Risoluzione del Parlamento europeo del 13 febbraio 2025 sull'escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo ()
Il Parlamento europeo,
–viste le sue precedenti risoluzioni sulla Repubblica democratica del Congo (RDC),
–vista la dichiarazione dell'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, rilasciata il 25 gennaio 2025 a nome dell'UE, sull'ultima escalation nella parte orientale della RDC,
–vista la dichiarazione rilasciata il 2 febbraio 2025 dai ministri degli Esteri del G7 sull'escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo,
–vista la dichiarazione alla stampa sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo rilasciata il 26 gennaio 2025 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
–vista la sessione speciale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 7 febbraio 2025 sulla situazione dei diritti umani nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo,
–visto il comunicato sui recenti sviluppi nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo rilasciato il 28 gennaio 2025 dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana,
–vista la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, del 18dicembre 1979,
–visto l'accordo di partenariato del 15 novembre 2023 tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e i membri dell'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, dall'altra(1),
–visto l'articolo 136, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A.considerando che nel gennaio 2025 il gruppo ribelle armato M23, sostenuto dalle forze ruandesi, è avanzato ulteriormente nella parte orientale della RDC e ha preso il controllo della città di Goma, capoluogo della regione; che le violenze tra i gruppi ribelli e l'esercito congolese hanno subito un drastico aumento, causando un elevato numero di vittime civili; che, secondo le stime, durante l'offensiva su Goma sono morte 3000 persone; che in quel momento circa 800000 sfollati interni si erano rifugiati in campi per sfollati densamente popolati nei dintorni della città;
B.considerando che l'M23 ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale a partire dal 4 febbraio 2025; che i combattimenti sono tuttavia proseguiti, l'aeroporto di Goma rimane chiuso, le apparecchiature per la gestione del traffico aereo sono danneggiate e l'accesso umanitario è ancora limitato; che, secondo alcune segnalazioni, la città mineraria di Nyabibwe, nel Kivu meridionale, è stata conquistata dall'M23; che i leader dell'M23 hanno espresso l'intenzione di continuare ad avanzare nel territorio della RDC; che le ultime avanzate dell'M23 segnano un'allarmante escalation del devastante conflitto nella parte orientale della RDC, una violazione dell'integrità territoriale e un inasprimento delle violenze, determinando una grave crisi umanitaria, violazioni dei diritti umani e un'ulteriore destabilizzazione del paese;
C.che da decenni la regione è colpita da violenze cicliche, il che ha provocato una crisi umanitaria e di sicurezza; che, dopo un cessate il fuoco durato diversi anni, alla fine del 2021 i combattenti dell'M23 hanno ripreso le armi; che nella parte orientale della RDC la legge marziale è in vigore dal 2021 e il governo civile è stato sostituito dall'esercito; che le forze dell'M23 hanno esteso la loro presenza nella parte orientale della DRC, istituendo nuovi organi di governance e nuovi sistemi fiscali, creando campi di addestramento militare ed esportando minerali direttamente in Ruanda; che le conseguenze a lungo termine del terribile genocidio dei tutsi avvenuto in Ruanda nel 1994 alimentano ancora oggi la violenza, l'odio e gli sfollamenti forzati;
D.considerando che il 23 e 24 gennaio 2025 l'M23 ha aperto il fuoco contro postazioni della missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo (MONUSCO), causando la morte di 13 operatori di pace della MONUSCO e della missione di pace guidata dalla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC);
E.considerando che il gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha concluso, nella sua relazione del giugno 2024, che lo spiegamento delle Forze di difesa ruandesi (FDR) viola la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica democratica del Congo e che il controllo e la direzione di fatto delle operazioni dell'M23 da parte delle FDR rendono anche il Ruanda responsabile delle azioni dell'M23;
F.considerando che la presa di Goma ha causato considerevoli sfollamenti di civili; che, secondo le stime, dall'inizio di gennaio 2025 le persone sfollate sono oltre 500000; che migliaia di congolesi, che si erano in precedenza rifugiati in città per sfuggire alla violenza, sono stati cacciati anche dai campi per gli sfollati interni, ritrovandosi a vivere in tende di fortuna o costretti a dormire all'aperto; che la sicurezza degli sfollati interni è ora seriamente minacciata e che le donne e le ragazze sono colpite in modo particolare;
G.considerando che il vicecapo della forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite di stanza a Goma ha riferito di stupri e uccisioni di massa di donne detenute nella prigione di Munzenze a Goma e che si stima che centinaia di donne siano state violentate e molte siano state bruciate vive in detta prigione;
H.considerando che nella RDC le donne e le ragazze devono far fronte a un aumento dei livelli di violenza sessuale e di genere tale per cui vi è una vittima di stupro ogni quattro minuti; che il personale dell'ospedale di Panzi a Bukavu, che accoglie numerose vittime di violenze sessuali, è preoccupato per il peggioramento della situazione della sicurezza nella zona e per la sicurezza del personale e dei pazienti dell'ospedale stesso;
I.considerando che la presa di Goma ha innescato violente proteste a Kinshasa, dove decine di manifestanti hanno attaccato le ambasciate e invitato la comunità internazionale a fermare l'avanzata dell'M23;
J.considerando che il conflitto nella RDC rischia di propagarsi nella regione; che un contingente di mantenimento della pace delle forze regionali della Comunità dell'Africa orientale si è ritirato nel 2023; che nel dicembre 2023 la SADC ha inviato nella RDC una missione di mantenimento della pace composta da truppe provenienti dal Sud Africa, dalla Tanzania e dal Malawi; che almeno 20 operatori di pace sono stati uccisi durante l'avanzata dell'M23 su Goma; che il 6 febbraio 2025 il Malawi ha annunciato il ritiro delle sue truppe dalla suddetta missione;
K.considerando che è ampiamente riconosciuto che il Ruanda è attivo nel conflitto che imperversa nella parte orientale della RDC, anche perché controlla di fatto l'M23, al quale fornisce armi, supporto logistico e truppe; che, secondo le stime degli esperti delle Nazioni Unite, i soldati ruandesi che operano a fianco dell'M23 sono tra i 3000 e i 4000;
L.considerando che il Kivu settentrionale è una regione ricca di risorse, dotata di ingenti riserve di materie prime critiche, tra cui cobalto, oro e stagno, necessarie per la transizione digitale ed energetica mondiale; che Goma è un importante polo di trasporto e di commercio per l'esportazione di minerali; che le Nazioni Unite stimano che l'M23 trasferisca ogni mese circa 120 tonnellate di coltan in Ruanda; che gli esperti delle Nazioni Unite stimano inoltre che l'M23 sia finanziato da entrate mensili pari a circa 288000EUR, generate dal controllo del commercio di minerali nella RDC; che i gruppi ribelli spesso reclutano bambini soldato, il che costituisce una palese violazione del diritto internazionale e un crimine contro l'umanità;
M.considerando che dal 1º luglio 2002 le indagini condotte dalla Corte penale internazionale (CPI) sulla RDC si sono concentrate su presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi principalmente nella parte orientale della RDC, nella regione dell'Ituri e nelle province del Kivu settentrionale e meridionale; che nel maggio 2023 la RDC ha presentato un secondo deferimento alla CPI in merito ad accuse di crimini commessi nel Kivu settentrionale dal 1º gennaio 2022;
N.considerando che l'8 febbraio 2025, in occasione di un vertice congiunto tenutosi a Dar es Salaam, Tanzania, il blocco regionale dell'Africa australe, ossia la SADC, e l'Africa orientale, ossia la Comunità dell'Africa orientale (EAC), hanno richiesto un cessate il fuoco immediato e incondizionato nonché il ritiro dal territorio della RDC delle forze armate straniere non invitate, hanno esortato tutte le parti belligeranti a tenere colloqui di pace entro cinque giorni e hanno richiesto la riapertura dell'aeroporto di Goma e di altre rotte fondamentali per agevolare gli aiuti umanitari; che l'Unione africana prevede di affrontare la questione in occasione di una riunione ad Addis Abeba il 14 febbraio 2025; che sono in corso altri sforzi di mediazione, segnatamente da parte della Francia, che mira a portare tutti gli attori al tavolo dei negoziati;
O.considerando che il Consiglio "Affari esteri" del Consiglio dell'UE dovrebbe procedere a uno scambio di opinioni sulla situazione nella RDC il 24 febbraio 2025;
P.considerando che, tra il 2021 e il 2024, l'UE ha fornito 260milioni di EUR di finanziamenti al Ruanda e che altri 900milioni di EUR sono stati promessi nell'ambito della strategia Global Gateway; che, a seguito degli ultimi sviluppi nella parte orientale della RDC, l'UE si è dichiarata pronta a potenziare l'assistenza emergenziale, in particolare a favore delle popolazioni recentemente sfollate a Goma e nei dintorni, e che il 28gennaio 2025 la Commissione ha annunciato un nuovo sostegno umanitario a favore della RDC con un importo iniziale di 60milioni di EUR per il 2025; che l'UE sta cercando di intensificare la sua presenza nella regione anche con il suo recente sostegno al programma "Corridoio verde Kivu-Kinshasa" per il tramite dell'iniziativa "Global Gateway", che mira a contribuire alla creazione di un corridoio sostenibile di 2600km che collegherà la parte orientale della RDC a Kinshasa e la costa atlantica, e che coprirà un territorio di 540000km2;
Q.considerando che l'UE ha creato partenariati per le materie prime con diversi paesi, tra cui la RDC, il Ruanda e altri paesi nella regione; che tali partenariati sono incentrati, tra l'altro, sul progresso in termini di dovere di diligenza e tracciabilità, sulla cooperazione nella lotta contro il traffico illegale di materie prime e sull'allineamento alle norme internazionali in materia ambientale, sociale e di governance; che al Parlamento, a differenza del Consiglio, non è stata data la possibilità da parte della Commissione di condividere la sua valutazione politica della decisione di negoziare un memorandum d'intesa con il Ruanda o di fornire un riscontro tecnico sul progetto di memorandum d'intesa;
R.considerando che il 5 febbraio 2025, durante una riunione straordinaria tra la delegazione all'Assemblea parlamentare Africa-UE (DAFR) e la commissione per lo sviluppo, la ministra degli Affari esteri della RDC Thérèse Kayikwamba Wagner e il vincitore del premio Nobel Denis Mukwege hanno informato il Parlamento in merito all'occupazione della parte orientale della RDC e al drammatico impatto umanitario sulla popolazione locale e sugli sfollati interni;
S.considerando che il 1º settembre 2024 il Consiglio ha nominato Johan Borgstam rappresentante speciale dell'UE per la regione dei Grandi Laghi; che il 30 gennaio 2025 la DAFR ha organizzato un'audizione straordinaria con il rappresentante speciale dell'UE e Bintou Keita, capo della MONUSCO;
T.considerando che, prima dei recenti sviluppi, la RDC ha dovuto affrontare una delle più gravi crisi di sfollamento in Africa, con 6,7 milioni di sfollati interni, di cui 4,6 milioni nelle province del Kivu meridionale e settentrionale; che la RDC ospita anche oltre 520000 rifugiati e richiedenti asilo provenienti dai paesi vicini, mentre 1,1 milioni di rifugiati provenienti dalla RDC si trovano nei paesi vicini della regione, oltre la metà dei quali in Uganda; che la recente ondata di violenza ha portato a oltre mezzo milione di sfollati interni dall'inizio dell'anno; che, dato il grave sovraffollamento dei campi per sfollati in cui le persone continuano a rifugiarsi e la mancanza di acqua e strutture igienico-sanitarie, il rischio che scoppi un'epidemia di colera è estremamente elevato, oltre al rischio di una rapida diffusione dell'epidemia di vaiolo delle scimmie;
1.condanna con forza l'occupazione di Goma e di altri territori nella parte orientale della RDC da parte dell'M23 e delle FDR in quanto violazione inaccettabile della sovranità e dell'integrità territoriale della RDC; sollecita il governo ruandese a ritirare le sue truppe dal territorio della RDC, la cui presenza costituisce una chiara violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, e a cessare la cooperazione con i ribelli dell'M23; chiede che il Ruanda e tutti gli altri potenziali attori statali della regione cessino di sostenere l'M23;
2.condanna fermamente gli attacchi indiscriminati con armi esplosive in zone abitate del Kivu settentrionale da parte di tutte le fazioni, anche nei campi di sfollati e in altre zone densamente popolate nei pressi di Goma, nonché le uccisioni illegali, gli stupri e altri palesi crimini di guerra, il lavoro forzato, il reclutamento forzato e altre pratiche abusive commessi dall'M23, con il sostegno delle RDF, e dalle forze armate della RDC, le FARDC;
3.esprime sgomento per l'uso sconcertante della violenza sessuale contro le donne e le ragazze come strumento di repressione e arma di guerra nella parte orientale della RDC, nonché per l'inaccettabile reclutamento di bambini soldato da parte dei vari gruppi ribelli; chiede che tali questioni siano affrontate senza indugio dalla comunità internazionale; ribadisce con determinazione che qualsiasi attacco contro le forze aventi un mandato delle Nazioni Unite è ingiustificabile e suscettibile di essere considerato crimine di guerra;
4.chiede di porre immediatamente fine agli atti di violenza, in particolare alle uccisioni di massa e al ricorso allo stupro come arma di guerra strategica; invita la RDC e il Ruanda a indagare e perseguire adeguatamente i responsabili di crimini di guerra, compresa la violenza sessuale, secondo il principio della responsabilità di comando;
5.è estremamente preoccupato per la situazione umanitaria critica nel paese; chiede l'immediata riapertura dell'aeroporto di Goma per ripristinare le operazioni umanitarie e far arrivare forniture attraverso l'aeroporto e la frontiera terrestre; chiede la creazione e l'apertura immediata di corridoi umanitari e invita tutte le parti, compresi i gruppi armati che operano nella parte orientale della RDC, a consentire e agevolare il pieno accesso umanitario sulla base delle esigenze e dei principi umanitari, anche garantendo che ai civili e agli sfollati non sia negato l'accesso a beni essenziali per la loro sopravvivenza;
6.sottolinea che gli operatori umanitari devono essere in grado di operare in sicurezza per fornire assistenza di primo soccorso ai civili congolesi e che la sicurezza delle strutture mediche deve essere preservata; evidenzia che si tratta di un obbligo fondamentale a norma del diritto internazionale umanitario e che coloro che violano tali obblighi dovrebbero essere chiamati a rispondere delle loro azioni; sottolinea che il Ruanda e i paesi vicini hanno una responsabilità particolare nel facilitare l'accesso umanitario alla regione;
7.condanna fermamente l'attacco alle istituzioni diplomatiche dell'UE, dei suoi Stati membri e delle organizzazioni della società civile, come le fondazioni politiche a Kinshasa; sottolinea che deve essere garantita la protezione dei civili e del personale diplomatico;
8.esprime preoccupazione per la mancanza di coerenza nella risposta dell'UE alle crisi della regione dei Grandi Laghi e invita il Consiglio a riesaminare l'attuazione della strategia rinnovata dell'UE per i Grandi Laghi; ricorda che l'UE e il suo rappresentante speciale per la regione sono pronti ad assistere tutti gli sforzi di mediazione;
9.accoglie con favore l'aumento del sostegno umanitario promesso dall'UE; osserva che ciò non è ancora sufficiente a soddisfare le esigenze di base in termini di cibo, acqua, assistenza medica e rifugio nella parte orientale della RDC, soprattutto alla luce della recente cessazione del sostegno offerto dall'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID); invita la Commissione e la comunità internazionale a rafforzare in modo significativo il sostegno finanziario per l'assistenza urgente e di primo soccorso;
10.deplora che l'UE non abbia adottato misure adeguate per affrontare in misura sufficiente la crisi ed esercitare in modo efficace pressioni sul Ruanda affinché cessi di sostenere l'M23, ma abbia invece adottato misure – tra cui la firma, nel febbraio 2024, di un memorandum d'intesa su catene del valore sostenibili per le materie prime senza aver discusso in misura sufficiente del conflitto, e la decisione di integrare il sostegno al dispiegamento del Ruanda in Mozambico nell'ambito dello strumento europeo per la pace (EPF) – che non hanno apportato garanzie sufficienti e hanno contribuito a inviare un messaggio incoerente alle autorità ruandesi;
11.esorta la Commissione e il Consiglio a sospendere immediatamente il memorandum d'intesa UE-Ruanda relativo a catene del valore sostenibili delle materie prime fino a quando il Ruanda non dimostrerà che sta ponendo fine alla sua ingerenza e che sta cessando di esportare minerali estratti da zone controllate dall'M23; invita tutti gli attori ad accrescere la trasparenza e a vietare in modo effettivo l'ingresso nell'UE di tutti i minerali insanguinati;
12.invita la Commissione a subordinare la futura riattivazione della cooperazione nell'ambito delle materie prime critiche all'adesione del Ruanda all'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive, di cui la RDC fa già parte;
13.invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la rigorosa applicazione dell'attuale regolamento sui minerali provenienti da zone di conflitto(2) e invita la Commissione a proporre una revisione delle norme dell'UE, al fine di garantire i più elevati standard di tracciabilità e trasparenza;
14.osserva che il controllo parlamentare e il coinvolgimento della società civile nella preparazione, nella firma e nell'attuazione dei memorandum d'intesa sulle materie prime e delle tabelle di marcia sono essenziali per un processo inclusivo dotato di un controllo adeguato e devono essere integrati nel memorandum d'intesa;
15.invita la Commissione, gli Stati membri e le istituzioni finanziarie internazionali a congelare il sostegno diretto al bilancio del Ruanda, assoggettando tale sostegno al rispetto di condizioni concernenti, tra l'altro, l'accesso umanitario e la rottura di tutti i legami con l'M23; esorta la Commissione e gli Stati membri a congelare l'assistenza militare e di sicurezza alle forze armate ruandesi al fine di garantire che tale assistenza non contribuisca, direttamente o indirettamente, a operazioni militari abusive nella parte orientale della RDC; chiede con forza, in particolare, una revisione del rinnovato sostegno dell'UE nell'ambito dello strumento europeo per la pace al fine di garantire che le truppe schierate nel Mozambico settentrionale e che beneficiano del sostegno dello strumento, inclusi i rispettivi comandanti, siano state sottoposte a opportune verifiche e non siano risultate coinvolte nella parte orientale della RDC o in altre violazioni dei diritti umani, nell'ottica di sospendere il sostegno qualora venga accertato che esso contribuisce direttamente o indirettamente a operazioni militari abusive nella RDC orientale;
16.esorta la Commissione e tutti gli Stati membri a vietare il trasferimento di armi alle forze ruandesi e all'M23 e a garantire una maggiore trasparenza del commercio di armi dell'UE;
17.esorta il Consiglio ad ampliare le sanzioni nei confronti dei comandanti di alto livello dell'M23, dei leader di altri gruppi armati e degli alti funzionari della RDC e del Ruanda - tra cui il maggior generale Eugene Nkubito, comandante della terza divisione delle FDR e il maggior generale Ruki Karusisi, comandante delle forze speciali delle FDR, individuati nella relazione del giugno 2024 del gruppo di esperti delle Nazioni Unite e il maggior generale Emmy K. Ruvusha, comandante delle forze di sicurezza ruandesi, individuato nella relazione del giugno 2023 del gruppo di esperti delle Nazioni Unite - e di altri paesi della regione in qualità di responsabili o complici dei recenti gravi abusi commessi dalle rispettive forze o da quelle rispetto alle quali hanno responsabilità di comando;
18.esorta il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), gli Stati membri e il governo della RDC ad adottare misure immediate per prevenire la violenza sessuale e migliorare l'assistenza ai sopravvissuti, anche adeguando il quadro giuridico nazionale per garantire l'accesso a trattamenti medici per l'aborto; richiama l'attenzione sulle esigenze sanitarie delle donne incinte, in particolare di quelle sfollate e lontane dall'assistenza medica; invita il SEAE e gli Stati membri a dare ulteriore priorità all'erogazione del sostegno umanitario alle donne e alle ragazze nella regione;
19.invita la Commissione a continuare a sostenere gli sforzi anticorruzione e il rafforzamento della governance nella RDC;
20.elogia l'annuncio del procuratore della CPI secondo cui quest'ultima continuerà a indagare sui presunti reati commessi da qualsiasi persona, indipendentemente dall'affiliazione o dalla nazionalità; ribadisce il fermo sostegno dell'UE alla CPI e invita il Consiglio e la Commissione ad adempiere ai loro obblighi di garantire il funzionamento e l'efficacia della CPI;
21.ribadisce il suo pieno sostegno alle attività di protezione dei civili e stabilizzazione della regione svolte dalla missione MONUSCO; esorta l'UE a cooperare con tutti gli attori sul campo, in particolare con la MONUSCO, per garantire la protezione dei civili nella parte orientale della RDC; invita le Nazioni Unite ad adoperarsi per un mandato più forte della MONUSCO al fine di rendere possibile il processo di pace; invita le Nazioni Unite a garantire la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale umanitario, in particolare alla luce del rischio accresciuto di violenza di genere, e a preservare la sicurezza del personale umanitario, degli operatori sanitari e delle strutture mediche;
22.invita le Nazioni Unite ad adottare misure immediate e specifiche per proteggere l'ospedale Panzi, i suoi pazienti e il suo personale;
23.accoglie con favore la sessione speciale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 7 febbraio 2025 sulla situazione dei diritti umani nella parte orientale della RDC; sostiene l'istituzione di una commissione d'inchiesta indipendente sulle gravi violazioni commesse dal gennaio 2022;
24.ribadisce la sua condanna dell'incitamento all'odio e della xenofobia, nonché delle politiche basate sull'etnia; sottolinea che tutti coloro che sono responsabili di sostenere il conflitto armato e che fomentano l'instabilità e l'insicurezza nella RDC devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni;
25.esprime preoccupazione per le conseguenze dell'ingerenza russa nel conflitto e, più in generale, nella regione, nonché per la crescente presenza di campagne di disinformazione; condanna in particolare gli sforzi intrapresi dalla Russia per promuovere un sentimento anti-occidentale attraverso la diffusione sui social media di notizie false riguardanti gli attori occidentali;
26.esprime preoccupazione per la crescente presenza di attori cinesi nel settore minerario della RDC e della regione, che agiscono senza rispettare le responsabilità economiche e sociali, e ricorda che le industrie e le imprese europee nella regione beneficeranno di una sicurezza dell'approvvigionamento a lungo termine solo se si troverà una soluzione duratura e pacifica al conflitto;
27.ricorda che solo con un approccio inclusivo e regionale si potranno affrontare e risolvere i molteplici e annosi problemi della regione; accoglie con grande favore il vertice di pace congiunto tra la SADC e l'EAC, tenutosi a Dar es Salaam l'8 febbraio 2025; ribadisce a tale proposito il suo pieno sostegno ai processi di Luanda e Nairobi e invita tutti i paesi dei Grandi Laghi, in particolare la RDC e il Ruanda, a portare avanti con urgenza i negoziati in tali contesti; sottolinea che qualsiasi soluzione deve anche affrontare le cause profonde del conflitto, compreso, tra l'altro, il traffico illecito di risorse naturali; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere pienamente le iniziative nazionali e regionali, come l'iniziativa dei leader cattolici e protestanti congolesi e il processo di Luanda; sottolinea che le organizzazioni regionali, come l'Unione africana, la SADC e l'EAC, devono svolgere un ruolo centrale in tutti questi sforzi; evidenzia inoltre che una soluzione duratura richiede una riforma del settore della sicurezza della RDC, il che implicherebbe una migliore organizzazione dell'esercito e dell'amministrazione della RDC;
28.invita la comunità internazionale e tutti gli attori coinvolti a utilizzare l'accordo quadro di Addis Abeba e a organizzare una conferenza internazionale per la pace nella parte orientale della RDC e nella regione dei Grandi Laghi; sottolinea che la peculiarità di questa conferenza "imprese per la pace" risiede nel fatto che porterà il settore privato al tavolo dei negoziati per la pace, giacché la guerra riguarda i minerali strategici; sottolinea che gli imprenditori possono esercitare notevoli pressioni sui rispettivi paesi affinché questi ultimi si adoperino per la pace; ritiene che l'approccio "imprese per la pace" possa contribuire ai progressi nella ricerca di una soluzione;
29.chiede l'annullamento dei campionati mondiali di ciclismo su strada dell'Unione ciclistica internazionale (UCI) in programma a Kigali nel 2025 se il Ruanda non cambierà rotta;
30.incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo e al parlamento del Ruanda e della Repubblica democratica del Congo, all'Unione africana, ai segretariati della missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo, alla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe e alla Comunità dell'Africa orientale, e ad altri organismi internazionali competenti.
Regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio (GU L130 del 19.5.2017, pag.1, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2017/821/oj).