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Il bilancio dell'Unione è finanziato in gran parte da risorse proprie e integrato da altre entrate. Le entrate annuali devono coprire interamente le spese annuali in quanto il disavanzo di bilancio non è consentito. Il sistema di risorse proprie è stabilito all'unanimità dal Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo, e deve essere ratificato da ciascuno Stato membro. Nel 2022 e nel 2023 la Commissione ha proposto una riforma di tale sistema, composta da due pacchetti di nuove risorse proprie.

Base giuridica

  • Articolo 311 e articolo 322, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e articoli 106bis e 171 del trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica;
  • relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea;
  • che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea, concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie tradizionali e delle risorse proprie basate sull'IVA e sull'RNL, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria, concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall'imposta sul valore aggiunto, e concernente il calcolo della risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, le modalità e la procedura di messa a disposizione di tale risorsa, le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria, nonché taluni aspetti della risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo.

Obiettivo

Assicurare autonomia finanziaria all'Unione europea nel rispetto della disciplina di bilancio.

Come funziona

La ha dotato la Comunità economica europea (CEE) di risorse proprie. Ai sensi della , il livello di risorse proprie utilizzabili all'anno è attualmente fissato all'1,4% del reddito nazionale lordo (RNL) dell'UE. Poiché il bilancio deve sempre essere in pareggio, anche le spese nell'ambito dell'attuale quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 (1.4.3) sono vincolate da detto limite.

Composizione delle entrate

1. Risorse proprie

Le risorse proprie "tradizionali" consistono in dazi doganali, dazi agricoli e contributi nel settore dello zucchero riscossi dal 1970. La percentuale che può essere trattenuta dagli Stati membri per coprire le spese di riscossione è stata riportata dal 20% al 25%. Ora le risorse proprie "tradizionali" rappresentano generalmente il 10-15% circa delle entrate da risorse proprie[1].

La risorsa propria basata sull'IVA consiste in una percentuale del gettito dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) degli Stati membri stimato che è trasferita all'Unione. Seppur introdotta dalla decisione del 1970, la risorsa in oggetto è stata concretamente attuata soltanto a seguito dell'armonizzazione dei regimi IVA degli Stati membri avvenuta nel 1979. La risorsa IVA rappresenta ora il 10% circa delle entrate da risorse proprie.

La risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo (RNL) consiste in un prelievo sull'RNL degli Stati membri secondo un'aliquota uniforme stabilita ogni anno nel quadro della procedura di bilancio ed è stata introdotta dalla . In origine essa avrebbe dovuto essere percepita solo nel caso in cui le altre risorse proprie non fossero risultate sufficienti a coprire le spese, ma attualmente essa finanzia la maggior parte del bilancio dell'UE. La risorsa basata sull'RNL è triplicata dalla fine degli anni '90 e attualmente rappresenta il 60-70% circa delle entrate dell'UE.

La risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio di plastica è stata introdotta il 1º gennaio 2021 dalla del 2020. Si tratta di un contributo nazionale (trasferimento diretto dal bilancio degli Stati membri) calcolato in base alla quantità dei rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica, con un'aliquota di prelievo uniforme di 0,80 EUR per chilogrammo. I contributi degli Stati membri con un RNL pro capite inferiore alla media dell'UE sono ridotti di una somma forfettaria annua corrispondente a 3,8 chilogrammi di rifiuti di plastica pro capite. Le entrate provenienti da questa risorsa rappresentano circa il 3-4% del bilancio dell'UE.

2. Altre entrate e saldo riportato dall'anno precedente

Nelle altre entrate sono comprese le imposte sulle retribuzioni del personale dell'UE, i contributi versati da paesi terzi a favore dei programmi dell'Unione, i pagamenti degli interessi e le ammende corrisposte dalle imprese che violano le norme dell'UE. Se vi è un'eccedenza, l'eventuale saldo positivo di ciascun esercizio è inserito nel bilancio dell'anno successivo come entrata. Le altre entrate, i saldi e gli adeguamenti tecnici rappresentano di norma tra il 2 e l'8% circa delle entrate totali.

Anche i prestiti rientrano nelle altre entrate e attualmente ammontano al 25-30% del bilancio. Il bilancio dell'UE non può registrare un disavanzo e non è consentito finanziare la spesa mediante prestiti. Tuttavia, al fine di finanziare le sovvenzioni e i prestiti concessi dallo strumento per la ripresa Next Generation EU (NGEU), la Commissione è stata autorizzata in via eccezionale e temporanea a contrarre prestiti fino a 750miliardi di EUR (a prezzi 2018) sui mercati dei capitali. La nuova assunzione netta di prestiti dovrebbe cessare alla fine del 2026, dopodiché saranno autorizzate solo le operazioni di rifinanziamento.

3. Meccanismi correttivi

Il sistema delle risorse proprie è stato utilizzato anche per correggere gli squilibri di bilancio tra i contributi netti degli Stati membri. Sebbene la "correzione a favore del Regno Unito" introdotta nel 1984 non sia più applicabile, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Austria e Svezia continueranno a beneficiare di correzioni forfettarie nel periodo 2021-2027.

Verso la riforma delle risorse proprie dell'UE

Il trattato di Lisbona ribadisce che il bilancio sia finanziato integralmente tramite risorse proprie e mantiene il potere del Consiglio di adottare, all'unanimità e previa consultazione del Parlamento, una decisione che stabilisce le disposizioni relative al sistema delle risorse proprie dell'Unione[2], per stabilire nuove categorie di risorse proprie ed abolire quelle esistenti. Ha altresì stabilito che il Consiglio può adottare le misure di esecuzione relative a tali decisioni soltanto con l'approvazione del Parlamento, rafforzando così il ruolo di quest'ultimo.

Basandosi sulle nuove disposizioni del trattato di Lisbona, il Parlamento ha chiesto ripetutamente una riforma approfondita del sistema delle risorse proprie, in una serie di posizioni e risoluzioni nel corso degli ultimi anni[3]. Il Parlamento ha segnalato i problemi legati al sistema delle risorse proprie, specialmente riguardo alla sua eccessiva complessità e alla sua dipendenza finanziaria dai contributi nazionali.

Nel gennaio 2017 il "gruppo Monti" ad alto livello, istituito nel 2014 per effettuare una revisione generale del sistema delle risorse proprie, ha presentato la sua su modalità più trasparenti, semplici, eque e democraticamente responsabili per finanziare il bilancio dell'UE. La principale conclusione è stata che il bilancio dell'UE necessitava di una riforma, sia a livello di entrate sia a livello di spese, per affrontare le attuali sfide e conseguire risultati tangibili per i cittadini dell'UE.

Sulla base di tale relazione e del successivo , il 2 maggio 2018 la Commissione ha presentato [4] volte a semplificare l'attuale risorsa propria basata sull'IVA e a introdurre un paniere di nuove risorse proprie. La Commissione ha inoltre proposto di abolire tutte le correzioni e di ridurre dal 20% al 10% la quota di entrate doganali che gli Stati membri trattengono come costi di riscossione, nonché di aumentare il massimale per le richieste annue di risorse proprie per tenere conto di un RNL totale ridotto dell'UE-27 e della proposta di integrare il Fondo europeo di sviluppo nel bilancio UE.

Al fine di conseguire un bilancio dell'UE più stabile, concepito per sostenere gli obiettivi politici dell'UE, il Parlamento ha ripetutamente chiesto un paniere ambizioso ed equilibrato di nuove risorse proprie dell'UE che sia equo, semplice, trasparente e neutro dal punto di vista del bilancio per i cittadini. Il Parlamento ha inoltre sollecitato riforme per semplificare e rendere la riscossione delle entrate più trasparente e più democratica, ridurre la quota dei contributi basati sull'RNL, riformare o eliminare la risorsa IVA ed eliminare gradualmente tutte le forme di correzione.

Proposte di riforma

Nella riunione del Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020, i capi di Stato o di governo hanno concordato un nuovo QFP, l'NGEU, l'aumento del massimale per i pagamenti e una nuova risorsa propria basata sui rifiuti di plastica non riciclati da applicare a partire da gennaio 2021.

L'NGEU era basato sulla proposta della Commissione del di contrarre prestiti per 750 miliardi di EUR mediante l'emissione di obbligazioni sui mercati internazionali per conto dell'UE, con scadenze comprese tra 3 e 30anni, per contrastare gli effetti della pandemia di COVID-19. Al fine di far fronte alle passività sostenute dall'UE per rimborsare i fondi raccolti sul mercato, la Commissione ha proposto di aumentare il massimale delle risorse proprie in via eccezionale e temporaneamente dello 0,6% dell'RNL dell'UE, oltre all'aumento permanente proposto dall'1,2% all'1,4% dell'RNL al fine di tenere conto del nuovo contesto economico.

Nella sua il Parlamento ha risposto sottolineando che soltanto la creazione di nuove risorse proprie supplementari può aiutare a rimborsare il debito dell'UE risultante dai prestiti legati all'NGEU, salvando al contempo il bilancio dell'UE e alleviando la pressione fiscale sulle tesorerie nazionali e sui cittadini europei. Il , la posizione espressa dal Parlamento nel quadro della procedura di consultazione ha ribadito la richiesta di introdurre nuove risorse proprie sulla base di una tabella di marcia e di abolire tutte le correzioni.

Il 10 novembre 2020, i negoziatori del Parlamento, del Consiglio e della Commissione hanno raggiunto un accordo politico sul QFP, sulle risorse proprie e su alcuni aspetti relativi alla governance dello strumento per la ripresa. Di conseguenza un nuovo allegato all' ha stabilito una tabella di marcia per l'introduzione di nuove risorse proprie nel periodo 2021-2027. Le entrate provenienti dalle nuove risorse proprie dovrebbero essere sufficienti a coprire il rimborso dell'NGEU, mentre eventuali entrate restanti dovrebbero finanziare il bilancio dell'UE.

Ai sensi della nuova decisione sulle risorse proprie adottata il 14 dicembre 2020, le riduzioni per alcuni Stati membri sono state mantenute e le spese di riscossione sui dazi doganali sono state aumentate dal 20% al 25%. Successivamente alla ratifica da parte di tutti gli Stati membri avvenuta entro il 31 maggio 2021, la decisione sulle risorse proprie si applica retroattivamente dal 1º gennaio 2021.

In seguito alle proposte del 14 luglio 2021 di e all', il 22 dicembre 2021 è stata pubblicata una . Tale proposta specifica che il 25% dei proventi delle quote ETS messe all'asta, il 75% del reddito generato dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e il 15% della quota degli utili residui riassegnati agli Stati membri dell'UE nel quadro dell'accordo tra l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici e il G20 sulla tassazione internazionale delle società ("primo pilastro") sarebbero versati al bilancio dell'UE.

Il 20 giugno 2023 la Commissione ha pubblicato le proprie , che comprende una risorsa propria statistica temporanea, versata come contributo nazionale sugli utili delle imprese, pari allo 0,5% della base nozionale degli utili delle imprese dell'UE (a seconda dell'eccedenza lorda di gestione delle società finanziarie e non finanziarie, calcolata da Eurostat). Tale risorsa sarà infine sostituita da un'autentica risorsa propria basata sulla tassazione delle imprese, un contributo derivante dalla futura iniziativa . La proposta prevede inoltre un aumento dell'aliquota di prelievo della risorsa propria basata sull'ETS dal 25% al 30%, giustificato dall'aumento dei prezzi del carbonio. Il pacchetto proposto potrebbe generare entrate annue supplementari pari a circa 23 miliardi di EUR dal 2024 e a 36 miliardi di EUR dal 2028, il che corrisponde a circa il 18-20% delle entrate totali.

Attualmente è attesa una decisione del Consiglio su tutte le nuove risorse proprie recentemente proposte.

Posizione del Parlamento europeo

Durante la procedura di consultazione sul primo paniere di nuove risorse proprie, il Parlamento ha ampiamente sostenuto la proposta con alcuni . Il 10 maggio 2023 il Parlamento ha inoltre approvato una risoluzione in cui esorta il Consiglio ad adottare il primo paniere e suggerisce nuove risorse proprie supplementari.

[1].
[2]Le eventuali decisioni in tal senso necessitano della ratifica degli Stati membri.
[3] relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee; sul progetto di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea; sulla preparazione della revisione post-elettorale del QFP 2014-2020: contributo del Parlamento in vista della proposta della Commissione; sulla revisione intermedia del QFP 2014-2020; sul documento di riflessione sul futuro delle finanze dell'UE; sulla riforma del sistema di risorse proprie dell'Unione europea; sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e le risorse proprie; sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027; sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e risorse proprie: è il momento di rispondere alle attese dei cittadini.
[4]La Corte dei conti ha formulato un parere sulle proposte il 29 novembre 2018 ()

Andras Schwarcz