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Giovedì 13 marzo 2025-Strasburgo
Aspetti sociali e occupazionali dei processi di ristrutturazione: la necessità di tutelare i posti di lavoro e i diritti dei lavoratori
P10_TA(2025)0039B10-0143/2025

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2025 sugli aspetti sociali e occupazionali dei processi di ristrutturazione: la necessità di tutelare i posti di lavoro e i diritti dei lavoratori ()

Il Parlamento europeo,

–visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli151e153,

–visto il pilastro europeo dei diritti sociali,

–vista la sua risoluzione del 5 ottobre 2016 sulla necessità di una politica europea di reindustrializzazione alla luce dei recenti casi di Caterpillar e Alstom(1),

–vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2013 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l'informazione e la consultazione dei lavoratori, l'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni(2),

–vista la sua risoluzione del 16 dicembre 2021 sulla democrazia sul luogo di lavoro: quadro europeo per i diritti di partecipazione dei lavoratori e revisione della direttiva sui comitati aziendali europei(3),

–vista la sua risoluzione del 23 novembre 2023 sulla creazione di posti di lavoro: transizione giusta e investimenti a impatto(4),

–vista la sua risoluzione del 2 febbraio 2023 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la revisione della direttiva sui comitati aziendali europei(5),

–visti gli orientamenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) del 2015 per una transizione giusta verso economie e società ecologicamentesostenibili per tutti,

–vista la dichiarazione di La Hulpe sul futuro del pilastro europeo dei diritti sociali del 16 aprile 2024,

–vista la dichiarazione tripartita per un dialogo sociale europeo prospero del gennaio 2024(6),

–vista la raccomandazione del Consiglio del 16 giugno 2022 relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica(7),

–vista la comunicazione della Commissione, dell'11 dicembre 2019, dal titolo "Il Green Deal europeo" (),

–visto il regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo per una transizione giusta(8),

–vista la comunicazione della Commissione del 1° luglio 2020 dal titolo "Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza" (),

–visto il parere del Comitato europeo delle regioni, del 25 maggio 2023, dal titolo "Eliminare la disoccupazione di lungo periodo: la prospettiva locale e regionale"(9),

–vista la comunicazione della Commissione del 1° febbraio 2023, dal titolo "Un piano industriale del Green Deal per l'era a zero emissioni nette" (),

–visto l'articolo 136, paragrafo2, del suo regolamento,

–vista la proposta di risoluzione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

A.considerando che la transizione verso un'economia europea verde, digitale e competitiva è necessaria per mantenere il modello sociale europeo, ma può essere conseguita solo se le persone sono sufficientemente protette dalle potenziali conseguenze sociali negative di importanti cambiamenti economici; che la protezione dell'ambiente e del clima è indispensabile per la prosperità e il benessere a lungo termine;

B.considerando che il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e un forte coinvolgimento dei sindacati sono essenziali per garantire i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori durante i processi di ristrutturazione; che il coinvolgimento dei lavoratori attraverso la condivisione delle informazioni, la consultazione e la partecipazione ai processi decisionali aziendali è più importante che mai per garantire una transizione equa e giusta, la competitività e la crescita economica delle imprese e proteggere i posti di lavoro e gli interessi collettivi dei lavoratori, ad esempio condizioni di lavoro dignitose, salari equi e parità di trattamento; che la transizione giusta consiste nel sostenere la giustizia sociale e la convergenza sociale verso l'alto, nonché nel garantire un'equa ripartizione degli oneri, salvaguardando nel contempo un'economia sostenibile, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, in grado di raggiungere la neutralità climatica e contrastare il cambiamento climatico;

C.considerando che i processi di ristrutturazione possono comportare sia perdite che aumenti di posti di lavoro e assumere forme diverse, quali la ristrutturazione interna, l'espansione aziendale, la chiusura, il fallimento, la fusione/l'acquisizione, l'offshoring/la delocalizzazione, l'esternalizzazione, la ricollocazione e la rilocalizzazione; che le direttive 98/59/CE(10), 2001/23/CE(11) e 2002/14/CE(12) del Consiglio stabiliscono i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori in caso di ristrutturazione delle imprese;

D.considerando che solo il 40% dei sindacati europei riferisce di disporre di risorse sufficienti per rappresentare efficacemente i lavoratori durante i processi di ristrutturazione(13); che i rappresentanti sindacali formati ai fini delle trattative di ristrutturazione sono più efficaci del 50% nel preservare i posti di lavoro(14); che, secondo Eurofound, la mancanza di risorse e competenze, nonché di tempo, è stata individuata quale ostacolo fondamentale per il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione della transizione giusta, in particolare a livello locale e regionale; che la capacità dei comitati aziendali europei di influenzare i processi di ristrutturazione è risultata limitata e deve essere ulteriormente rafforzata;

E.considerando che è essenziale garantire la creazione di posti di lavoro e condizioni di lavoro dignitose, sostenendo la transizione verso un'economia sostenibile e redditizia, la redditività economica a lungo termine e la sostenibilità ambientale; che la trasformazione della nostra base industriale offre l'opportunità di rafforzare l'autonomia europea, di invertire la deindustrializzazione, di creare posti di lavoro sicuri e stabili e di aiutarci a conseguire gli obiettivi climatici e ambientali, proteggendo nel contempo i diritti dei lavoratori e le persone al centro di un'Europa sociale; che i finanziamenti per la riqualificazione dei lavoratori in esubero a seguito di ristrutturazioni su larga scala sono stati forniti attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, a beneficio di migliaia di lavoratori europei;

F.considerando che le imprese in fase di ristrutturazione dovrebbero dare priorità agli obiettivi a lungo termine, quali la sostenibilità economica e la stabilità occupazionale di lungo periodo, in combinazione con altri obiettivi quali i profitti economici, rafforzando nel contempo il coinvolgimento dei sindacati e la responsabilità sociale delle imprese nei loro piani di ristrutturazione; che in particolare le piccole e medie imprese (PMI) dovrebbero essere sostenute a tale riguardo;

G.considerando che la carenza di lavoratori qualificati, compresi gli esperti con formazione professionale, in settori chiave rappresenta un ostacolo significativo alla competitività dell'economia dell'UE e alla sua capacità di realizzare le transizioni verde e digitale;

H.considerando che l'industria manifatturiera, compresi i settori automobilistico, siderurgico e dei microchip e semiconduttori, è uno dei pilastri economici fondamentali in Europa; che tali settori forniscono milioni di posti di lavoro diretti e indiretti;

I.considerando che è importante procedere verso la decarbonizzazione del trasporto su strada, che deve essere realizzata in modo da limitare la perdita di posti di lavoro nell'industria automobilistica, e includere tutti i portatori di interessi e le parti sociali in tale processo di trasformazione; che i lavoratori interessati dovrebbero essere sostenuti garantendo loro opportunità di miglioramento delle competenze, di riqualificazione e di formazione, nonché reti di sicurezza pertinenti in caso di disoccupazione temporanea;

1.sottolinea i principi del pilastro europeo dei diritti sociali e, in particolare, il principio 5 sull'occupazione flessibile e sicura, compreso il diritto a un trattamento equo e paritario per quanto riguarda le condizioni di lavoro, il principio 7 sulle informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento e il principio 8 sul dialogo sociale e sul coinvolgimento dei lavoratori; sottolinea l'urgente necessità di una politica industriale europea competitiva con investimenti significativi che sostengano i servizi di interesse generale(15) e l'innovazione, riducendo nel contempo gli oneri amministrativi negli Stati membri, e che creino posti di lavoro di qualità in ogni regione e settore, rafforzino il progresso sociale e conseguano gli obiettivi climatici; pone l'accento sul fatto che tale politica dovrebbe essere combinata a servizi pubblici nazionali solidi e resilienti, quali l'accesso alla protezione sociale, alloggi dignitosi e a prezzi abbordabili, trasporti efficienti, economici e neutrali dal punto di vista climatico, disponibilità di servizi di assistenza all'infanzia a prezzi accessibili, assistenza agli anziani e sostegno alle persone con disabilità;

2.riconosce che l'UE deve riformare la propria economia al fine di mantenere la propria competitività e conseguire le transizioni verde e digitale, anche attraverso una politica industriale europea; accoglie con favore l'istituzione di un Fondo europeo per la competitività, come prospettato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen; ribadisce il suo invito a rafforzare il quadro di governance economica mediante uno strumento comune di investimento(16) a livello dell'UE, al fine di conseguire le priorità attuali e future dell'UE, compresa l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali; ritiene che tale strumento dovrebbe garantire la disponibilità delle risorse necessarie in tutti i settori pertinenti per lo sviluppo di una politica industriale e per politiche che sostengano la protezione e la creazione di posti di lavoro di qualità e contribuiscano alla convergenza sociale verso l'alto; ribadisce il suo invito alla Commissione e al Consiglio a rafforzare lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) al fine di sostenere i regimi di riduzione dell'orario di lavoro, il reddito dei lavoratori e i lavoratori che sarebbero temporaneamente in esubero nel contesto della transizione verde, tenendo conto del risultato della relazione di valutazione finale e del fatto che SURE ha salvato 40 milioni di posti di lavoro(17);

3.sottolinea che la realizzazione di una politica industriale europea per posti di lavoro di qualità richiede il pieno coinvolgimento delle parti sociali e deve essere attuata attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva; invita la Commissione a presentare un'ambiziosa tabella di marcia per posti di lavoro di qualità e ad attuare i principi del pilastro europeo dei diritti sociali; invita la Commissione a garantire il pieno coinvolgimento e la piena consultazione delle parti sociali nella definizione e nell'attuazione del prossimo patto europeo per l'industria pulita, e ad includervi l'obiettivo generale di assicurare la qualità e la stabilità dei posti di lavoro a livello dell'EU;

4.invita l'UE ad adottare politiche commerciali che promuovano e proteggano i posti di lavoro di qualità; sottolinea che i futuri accordi commerciali devono includere clausole in materia di lavoro in linea con le norme dell'ILO per garantire che il commercio globale tuteli i lavoratori e le PMI;

5.esorta la Commissione, nel contesto della prossima revisione della direttiva europea sugli appalti pubblici(18), a promuovere ulteriormente la contrattazione collettiva e il ricorso alla clausola sociale nonché trattamenti preferenziali per le imprese i cui dipendenti sono coperti da contratti collettivi; sottolinea che le amministrazioni aggiudicatrici devono escludere dalle gare d'appalto pubbliche gli operatori economici che hanno intrapreso attività criminali; ritiene che gli appalti pubblici dovrebbero rafforzare strategicamente la responsabilità sociale delle imprese; sottolinea l'importanza di garantire che i fondi europei e nazionali siano utilizzati per agevolare la transizione verso un'economia climaticamente neutra, anche promuovendo il dialogo sociale e la contrattazione collettiva; ritiene inoltre che nessun sostegno finanziario dell'UE dovrebbe essere destinato alle imprese che non rispettano le condizioni lavorative e occupazionali applicabili e/o gli obblighi dei datori di lavoro derivanti dal diritto nazionale o dell'UE in materia di lavoro o dai pertinenti contratti collettivi; ritiene che tale sostegno debba essere utilizzato anche per promuovere la competitività industriale europea e la creazione di posti di lavoro di qualità nell'UE e per promuovere la contrattazione collettiva e il rispetto dei diritti e delle normative nazionali e dell'Unione in materia di lavoro, comprese condizioni di lavoro dignitose; chiede che i finanziamenti dell'UE e gli aiuti di Stato da parte degli Stati membri siano allineati alla politica industriale europea, al fine di offrire posti di lavoro di alta qualità, promuovere la contrattazione collettiva, rispettare i diritti e le norme dell'UE in materia di lavoro, migliorare la competitività delle imprese europee e garantire migliori condizioni di lavoro;

6.chiede investimenti europei in settori vitali e prodotti essenziali per rafforzare l'autonomia strategica dell'UE, nonché le transizioni digitale e verde, come i trasporti a zero emissioni, le energie rinnovabili, le tecnologie pulite e le tecnologie digitali, compresa l'intelligenza artificiale; insiste sul fatto che tali investimenti devono rispettare pienamente la legislazione vigente sui diritti dei lavoratori e rafforzare lo sviluppo delle comunità;

7.invita la Commissione a monitorare le tendenze in materia di ristrutturazioni e il loro impatto sull'occupazione, utilizzando i dati provenienti da strumenti quali l'Osservatorio sulla ristrutturazione in Europa e l'osservatorio europeo per la transizione giusta, che dovrebbe essere avviato nel 2025, al fine di tenere traccia del numero di posti di lavoro creati o persi e delle imprese interessate;

8.riconosce che il conseguimento degli obiettivi digitali e verdi creerà opportunità e potrebbe nel contempo richiedere trasformazioni o processi di ristrutturazione in molti settori; sottolinea che il dialogo sociale nell'anticipazione e nella gestione di tali processi è essenziale per salvaguardare e creare posti di lavoro di qualità e gestire le inevitabili perdite di posti di lavoro con un sostegno sufficiente e può contribuire alla realizzazione di un'economia climaticamente neutra che ne sostenga le norme sociali, economiche e ambientali; sottolinea che i processi di ristrutturazione devono rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori, ad esempio il diritto di informazione e consultazione; invita la Commissione e gli Stati membri ad agire per rafforzare e promuovere la contrattazione collettiva, nel pieno rispetto dell'autonomia delle parti sociali e del diritto di contrattazione collettiva; sottolinea che i lavoratori dovrebbero essere i beneficiari della ristrutturazione, anche quando passano a un nuovo lavoro equivalente all'interno della loro impresa o del loro settore attuali o quando si riqualificano per passare a un lavoro in un settore adeguato alle esigenze future, il tutto con un'assistenza e una compensazione adeguate;

9.sottolinea che gli sviluppi che portano ai processi di ristrutturazione dovrebbero essere anticipati dalla dirigenza e i piani di cambiamento dovrebbero iniziare al più presto per prevenire l'insolvenza e la perdita di posti di lavoro, coinvolgendo nel contempo i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati in una fase precoce per garantire un dialogo sociale significativo, anche nel caso dei quadri di ristrutturazione preventiva come previsto dalla direttiva (UE) 2019/1023(19); invita la Commissione e gli Stati membri a lavorare in stretta cooperazione con le parti sociali per individuare precocemente i rischi ed elaborare piani esaustivi capaci di rispondere alle esigenze occupazionali e di stabilità economica; sostiene al riguardo gli investimenti nella formazione e nello sviluppo delle capacità dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori impegnati nei processi di ristrutturazione;

10.sottolinea che i processi di ristrutturazione incidono altresì sulla catena di approvvigionamento e possono rappresentare un rischio considerevole per l'occupazione indiretta in tutta l'Unione europea; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le imprese, incluse le PMI, soggette a processi di ristrutturazione al fine di integrare nei loro piani gli effetti su altre imprese europee della loro catena di approvvigionamento; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a sostenere le imprese su cui tali processi di ristrutturazione hanno un impatto indiretto per attenuare le conseguenze sull'occupazione;

11. sottolinea che l'UE deve far fronte alla carenza di lavoratori qualificati nei settori strategici al fine di migliorare la propria competitività; osserva che il contrasto della carenza di competenze e il sostegno ai lavoratori che devono passare a un nuovo lavoro a seguito di un processo di ristrutturazione sono obiettivi complementari; mette in evidenza il fatto che un accesso sufficiente alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze è una condizione essenziale per il successo della transizione verso un nuovo lavoro in un altro settore; esorta la Commissione a tenerne conto nelle sue proposte concernenti un patto per l'industria pulita e l'Unione delle competenze, anche ampliando il ruolo dei centri di eccellenza professionale; invita la Commissione a migliorare il riconoscimento delle competenze nei vari Stati membri e a garantire che i suoi programmi rispondano meglio alle esigenze degli esperti con formazione professionale;

12.sottolinea che i processi di ristrutturazione non devono essere utilizzati come pretesto per violare i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori, nonché il diritto di contrattazione collettiva e i diritti sindacali(20); deplora la violazione dei diritti fondamentali della contrattazione collettiva e dell'informazione e consultazione prima che una decisione sia adottata; ritiene che i sindacati dovrebbero essere dotati di risorse e capacità sufficienti per valutare una decisione di ristrutturazione aziendale e ricorrere all'assistenza di un esperto indipendente, pagato dal datore di lavoro; invita la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali a mettere in atto ulteriori misure di salvaguardia per garantire la contrattazione collettiva e prevenire l'uso improprio dei processi di ristrutturazione come mezzo per rinunciare agli obblighi dei datori di lavoro; sottolinea che, in caso di violazioni e non conformità, si dovrebbero imporre sanzioni;

13.esprime preoccupazione per il fatto che le disposizioni del diritto societario europeo, nonché la loro interpretazione in alcuni casi giuridici, creino scappatoie e consentano l'elusione delle norme nazionali obbligatorie in materia di partecipazione a livello di consiglio di amministrazione(21);

14.sottolinea che uno dei modi più efficaci per evitare la necessità di ristrutturazioni è mediante l'anticipazione e la gestione proattiva del cambiamento attraverso la contrattazione collettiva, l'informazione e la consultazione; esorta gli Stati membri ad assicurare il miglioramento delle competenze o la riqualificazione di qualità, l'apprendimento permanente, la formazione dei dipendenti e il sostegno per lo sviluppo della carriera; sottolinea che è opportuno dare priorità per quanto possibile al miglioramento delle competenze e alla riqualificazione prima di prendere in considerazione tagli occupazionali;

15.sottolinea che la parità di genere dovrebbe essere parte integrante delle strategie di transizione e delle relative misure politiche e legislative per rafforzare l'equità delle nostre società; ritiene essenziale garantire la parità di trattamento e di accesso alle opportunità economiche per le donne, che presti attenzione ai soggetti più vulnerabili, come le donne con disabilità, le madri sole, le donne appartenenti a minoranze e le donne migranti;

16.ritiene che un piano industriale concordato con le parti sociali sia essenziale per promuovere la sostenibilità economica delle imprese industriali europee e, nel peggiore dei casi, evitare chiusure ed esuberi forzati; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le imprese, in particolare le PMI, per evitare gli esuberi forzati; invita la Commissione e gli Stati membri a istituire meccanismi che contribuiscano a evitare gli esuberi forzati, quali programmi di sostegno temporaneo per proteggere l'occupazione durante le transizioni, evitando la perdita di capacità industriali strategiche e di manodopera qualificata; invita le imprese e i datori di lavoro europei a definire e attuare piani in una fase precoce del processo di ristrutturazione, al fine di evitare la perdita di posti di lavoro e mantenere condizioni di lavoro dignitose e norme sociali elevate, nella misura del possibile; chiede maggiori tutele contro i licenziamenti ingiusti e chiede il sostegno necessario per i lavoratori colpiti da ristrutturazioni, onde consentire loro di accedere a opportunità di riqualificazione e sostegno, come il sostegno al reddito, anche in fase di ricerca di un nuovo impiego; ribadisce che la dignità e i diritti dei lavoratori nonché la sostenibilità economica e finanziaria dell'impresa sono obiettivi importanti da considerare nel contesto dei processi di ristrutturazione;

17.accoglie con favore l'annuncio della Commissione secondo cui proporrà un patto per l'industria pulita che, oltre ad accelerare la decarbonizzazione, mantenga e crei posti di lavoro di qualità nei settori verde e digitale nell'UE; sottolinea che il patto per l'industria pulita dovrebbe concentrarsi sulle industrie strategiche, evitando la delocalizzazione della produzione e la perdita di posti di lavoro, rafforzando nel contempo il modello sociale europeo e la giustizia sociale;

18.invita la Commissione, in stretta cooperazione con le parti sociali, a prendere in considerazione l'istituzione di una direttiva quadro per affrontare le sfide e le complessità associate agli obblighi dei datori di lavoro nelle catene di subappalto e negli intermediari del mercato del lavoro in Europa, al fine di garantire condizioni di lavoro dignitose e il rispetto dei diritti dei lavoratori; chiede che la direttiva quadro includa misure che disciplinino il ruolo degli intermediari del lavoro diversi dalle agenzie di lavoro interinale e introduca un quadro giuridico generale dell'UE che limiti il subappalto e garantisca la responsabilità in solido lungo l'intera catena di subappalto, per porre fine alle pratiche di subappalto illecite e tutelare i diritti dei lavoratori e le loro rivendicazioni su questioni quali gli arretrati salariali, il mancato versamento di contributi sociali, la bancarotta, le sparizioni e i "subappaltatori fittizi" che non pagano secondo gli accordi; chiede che tale direttiva includa disposizioni volte a garantire il rispetto dei diritti di informazione e consultazione e il diritto di contrattazione collettiva, anche per i lavoratori in subappalto;

19.invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le parti sociali nei loro sforzi volti a includere le questioni relative alla transizione verde nella contrattazione collettiva ai livelli appropriati; sottolinea che i contratti collettivi possono riguardare l'impatto delle attività dell'impresa sull'ambiente, la protezione dei lavoratori dagli effetti dei cambiamenti climatici e l'impatto della transizione verde sulle condizioni di lavoro; invita l'UE e gli Stati membri a sostenere ulteriormente le azioni e le iniziative che incentiveranno i datori di lavoro e i lavoratori ad adattarsi alla transizione verde e a fare della contrattazione collettiva uno strumento fondamentale per garantire modelli di produzione equilibrati che tutelino l'ambiente e creino posti di lavoro di qualità;

20.incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GUC215 del 19.6.2018, pag.21.
(2) GUC440 del 30.12.2015, pag.23.
(3) GUC251 del 30.6.2022, pag.104.
(4) GU C, C/2024/4224 del 24.7.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/4224/oj.
(5) GUC267 del 28.7.2023, pag.2.
(6) Commissione europea, vertice delle parti sociali di Val Duchesse, https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1632&langId=it.
(7) GUC243 del 27.6.2022, pag.35.
(8) GU L 231 del 30.6.2021, pag. 1, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2021/1056/oj.
(9) GU C257 del 21.7.2023, pag.18.
(10) Direttiva 98/59/CE del Consiglio del 20 luglio 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi (GU L 225 del 12.8.1998, pag. 16, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/1998/59/oj).
(11) Direttiva 2001/23/CE del Consiglio, del 12 marzo 2001, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti (GU L 82 del 22.3.2001, pag. 16, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2001/23/oj).
(12) Direttiva 2002/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, che istituisce un quadro generale relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori (GU L 80 del 23.3.2002, pag.29, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2002/14/oj).
(13) Istituto sindacale europeo per la ricerca, 2021.
(14) Organizzazione internazionale del lavoro, 2022.
(15) I servizi di interesse generale comprendono tre diverse categorie: economici (servizi di base a pagamento, come i servizi postali), non economici (come la polizia, i sistemi giudiziari e i regimi di sicurezza sociale previsti per legge) e sociali (intesi a rispondere alle necessità dei cittadini vulnerabili, sulla base dei principi di solidarietà e parità di accesso, ad esempio i regimi di sicurezza sociale, l'istruzione, l'assistenza sanitaria, i servizi per l'impiego e l'edilizia popolare. Comunicazione della Commissione del 20 dicembre 2011 dal titolo "Una disciplina di qualità per i servizi di interesse generale in Europa" ().
(16) Posizione del Parlamento europeo del 23 aprile 2024 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale e che abroga il regolamento (CE) n.1466/97 del Consiglio (testi approvati, P9_TA(2024)0311).
(17) Relazione della Commissione del 2 giugno 2023 sullo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) a seguito della pandemia di COVID-19 a norma dell'articolo 14 del regolamento (UE) 2020/672 del Consiglio – SURE dopo la cessazione delle attività: ultima relazione semestrale ().
(18) Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo edel Consiglio, del 26febbraio 2014, sugli appalti pubblici eche abroga la direttiva 2004/18/CE (GU L94 del 28.3.2014, pag.65, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2014/24/oj).
(19) Direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 (GU L172 del 26.6.2019, pag.18, ELI: http://data.europa.eu/eli/dir/2019/1023/oj).
(20) Studio – "Study on monitoring the application of the EU Quality Framework for anticipation of change and restructuring" (Studio sul monitoraggio dell'applicazione del quadro UE per la qualità nell'anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni), Commissione europea, direzione generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2018, https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/1c22896d-4e10-11ea-aece-01aa75ed71a1/language-en.
(21) "European Court of Justice jurisprudence on the transfer of de facto company head offices" (Giurisprudenza della Corte di giustizia europea sul trasferimento delle sedi sociali delle società di fatto), https://worker-participation.eu/european-court-justice-jurisprudence-transfer-de-facto-company-head-offices.

Ultimo aggiornamento: 15 marzo 2025Note legali-Informativa sulla privacy