerando che il 19 settembre 2023 l'Azerbaigian ha lanciato un'offensiva militare su larga scala contro il Nagorno-Karabakh, a seguito di un blocco durato varie settimane del corridoio di Lachin, l'unica strada che collega il Nagorno-Karabakh all'Armenia e al mondo esterno; che l'Azerbaigian ha chiesto il ritiro completo dalla regione delle forze di etnia armena note come "Esercito di difesa del Nagorno-Karabakh", costringendole a capitolare dopo una campagna militare durata 24 ore;
B.considerando che il blocco ha provocato una grave crisi umanitaria, che ha colpito in modo significativo i gruppi di popolazione più vulnerabili, e che i 120000 armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh hanno incontrato notevoli difficoltà nell'accesso a beni e servizi essenziali, tra cui generi alimentari, carburante e medicinali;
C.considerando che l'offensiva si è conclusa il 20 settembre 2023 con un accordo di cessate il fuoco e che le autorità del Nagorno-Karabakh e le forze armate si sono impegnate a disarmare e ad avviare colloqui di "reintegrazione";
D.considerando che il governo azero ha dichiarato che avrebbe garantito i diritti della popolazione civile, compresi i diritti all'istruzione, i diritti culturali, i diritti religiosi e i diritti elettorali comunali, ma non ha deciso di conferire alla regione uno status di autonomia; che, dopo anni di tensioni, la popolazione armena non ritiene credibili tali promesse e teme rappresaglie o la perdita della libertà di utilizzare la propria lingua e di praticare la propria religione e i propri costumi;
E.considerando che oltre 100000 persone – più di tre quarti della popolazione del Nagorno-Karabakh – sono già fuggite in Armenia dopo che l'Azerbaigian ha permesso loro di lasciare il territorio, il che costituisce un esodo di massa di quasi tutta la popolazione armena e potrebbe determinare la fine di secoli di presenza armena in questo territorio;
F.considerando che le persone che hanno deciso di rimanere sono per lo più anziane, mentre altre affermano che potrebbero tornare se constatassero che l'etnia armena può vivere in sicurezza sotto il dominio azero;
G.considerando che il 27 settembre 2023 Ruben Vardanyan, imprenditore miliardario russo-armeno, ex ministro di Stato del Nagorno-Karabakh e fondatore dell'iniziativa umanitaria "Aurora", è stato arrestato dalle forze azere mentre attraversava il confine tra il Nagorno-Karabakh e l'Armenia;
H.considerando che il 28 settembre 2023 Samvel Shahramanyan, leader del Nagorno-Karabakh, ha emanato un decreto in cui si dichiarava che il Nagorno-Karabakh avrebbe cessato di esistere il 1º gennaio 2024 e si invitava la popolazione del Nagorno-Karabakh, comprese le persone situate al di fuori della Repubblica, a prendere conoscenza delle condizioni per la reintegrazione presentate dall'Azerbaigian;
I.considerando che le autorità azere hanno annunciato l'avvio di un processo di registrazione dei residenti armeni attraverso un portale dedicato;
J.considerando che il Nagorno-Karabakh ospita numerose chiese, moschee, khachkar (cippi funerari) e cimiteri; che, a seguito degli ingenti danni intenzionali causati dall'Azerbaigian al patrimonio culturale armeno durante la guerra del 2020, la Corte internazionale di giustizia (CIG), nella sua ordinanza del 7 dicembre 2021[4], ha disposto che l'Azerbaigian deve adottare tutte le misure necessarie per prevenire e punire atti di vandalismo e profanazione a danno del patrimonio culturale armeno, tra cui, a titolo esemplificativo, chiese e altri luoghi di culto, monumenti, luoghi storici, cimiteri e manufatti;
K.considerando che il 26 settembre 2023 la Commissione ha annunciato che avrebbe incrementato gli aiuti umanitari di 5 milioni di EUR in risposta alle crescenti esigenze derivanti dalla crisi del Nagorno-Karabakh;
L.considerando che l'UE e gli Stati Uniti hanno facilitato diversi cicli di colloqui di pace tra l'Armenia e l'Azerbaigian; che l'Armenia ha ufficialmente presentato una denuncia contro l'Azerbaigian dinanzi alla CIG, chiedendo l'applicazione di misure temporanee a norma della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale;
1.invita le autorità azere ad astenersi da ulteriori ostilità nel Nagorno-Karabakh e nella regione; sottolinea che la riconquista con la forza del controllo sul territorio del Nagorno-Karabakh da parte dell'Azerbaigian è avvenuta nel contesto di una grave crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh, a seguito del blocco del corridoio di Lachin da parte dell'Azerbaigian nei nove mesi precedenti e in violazione degli impegni assunti dall'Azerbaigian nel quadro della dichiarazione di cessate il fuoco del 9 novembre 2020;
2.sottolinea che l'Azerbaigian ha la responsabilità di garantire i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh, compreso il diritto di vivere nella propria casa senza subire intimidazioni e discriminazioni nonché il diritto di ritornare per coloro che sono stati sfollati; esprime profonda preoccupazione per le conseguenze delle azioni dell'Azerbaigian sulla popolazione civile, che ora sta abbandonando la regione; sottolinea che qualsiasi trasferimento forzato della popolazione di etnia armena può costituire un atto di pulizia etnica, al quale la comunità internazionale dovrebbe rispondere con fermezza; invita pertanto Baku ad astenersi da qualsiasi azione direttamente o indirettamente volta ad allontanare i rimanenti residenti di etnia armena dalla regione e chiede che coloro che decidono di tornare siano autorizzati a farlo;
3.esprime la propria solidarietà agli armeni del Nagorno-Karabakh che sono costretti a fuggire dalle loro terre ancestrali; accoglie con favore tutti gli sforzi profusi dal governo armeno per fornire rifugio e aiuti agli armeni sfollati; valuta positivamente l'assistenza umanitaria fornita dall'UE alla popolazione colpita dal conflitto nel Nagorno-Karabakh e nelle zone limitrofe e chiede che sia prestata ulteriore assistenza per far fronte a tutte le esigenze umanitarie, in particolare l'accesso umanitario senza restrizioni alla regione, rilevando l'importanza della regione per l'UE;
4.constata che una missione delle Nazioni Unite è arrivata nel Nagorno-Karabakh solo il 1º ottobre 2023 e che è la prima volta che questo organismo mondiale accede alla regione in circa trent'anni; si attende che una missione internazionale indipendente garantisca trasparenza, rassicurazioni e fiducia ai residenti del Nagorno-Karabakh, concentrandosi sulle esigenze umanitarie e sulla protezione;
5.invita il governo azero a impegnarsi a favore di un'ampia amnistia per tutti gli ex funzionari del Nagorno-Karabakh che sono stati rapiti e arrestati e sollecita il loro rilascio immediato e incondizionato;
6.sottolinea che alle organizzazioni umanitarie e alle agenzie delle Nazioni Unite deve essere garantito un accesso immediato, libero e senza restrizioni al Nagorno-Karabakh, al fine di fornire l'assistenza necessaria alla restante popolazione locale e di monitorare la situazione;
7.condanna l'inazione delle "forze di pace" russe e il ruolo generale svolto dalla Russia, che per decenni ha alimentato il conflitto e lo ha sfruttato per i propri vantaggi politici;
8.esprime profonda preoccupazione per la conservazione del patrimonio culturale, religioso e storico del Nagorno-Karabakh a seguito dell'esodo di massa degli armeni del Nagorno-Karabakh, vista la distruzione del patrimonio culturale, religioso e storico avvenuta dall'inizio del conflitto del Nagorno-Karabakh; esorta l'Azerbaigian ad astenersi dal distruggere e trascurare ulteriormente il patrimonio culturale, religioso o storico della regione, nonché dall'alterarne le origini, adoperandosi invece per preservare, proteggere e promuovere questa ricca diversità, conformemente all'ordinanza della CIG del 7 dicembre 2021; insiste fermamente affinché l'Azerbaigian conceda all'UNESCO l'accesso immediato ai siti del patrimonio culturale nei territori sotto il suo controllo, per poter procedere con l'inventario, e affinché ne garantisca la protezione; esorta l'Azerbaigian a garantire che non sia eseguito alcun intervento sui siti del patrimonio armeno prima di una missione di valutazione dell'UNESCO e che esperti armeni e internazionali in materia di patrimonio culturale siano preventivamente consultati nonché strettamente coinvolti durante tali interventi; chiede che questi e altri siti demoliti siano completamente restaurati; suggerisce di ricorrere al Centro satellitare dell'UE (SatCen) per ottenere immagini satellitari che possano contribuire a determinare le condizioni esterne del patrimonio in pericolo nella regione;
9.plaude all'avvio della missione civile dell'Unione europea in Armenia (EUMA) nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, ma sottolinea la necessità di aumentare il numero di osservatori dell'EUMA e di dotarli di capacità supplementari per sostenere meglio gli obiettivi della missione; accoglie con favore la disponibilità dell'Armenia ad agevolare la missione sul proprio territorio e invita l'Azerbaigian a consentire la presenza dell'EUMA anche sul suo lato del confine;
10.ribadisce il proprio sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Azerbaigian e dell'Armenia; invita l'Azerbaigian a ribadire il proprio impegno inequivocabile a favore dell'integrità territoriale dell'Armenia; si attende che, una volta ripreso il controllo sui propri confini riconosciuti a livello internazionale, l'Azerbaigian si astenga da qualsiasi azione aggressiva e ostile nei confronti dell'Armenia; chiede pertanto che l'EUMA sia rafforzata affinché possa continuare a monitorare attentamente gli sviluppi sul campo in tal senso;
11.chiede un maggiore impegno dell'UE nella regione, in particolare nella ricerca di un "accordo di Noè" che possa normalizzare le relazioni tra Armenia, Azerbaigian e Turchia e instaurare una pace duratura nella regione;
12.invita l'UE a sostenere ulteriormente le autorità democraticamente elette dell'Armenia nello sviluppo della resilienza e della stabilità e nel proseguimento delle riforme democratiche nel paese; è del parere che, con il consenso delle autorità armene, le relazioni UE-Armenia debbano essere sviluppate rapidamente sulla base di un futuro accordo di associazione e della possibilità di adesione all'UE;
13.incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, al governo e al Presidente dell'Armenia, al governo e al Presidente dell'Azerbaigian, alla Segretaria generale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, alla Segretaria generale del Consiglio d'Europa, alla direttrice generale dell'UNESCO e al Segretario generale delle Nazioni Unite.
- [1] GU C 214 del 16.6.2023, pag.104.
- [2] Testi approvati, P9_TA(2023)0081.
- [3] Testi approvati, P9_TA(2023)0082.
- [4] Ordinanza della Corte internazionale di giustizia del 7 dicembre 2021 concernente la richiesta di misure provvisorie ai fini dell'applicazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (Armenia contro Azerbaigian).